Formazione professionale, parla Paolo Genco

Il settore della formazione professionale siciliana si accinge a vivere un settembre di passione, conteso da due ”spasimanti.” Da un lato il Pd con la sua riforma “non riforma” che ha garantito la concentrazione, nelle mani di pochi investitori, di un cartello di Enti formativi che controlla circa il 40 per cento delle ore formative, del finanziamento e del personale. Un impianto fondato su tre leve: poli formativi, libertà di licenziamento e possibilità di assunzioni. Dall’altro lato, il governo del dimissionario presidente della Regione, Raffaele Lombardo, intento a recuperare credibilità nel settore della formazione professionale. E per farlo ha messo fuori prima l’assessore regionale alla Formazione professionale, Mario Centorrino, e poi il dirigente generale dello stesso settore, Ludovico Albert.

Si vede che sono già iniziate le grandi manovre elettorali. Infatti, l’innesto del fiduciario di Riccardo Savona, leader del Movimento popolare siciliano (Mps), Accursio Gallo, è stato il primo passo verso quell’accordo Mpa, Grande Sud, Mps La Destra, raggiunto poi nei giorni scorsi. Accordo che pone le basi per un allargamento a chi nel Pdl e nel Pid è disposto a sottoscrivere il programma elettorale che vede candidato alla presidenza della Regione, il catanese Nello Musumeci.

La formazione professionale con il dibattito politico cosa c’entra? Un settore in sofferenza per via dei ritardi nell’avvio delle attività didattiche, mai accaduto in oltre 30 anni. Un comparto che sconta la mancanza, ancora oggi, del co-finanziamento regionale necessario alla registrazione presso la Corte dei Conti dei 604 decreti di finanziamento a valere sull’Avviso 20/2011. Un sistema zoppo che ha prodotto esuberi con l’introduzione del parametro unico di almeno 2 mila lavoratori. Effetto che era ampiamente prevedibile e nonostante tutto i tecnici del Pd siano andati avanti lo stesso, forti di un preciso proposito: liberare il sistema formative da lacci e laccioli.

Adesso il governo del dimissionario Lombardo ha iniziato la risalita per recuperare elettoralmente il settore. Intanto gli effetti delle scellerate scelte degli uomini del Pd hanno portato diversi Enti formativi ad avviare processi di licenziamento del personale.

Il caso dell’Anfe con i suoi 170 lavoratori a rischio licenziamento lo abbiamo affrontato intervistando il suo presidente, Paolo Genco. (foto a sinistra)

Presidente Genco, lei che guida uno degli enti storici della formazione professionale in Sicilia, cosa ne pensa della gestione del professore Mario Centorrino?

“Deleteria. Una gestione fallimentare in tutti i sensi. La ritengo una presa per i fondelli nei confronti dei siciliani. Autonomia statutaria messa a repentaglio per avere disatteso le leggi regionali. Scelte, quelle di Centorrino, che hanno danneggiato i lavoratori. Mi augura che tutti i lavoratori vengano tutelati”.

Quindi lei è favorevole al ripristino della legge regionale 6 marzo 1976, n.24?

“Sì, se serve ad assorbire il personale in esubero sono d’accordo sul ripristino della legge regionale numero 24. Anche se lo ritengo di difficile attuazione per via delle scarse risorse del bilancio regionale. Ritengo che il prepensionamento e la fuoriuscita incentivata, utilizzando i fondi comunitari, possa ridurre sensibilmente gli attuali esuberi”.

Cosa ne pensa del Prof 2013, cioè del possibile rilancio dello strumento regionale per garantire il posti di lavoro a tutti i lavoratori del sistema formativo, azzerando gli esuberi?

“Non sono contrario, ma confermo le enormi difficoltà del bilancio regionale, per cui non la considero una strada facilmente percorribile. Il governo regionale potrebbe invece dare seguito ai contenuti della delibera di giunta regionale n.350 del 4 ottobre 2010 che prevede il collocamento di tutto il personale in esubero della formazione professionale”.

Come considera la gestione di Ludovico Albert?

“Ha traghettato la formazione professionale dal bilancio regionale alla copertura totale attraverso il Fondo sociale europeo, garantendo comunque un’offerta formativa in Sicilia. La critica che mi sento di fare al dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale è quella di avere introdotto paletti senza una gradualità, provocando in tal modo gli esuberi”.

Ci parli di Raffaele Lombardo e del suo impegno nel settore della formazione professionale.

“E stato lungimirante nel creare per tempo le condizioni necessarie al trasferimento del settore della formazione professionale sul Fondo sociale europeo”.

Presidente Genco, cosa c’è di vero nella perdita di un miliardo di euro del Fondo sociale europeo?

“Di certo 160 milioni di euro sono finiti al Ministero Istruzione, Università e Ricerca scientifica (MIUR). Mentre i 450 milioni di euro trasferiti al MIUR per finanziare il piano giovani mi risulta siano bloccati e credo sia stato un errore sottrarli”.

Che ci dice dei bandi 7, 8, 12 e Informare, ritirati da Centorrino?

“Non mi sento di esprimermi. Posso solo dirvi che per il bando n.8 ho presentato ricorso a tutela dell’Anfe”.

Cosa suggerirebbe al nuovo governo regionale per migliorare la formazione professionale?

“Auspicherei la nascita di un unico assessorato alla Formazione professionale, un’unica regia che si occupi di formazione professionale a tutto tondo, evitando che la formazione possa essere fatta da altri assessorati disperdendo risorse e perdendo di vista il quadro d”insieme. E poi a mio avviso sono sufficienti 250 milioni di euro per gestire la formazione professionale senza alcun esubero, magari con un piano di riqualificazione del personale affiancato ad un programma di fuoriuscita anticipata ed incentivata di parte del personale anziano che incide tantissimo sul costo del personale di ciascun Ente”.

E di Accursio Gallo cosa ci dice? (foto a sinistra)

“Ha preso a cuore i problemi della formazione professionale, si è messo subito al lavoro per evitare gli esuberi e per accelerare le procedure per l”avvio delle attività formative di cui all’Avviso n.20/2011”.

A proposito di esuberi, spera di salvare i suoi 170 lavoratori a rischio licenziamento?

“Sì, lo spero, ma la politica si assuma fino in fondo le proprie responsabilità sugli esuberi dichiarati da Anfe”.


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Il settore della formazione professionale siciliana si accinge a vivere un settembre di passione, conteso da due ”spasimanti. ” da un lato il pd con la sua riforma “non riforma” che ha garantito la concentrazione, nelle mani di pochi investitori, di un cartello di enti formativi che controlla circa il 40 per cento delle ore formative, del finanziamento e del personale. Un impianto fondato su tre leve: poli formativi, libertà di licenziamento e possibilità di assunzioni. Dall’altro lato, il governo del dimissionario presidente della regione, raffaele lombardo, intento a recuperare credibilità nel settore della formazione professionale. E per farlo ha messo fuori prima l’assessore regionale alla formazione professionale, mario centorrino, e poi il dirigente generale dello stesso settore, ludovico albert.

Il settore della formazione professionale siciliana si accinge a vivere un settembre di passione, conteso da due ”spasimanti. ” da un lato il pd con la sua riforma “non riforma” che ha garantito la concentrazione, nelle mani di pochi investitori, di un cartello di enti formativi che controlla circa il 40 per cento delle ore formative, del finanziamento e del personale. Un impianto fondato su tre leve: poli formativi, libertà di licenziamento e possibilità di assunzioni. Dall’altro lato, il governo del dimissionario presidente della regione, raffaele lombardo, intento a recuperare credibilità nel settore della formazione professionale. E per farlo ha messo fuori prima l’assessore regionale alla formazione professionale, mario centorrino, e poi il dirigente generale dello stesso settore, ludovico albert.

Il settore della formazione professionale siciliana si accinge a vivere un settembre di passione, conteso da due ”spasimanti. ” da un lato il pd con la sua riforma “non riforma” che ha garantito la concentrazione, nelle mani di pochi investitori, di un cartello di enti formativi che controlla circa il 40 per cento delle ore formative, del finanziamento e del personale. Un impianto fondato su tre leve: poli formativi, libertà di licenziamento e possibilità di assunzioni. Dall’altro lato, il governo del dimissionario presidente della regione, raffaele lombardo, intento a recuperare credibilità nel settore della formazione professionale. E per farlo ha messo fuori prima l’assessore regionale alla formazione professionale, mario centorrino, e poi il dirigente generale dello stesso settore, ludovico albert.

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