Formazione, lavorare per risolvere i problemi (non per crearli)

Tirato in ballo da un’inchiesta giornalistica su vicende legate alla formazione professionale siciliana, Carmelo Briguglio, parlamentare nazionale uscente di Futuro e libertà, reagisce pesantemente con un articolo al vetriolo pubblicato sul sito istituzionale del suo movimento politico, www.flisicilia.it.

Quello che colpisce nella replica di Briguglio sono i toni sopra il rigo. E il modo maldestro di coinvolgere i parenti delle persone con le quali polemizza.

Alla base di questa polemica c’è la cosiddetta ‘parentopoli’ della formazione professionale. Ovvero la ricerca di parenti nelle società e negli Enti che operano in questo settore. Parenti di chi? Di chi gestisce le società e dei politici. Ma sono veramente questi i problemi del settore formativo?

Il nostro giornale si occupa giornalmente di formazione professionale. Provando ad affrontare i problemi di questo comparto, che sono tanti e gravi. Un settore che deve fare i conti con la crisi che ha già provocato il licenziamento di oltre 600 persone.

A nostro modesto avviso, questa storia della ‘parentopoli’, vera o presunta, non ci sembra centrale e non ci appassiona. Anzi, abbiamo l’impressione che sia servita e serva ancora per sviare l’attenzione dai veri problemi della formazione professionale siciliana.

Il vero scandalo della formazione professionale siciliana, sempre a nostro modesto avviso, non sono i parenti dei politici che lavorano in questo settore. Il vero scandalo è rappresentato dalla politica che, ormai da anni, opera nella formazione professionale, indirettamente e, talvolta, direttamente, gestendo decine e decine di milioni di fondi pubblici.

Il vero scandalo della formazione professionale è rappresentato dal fatto che, dalla fine di ottobre dello scorso anno fino ad oggi, in questo settore, tra licenziamenti e mobilità, hanno perso il lavoro circa mille persone, mentre ne venivano assunte quasi 2 mila in barba alla legge che vieta nuove assunzioni.

Due mila persone assunte subito dopo la campagna elettorale delle scorse elezioni regionali. Della serie, voti e assunzioni. Una sfacciataggine incredibile. Clientelismo alla stato puro. “Formazione professionale di scambio”, per dirla con una battuta… 

Ebbene, invece di parlare di questi problemi, invece di capire come ridare il lavoro a chi l’ha perso, si continua a giocare con questa storia della ‘parentopoli’.

Detto questo, se si vogliono realmente affrontare i problemi della formazione professionale, piuttosto che andare dietro alla ‘parentopoli’, sarebbe più serio liberare il settore dalle ingerenze della politica. Non è possibile che Partiti politici e sindacati – come, ad esempio, il Pd, il Pdl, l’Udc, Fli, la Cisl e la Uil – continuino a gestire le risorse finanziarie della formazione professionale assumendo personale, in violazione delle leggi, durante le campagne elettorali.

Ben vengano le polemiche. Ma su fatti seri. Polemiche che debbono comunque essere costruttive. Per migliorare la qualità del settore.  Per utilizzare al meglio le risorse finanziarie disponibili (con riferimento ai fondi europei). Per ridare il posto di lavoro a chi l’ha perso. E, soprattutto, per allontanare la malapolitica dalla formazione professionale siciliana.

 

 

 


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