E inutile giraci attorno: la formazione professionale, in Sicilia, è di nuovo bloccata. La nomina della giovane Nelli Scilabra alla guida di un assessorato complesso, difficile era sembrato un azzardo, non privo di speranze. Quatto mesi dopo le speranze hanno lasciato il posto alle delusioni.
Con molta probabilità, il problema non è lassessore, ma il Partito che sta dietro a Nelli Scilabra: il Pd. Dal 2010 il Partito democratico siciliano gestisce questo settore. Con convinzione e caparbietà. Ma con risultati deludenti, se non scadenti.
In queste ore i vertici siciliani del Pd si interrogano sul perché, pur controllando da oltre tre anni un settore pieno di soldi, sono riusciti a perdere 200 mila voti alle elezioni regionali (rispetto al 2008) dello scorso ottobre e 250 mila voti alle recenti elezioni politiche (rispetto alle politiche del 2008).
Eppure hanno avuto in mano tutto: lassessore e, fino a quando è stato presidente della Regione Raffaele Lombardo, anche il dirigente generale nella persona di Ludovico Albert.
In coppia, gli ex comunisti del Pd e la Cisl hanno cercato di fare terra bruciata attorno a loro. Per accaparrarsi tutto quello che hanno potuto acchiappare. Fregandosene del fatto che le retribuzioni di 10 mila lavoratori sono rimaste congelate. Cinismo a ventiquattro carati.
Per non parlare dei licenziamenti e della mobilità. O delle assunzioni illegittime pilotate dopo il 2008, in barba alla legge. Assunzioni che sono diventate elettorali in tempo di elezioni.
Per sfuggire alla rendicontazione di Bruxelles si sono inventati la sponda romana: far confluire buona parte delle risorse del Fondo sociale europeo al Ministero dellUniversità e della Ricerca Scientifica. Soldi che sarebbero tornati in Sicilia mansi (cioè senza bisogno di spiegare a Bruxelles come spenderli).
Solo che nel frattempo a Palazzo dOrleans si è insediato Rosario Crocetta. Che ha mandato a casa, non senza buone ragioni, il signor Ludovico Albert, il giurista piemontese che pensava di travolgere le leggi regionali con provvedimenti amministrativi,
Il Pd è riuscito comunque a mantenere la guida dellassessorato alla Formazione professionale. E a non far nominare un nuovo dirigente generale del settore (il ruolo viene svolto, non senza la grande confusione tipica del personaggio, dalla dottoressa Anna Rosa Corsello). Mentre la Cisl è riuscita a non far venir fuori le magagne dello Ial.
In tutto questo è arrivata – almeno per alcuni – la rotazione del personale. Caos su caos. E anche, a quanto si racconta, la trasmigrazione di faldoni su strani camion, come abbiamo raccontato la scorsa settimana.
Il risultato è che la confusione, in questo settore, regna sovrana. E a pagare, come sempre, sono i lavoratori. E gli Enti. Cioè il sistema che la politica dovrebbe amministrare.
Ma la politica, nella formazione professionale siciliana , è essa stessa parte in causa, visto che controlla buona parte degli Enti. Quel conflitto di interessi che il Governo Crocetta avrebbe dovuto eliminare è ancora in piedi.
Una commistione incestuosa che, come già ricordato, fa perdere consenso a chi in tali incesti sguazza: il Pd. Non sarebbe il caso che i politici del Partito democratico siciliano tornino a fare politica, lasciando in pace un settore che, in poco più di tre anni, hanno quasi distrutto?
A maggio dovrebbe partire la seconda annualità dellAvviso 20. Ma negli uffici del dipartimento della Formazione professionale cè il vuoto. Forse mancano i soldi? O cè dell’altro?
Sappiamo che il presidente della Regione, Crocetta, è intenzionato ad imprimere una svolta alla gestione di questo settore. Puntando sulla vera discontinuità con la dissennata gestione degli ultimi tre anni.
A questo punto, vorremmo dare un sommesso consiglio al governatore. In attesa della nomina del nuovo assessore e del nuovo dirigente generale – meglio se contestualmente con tali nomine – istituisca il tavolo tecnico con gli Enti e con le organizzazioni sindacali per avviare la riforma del settore.
Sarebbe un segnale vero e serio di cambiamento.
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