Formazione/ Migliore (Cisl Scuola): “L’unica rivoluzione del Governo è la distruzione del settore”

L’ESECUTIVO CROCETTA HA FALLITO LA RIFORMA DEL COMPARTO, RELEGANDO I LAVORATORI NEL CIRCOLO DELLA POVERTA’. LA DURA CRITICA DE SINDACALISTA ALLE SCELTE ASSUNTE IN DANNO DEGLI OLTRE 8 MILA OPERATORI

Il Governo Crocetta ha fallito il progetto di riforma nel settore della Formazione professionale. Parola di Giovanni Migliore, responsabile regionale del settore formativo di Cisl Scuola. In una nota al vetriolo il sindacalista inchioda l’esecutivo Crocetta alle sue gravi responsabilità. Ritardi nell’erogazione delle spettanze, mancato avvio delle attività formative da oltre sei mesi, assenza di una politica di garanzia del personale rimasto privo di lavoro per effetto della revoca dell’accreditamento al proprio ente di appartenenza.
“L’azione di Governo ed Amministrazione nel corso dell’ultimo anno ha portato allo sfascio dell’intero settore in tutte e tre le filiere – ha dichiarato Migliore -. I lavoratori sono ormai ridotti alla fame non percependo retribuzioni anche da 20 mesi ed in molti hanno addirittura perso il posto di lavoro. Governo ed Amministrazione continuano a dichiarare che i lavoratori non dovranno preoccuparsi – ha aggiunto – ma di fatto, non esistono lavoratori che non siano creditori, almeno, di 7 mensilità arretrate”.

La conferma che giunge dalla Cisl Scuola è quanto più volte riferito dal nostro giornale in ordine al reale proposito del Governo regionale di smantellare il settore e precarizzare i lavoratori. Il giudizio non nasce da posizioni preordinate, ma dal perseverare dell’atteggiamento sia dell’assessore, Nelli Scilabra, sia della dirigente generale, dottoressa Anna Rosa Corsello che, con decisioni al limite della illegittimità normativa, hanno distrutto l’edificio del diritto alla formazione professionale dei cittadini siciliani.
“Se il Governo voleva rivoluzionare il settore ha fallito – ha tuonato Migliore – se, invece, lo voleva distruggere ha raggiunto l’obiettivo sperato”.

La Cisl Scuola evidenzia nella nota come, di fatto, nell’Isola non si svolgono attività di formazione professionale dal 7 di giugno, data di chiusura della scorsa annualità. Inoltre, il sindacato sottolinea che gli operatori continuano a prestare la propria opera lavorativa presso gli enti da cui dipendono senza soluzione di continuità, senza però percepire alcun stipendio. Eppure la nuova attività, quella finanziata con il Piano giovani, è iniziata con uno stanziamento di 230 milioni di euro.
“A ciò si aggiunge la problematica dei lavoratori degli enti revocati, come Ial Sicilia, Anfe Catania, Iraps, Anfes, Issvir, Aram, Ancol, Lumen e Aiprig, – ha sottolineato Migliore – che, pur restando a disposizione nelle sedi come da indicazioni della stessa amministrazione senza soluzione di continuità, non sanno chi dovrà pagare loro le mensilità maturate”.
Il sindacato focalizza l’attenzione anche sulla filiera dell’Obbligo formativo (Oif), indirizzata ai minori, spesso a rischio di emarginazione sociale e con condizioni familiari alle spalle difficili, che dovrebbe rappresentare lo “strumento principe” dell’esecutivo regionale per contrastare la dispersione scolastica, la cui percentuale è aumentata vertiginosamente nell’ultimo anno.
“Gli operatori di questa filiera – ha riferito Migliore – non percepiscono stipendi, come nel caso del Cnos Fap da 20 mesi, e ora, vedi Ciofs Fp, anch’esso ente storico di emanazione cattolica, rischiano anche di essere licenziati perché l’ente di appartenenza ha deciso di dimettere le attività formative in Sicilia”.

L’analisi critica sul fallimento della riforma crocettiana della Cisl Scuola è a tutto campo e tocca anche la paradossale condizione in cui verserebbero gli ex sportellisti, oggi dislocati negli uffici più disparati dal Ciapi, ai quali sono legati da u contratto a tempo determinato di soli sei mesi e senza futuro.
“Non meno problematica la situazione dei circa 1850 lavoratori degli sportelli multifunzionali – ha puntualizzato Migliore – 1760 dei quali transitati con un contratto a tempo determinato al Ciapi di Priolo fino al 21 aprile 2014. In questo caso vi era l’impegno dell’Assessore al Lavoro, Ester Bonafede – ha detto l’esponente sindacale cislino – ad aprire già dallo scorso mese di ottobre un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali sulla riforma dei servizi per l’impiego garantendo la continuità lavorativa agli operatori impegnati”.
È lo stesso Migliore a riscontrare il disinteresse dell’esecutivo nel dare seguito agli accordi sottoscritti. “Tutti gli impegni assunti con le organizzazioni sindacali che, responsabilmente, hanno negoziato con Governo e Amministrazione – ha precisato – sono ad oggi disattesi e/o non mantenuti, ultimo in ordine di tempo quello di operare un’azione straordinaria per garantire le retribuzioni ai lavoratori prima di Natale”.

È duro l’affondo della Cisl Scuola che accusa il Governo di scaricare tutte le responsabilità del disastro sul dirigente generale ai due rami dell’amministrazione interessati.
“Il fatto di avere conferito alla Corsello tre delicati incarichi quali quelli di dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale e di Autorità di Gestione del Fondo sociale europeo – ha ribadito Migliore – conferma l’intento di distruggere il sistema formativo regionale, perché con tutte le capacità e la buona volontà la stessa non potrà mai fare un buon lavoro. Tutto ciò – ha rintuzzato – conferma la volontà ad affondare anziché riformarlo, ridurlo e riorganizzarlo sostenendo i lavoratori con strumenti di sostegno al reddito, innalzando allo stesso tempo la qualità dei servizi resi”.
La nota della Cisl Scuola richiama il Governo della Regione all’assunzione di responsabilità e anticipa possibili nuove forme di protesta dei lavoratori.
“È giunta l’ora che il Governo, con il presidente Crocetta in testa, e l’amministrazione prendano provvedimenti straordinari ed urgenti per il settore ormai al collasso – ha asserito Migliore – o noi chiameremo i lavoratori in piazza per avviare una azione di lotta senza sosta per rivendicare sacrosanti diritti e garanzie di lavoro. Non possiamo più tollerare che gli operatori del comparto – ha concluso – vengano presi in giro, non vengano retribuiti e perdano il loro posto di lavoro”.

Foto di prima pagina tratta da guidasicilia.it

 


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