Formazione/ Lo Sciuto: “Il Governo riferisca su Prometeo, Cefop/Cerf, Ial Sicilia, attività e riforma del settore”

TANTI GLI IMPEGNI ASSUNTI NEI MESI SCORSI DALL’ESECUTIVO CROCETTA E ALTRETTANTE LE ‘MALAFIURE’. PRIMA O POI UN PUNTO DOVRA’ ESSERE MESSO A QUESTO SFRACELO IN ATTO. I LAVORATORI CONTINUANO A RESTARE ALL’ASCIUTTO, SENZA SOLDI NE’ FUTURO

Siamo a luglio e l’emergenza sociale nella formazione professionale in Sicilia resta in piedi. Quello che si registra è la solita politica degli annunci da parte del Governo regionale. Una pratica oramai consolidata per sviare l’attenzione sui veri e concreti problemi: pagamenti ai lavoratori, rendicontazione, programmazione della terza annualità, gestione degli esuberi, mobilità del personale, ricollocamento degli ex sportellisti, la riforma dei servizi per l’Impiego, il Lavoro e l’orientamento.

Qualcosa però pare cambiare e, di certo, non nei ranghi dell’esecutivo regionale o della maggioranza che lo sostiene al Parlamento siciliano. Non tutti ci stanno e in diversi ambienti politici comincia a serpeggiare forte il malcontento sull’operato del presidente Crocetta, della sua giunta e della maggioranza che lo sponsorizza.

Diverse sono le iniziative di gruppi parlamentari o singoli deputati che all’Ars hanno avviato percorsi finalizzati a scoperchiare due anni di massacro del settore per individuare, qualora ve ne fossero, responsabilità politiche e amministrative sullo sfascio del settore.

In questa nuova ottica rientra, a pieno titolo, l’iniziativa, e non è la prima, del parlamentare del Partito dei Siciliani (Mpa), Giovanni Lo Sciuto, che ieri ha presentato in Commissione Cultura e Lavoro all’Ars, di cui è componente, la richiesta di audizione alla presenza dell’assessore alla formazione professionale, Nelli Scilabra e della dottoressa Anna Rosa Corsello per fare la voce grossa su lacune delle tante cancrene che sottraggono, ogni giorno che passa, vitalità al sistema.

“L’iniziativa nasce dall’esigenza di fare chiarezza sul progetto Prometeo – ci dice Lo Sciuto – per capire, insomma, come concretamente saranno garantiti i circa 600 lavoratori che resteranno fuori dal progetto gestito dal Ciapi e che non è ancora stato avviato”.

“L’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello vengano in Commissione per fare chiarezza sul futuro di questi lavoratori dopo i sette mesi di gestione da parte del Ciapi – rilancia l’esponente autonomista all’Ars – e per riferire sul mancato passaggio dei lavoratori del Cefop al Cerf e se questo avverrà o se non è il caso di fare un ulteriore bando per assegnare questo personale ad altri enti utilizzando il finanziamento inizialmente destinato al Cefop attraverso l’attivazione del processo di mobilità. Invitiamo il presidente della Regione –- aggiunge – ad intervenire direttamente su questa controversia che si è aperta tra il Cerf e l’amministrazione regionale”.

“Vogliamo sapere la verità anche su quanto accaduto con lo Ial Sicilia – tuona Lo Sciuto – i dipendenti dell’ente revocato hanno il diritto di conoscere il loro destino, atteso che non tutti saranno assorbiti dal Ciapi. È arrivato il momento che il governo regionale e l’assessorato – rilancia – non vadano avanti più per step ma attraverso una programmazione definita che dia certezze tranquillità e serenità a tutti i lavoratori del comparto formativo”.

“Aspettiamo che il disegno di legge di riforma del settore giunga in Commissione – conclude Lo Sciuto – per valutarne i contenuti ed i risvolti occupazionali e capire come il personale verrà garantito per il futuro”.

Tergiversare sfiancando l’avversario, pratica efficace sul ring, è divenuta la cartina di tornasole del Governo regionale nel settore della Formazione professionale.

Tirocini formativi, disegno di legge di riforma del settore, stabilizzazione e precarizzazione, due facce della stessa medaglia, bla bla bla…..

Sul tavolo restano sempre i problemi che in diciotto mesi l’esecutivo guidato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta non è riuscito a risolvere. Forse non ha voluto risolvere nulla perché lasciando esplodere le criticità del sistema formativo ha potuto rafforzare la posizione predominante, costruita mediaticamente, dell’opinione pubblica e di larga parte degli stakeholders più o meno interessati a mettere mano nella torta, di un settore allo sfascio che va ricostruito dalle macerie. Ed alle macerie è stata ridotta la Formazione professionale siciliana. I cattivi, i farabutti, i ladri messi sullo stesso piano dei virtuosi , di coloro che per decenni hanno garantito, in un rapporto fiduciario che appariva indissolubile, risultati eccellenti, formando intere generazioni di giovani, diventati poi lavoratori e affermatisi nella società. La formazione professionale e le sue cancrene rispecchiano fedelmente l’andazzo generale della società siciliana alle prese con un sistema politico fallito dal di dentro e in cerca d’autore.


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