Si inasprisce la polemica sulla materia del "conflitto d'interessi" che ha colpito dirigenti e funzionari dell'assessorato regionale istruzione e formazione professionale nei giorni scorsi. Sotto accusa, ancora una volta, anna rosa corsello. La super burocrate, già fiduciaria del precedente presidente della regione, raffaele lombardo, e oggi vicina al governatore crocetta, é a capo di diversi rami dell'amministrazione.
Formazione/Misure anti-parentopoli a corrente alternata…
Si inasprisce la polemica sulla materia del “conflitto d’interessi” che ha colpito dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale nei giorni scorsi. Sotto accusa, ancora una volta, Anna Rosa Corsello. La super burocrate, già fiduciaria del precedente presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e oggi vicina al governatore Crocetta, é a capo di diversi rami dell’Amministrazione.
Infatti, oltre che dirigente del dipartimento Istruzione e Formazione, la Corsello é a capo del dipartimento regionale Lavoro che ha assorbito, nei mesi scorsi, l’Agenzia regionale dell’impiego. E non solo, la stessa ricopre anche un incarico nell’ Autorità di gestione del Fondo sociale europeo in Sicilia. E allora ci chiediamo: ma il “conflitto d’interessi” riguarda solo dirigenti e funzionari di via Ausonia?
La dottoressa Corsello dovrebbe spiegare, per cominciare, come mai la dichiarazione anti parentopoli non è stata richiesta a dirigenti, funzionari e impiegati degli uffici provinciali del Lavoro, degli ispettorati provinciali e dei Centri per l’impiego. Si contano a decine i casi di legami tra dipendenti regionali e parenti assunti presso enti formativi nei territori. Va precisato che i Centri per l’Impiego effettuano la vigilanza, i controlli e la rendicontazione delle attività formative. Rappresentano, in buona sostanza, l’interfaccia diretta con gli enti formativi.
Eppure non sembrano intaccati da alcun provvedimento di controllo. Crocetta non se ne rende conto? E la Corsello? Non si capisce. Che sia un suo ennesimo scivolone? Perché i controlli anti parentopoli non tocchino gli uffici periferici del dipartimento regionale? Un vero e proprio rebus. La questione, postaci da diversi lettori, non é di poco conto. Diverse le incongruenze che rileviamo nella strategia politica.
Da un lato, il governo regionale ha trasferito “d’imperio” e senza concertazione con le organizzazioni sindacali, 60 dipendenti regionali. Ha somministrato a 236 di loro la dichiarazione anti parentopoli per scovare casi di “conflitto d’interesse”. Dall’altro, non ha avvertito la stessa esigenza nei riguardi di dirigenti e funzionari del dipartimento lavoro e degli uffici periferici. Nel frattempo, la nostra redazione è stata tempestata da lettere, mail e telefonate sulla vicenda del “conflitto d’interessi”.
Tanti lettori attenti hanno avanzato dubbi sulla mossa di Crocetta e Nelli Scilabra, l’assessore al ramo. In molti contestano proprio il fatto che i massicci trasferimenti riguardino solo dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale e non anche i colleghi del dipartimento Lavoro e degli uffici periferici. Una questione di non poco conto, sulla quale il governo deve chiarire la propria posizione. Sparare nel mucchio non fa bene al settore della formazione professionale.
La scelta rischia di apparire sempre più di mera facciata politica. É nei territori che si annidano strette relazioni tra politici, amministratori, dipendenti regionali e enti formativi. È inspiegabile che a tutto questo la dottoressa Corsello non abbia pensato. Che sia scivolata sull’ennesima buccia di banana? Per un super burocrate di spessore, troppi scivoloni, in pochi giorni, per la verità insospettiscono. Che si sia totalmente “convertita” alla ragion di stato, per cui ciò che decidono i pochi ispiratori al seguito del duo Crocetta/Scilabra é il “verbo”? Potrebbe darsi. Ma intanto serve chiarezza sull’intera vicenda.