Formazione, il Governo Crocetta non paga gli stipendi arretrati e dà il via alla terza annualità dell’Avviso 20/2011

IN QUESTE ORE OLTRE 8 MILA LAVORATORI DEL SETTORE SI CHIEDONO: MA SE ANCORA NON CI HANNO PAGATO I SOLDI CHE CI DEVONO PERCHE’ DOVREMMO RICOMINCIARE A LAVORARE? ALTRA DOMANDA: I SOLDI PER LE ATTIVITA’ FORMATIVE 2014/2015 CI SONO?

Senza avere ancora pagato gli arretrati, Giunta regionale di Rosario Crocetta, ieri pomeriggio, ha dato il via libera alla terza annualità dell’Avviso 20/2011, stanziando 150 milioni di euro. Detto in soldoni, oltre 8 mila lavoratori – da due settimane in subbuglio perché creditori di troppo stipendi arretrati – dovrebbero tornare al lavoro. Con la prospettiva di non prendere gli stipendi arretrati e nemmeno quelli futuri.

Sarà che trattasi di atto dovuto, assunto, peraltro, con notevole ritardo, ma c’è il dubbio che la scelta del momento per assumere la decisione non sia casuale ed appaia un ulteriore tentativo di calmierare le acque agitatissime del settore.

Che sia l’ennesimo colpo ad effetto del presidente della Regione Rosario Crocetta, ormai alla deriva e abbandonato anche dal PD?

Con un ‘buco’ nel bilancio regionale di cui ancora non si conosce l’entità (i problemi emergeranno con il Bilancio del 2015) e senza la deroga da Roma al vincolo del Patto di stabilità, l’esecutivo regionale non potrà cacciare fuori alcun euro. Altro che avvio delle attività!

Il varo del piano formativo 2014/2015 sblocca l’iter amministrativo per l’emanazione della direttiva applicativa. È un primo passo necessario, l’atto di indirizzo vincola il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Gianni Silvia, ad emettere il decreto dirigenziale per la disciplina dei rapporti tra Amministrazione regionale ed enti gestori propedeutico per l’avvio dei percorsi formativi.

Senza rinari un sinni canta missa, recita un vecchio proverbio siciliano. E soldi non ce ne sono.

Con questo presupposto, lo ribadiamo, l’Amministrazione regionale potrà solamente pubblicare una direttiva per disciplinare le procedure di avvio, gestione e rendicontazione delle attività formative monca della copertura finanziaria necessaria per gli impegni di spesa.

Ciò significa che il negoziato che si aprirà tra il dipartimento regionale Formazione professionale e gli enti gestori potrà produrre un contratto tra le parti – novità di quest’anno che sostituisce l’Atto di adesione – con il dubbio di una copertura finanziaria ancora tutta da verificare.

È come se il datore di lavoro emettesse la busta paga a zero euro in favore del lavoratore. Di cosa stiamo parlando?

È davvero discutibile l’operato del Governo regionale del presidente Rosario Crocetta e del giovane assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. O forse quella che potrebbe essere una nuova sceneggiata serve alla stessa ‘assessora’ per provare a rendere più morbidi i lavoratori del settore in rivolta?

Se è così, il Governo, questa volta, i 150 milioni di euro li dovrà trovare davvero. Non prima, ovviamente, di aver pagato gli arretrati. O forse Crocetta e la sua ‘assessora’ pensano che i dipendenti con l’avvio – per ora sulla carta – dei corsi si dimenticheranno degli stipendi arretrati?

Per certi versi è davvero grottesco dare il via con grande ritardo alle attività formative della terza annualità dell’Avviso 20/2011 senza alcuna certezza sulla disponibilità degli annunciati 150 milioni di euro.

Vale a dire, per essere più precisi, che gli enti formativi potrebbero trovarsi a dover sottoscrivere con l’amministrazione regionale un contratto, con diritti e doveri che pongono le parti sullo stesso piano giuridico, viziato ‘ab origine’ dalla mancanza di uno degli elementi essenziali per perfezionale l’atto: il quantum, cioè ‘i picciuli’.

La conseguenza di questa ennesima ‘birichinata’ dell’esecutivo regionale potrebbe costringere il dirigente generale Silvia a dover allungare i tempi per l’autorizzazione all’avvio dei corsi formativi.

Circolava voce, ieri sera, tra i lavoratori soddisfatti dello sblocco della vicenda, che l’Amministrazione regionale avrebbe tirato fuori entro le successive 48 ore la direttiva per l’avvio della attività.

Con questi presupposti sarà davvero difficile se non impossibile che il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale possa emettere una direttiva entro qualche giorno. I tempi potrebbero, invece, allungarsi. E di molto.

Non è tutto.

L’accordo del 5 agosto scorso, sottoscritto tra l’Amministrazione regionale e le parti sociali, prevede, tra le altre cose, che in sede di avvio effettivo delle attività d’aula il Governo anticipi il 97 per cento della spesa destinata alla voce personale. Clausola che ha costituito il vero punto di successo della trattativa per i sindacati firmatari dell’accordo.

Proprio su questo punto casca l’asino. Il Governo rispetterà l’impegno assunto? Nessuno dimentica quanto è successo in questi due anni costellati da accordi sottoscritti e spesso disattesi dall’esecutivo regionale.

Due sono i motivi. Il primo è legato, come dicevamo allo sforamento del tetto di spesa previsto dalle regole comunitarie e nazionali sul Patto di stabilità. Il secondo afferisce al sistema di monitoraggio e controllo della spesa. Per capirci, anticipare il 97 per cento della spesa per il personale all’inizio delle attività formative, senza avere un sistema informatico che consenta all’Amministrazione regionale di controllare, in qualsiasi momento, lo svolgimento dei corsi ed il rispetto alla lettera della direttiva dirigenziale, suona un po’ irrazionale.

Da mesi che raccontiamo della criticità dovuta alla carenza di un sistema informatico che garantisca alla Regione siciliana di conoscere, in qualsiasi momento, il destino delle risorse pubbliche nel settore della Formazione professionale.

Oggi questo non è possibile, perché in tutti questi mesi l’assessore Scilabra non ha sentito il dovere di dotare il dipartimento Formazione professionale di uno strumento informatico di controllo e monitoraggio della spesa.

Anticipare il 97 per cento della spesa per la voce personale, cosa che i lavoratori auspicano e che i sindacati hanno chiesto ed ottenuto con l’accordo sottoscritto, come dicevamo, lo scorso 5 agosto, senza un controllo della spesa è come firmare un assegno in bianco.

Ed allora non è peregrino affermare che il Governo regionale ha toppato ancora una volta.

Dopo mesi di attesa per conoscere la programmazione dell’esecutivo Crocetta, con oltre 2000 lavoratori senza stipendio per effetto del mancato avvio del progetto Prometeo affidato dalla Regione siciliana in house providing, al Ciapi e con il pagamento degli stipendi fermo, in alcuni casi, a oltre 2 anni, la terza annualità parte col piede sbagliato.

Ed in ultimo, alcune scelte operate ieri dalla giunta di Governo non ci convincono.

Dal comunicato diramato dalla presidenza della Regione apprendiamo che sono state introdotte misure di razionalizzazione e ristrutturazione del sistema quali: la gratuità della partecipazione da parte degli utenti ai percorsi formativi, l’utilizzo di immobili pubblici per lo svolgimento delle attività, la riduzione dei costi di gestione al 18 per cento, il divieto per gli Enti di nuove assunzioni di personale e di nuovi incarichi di consulenza, l’obbligo per gli enti di effettuare gli acquisti sulla base di procedure trasparenti.

Una misura ci colpisce in particolare ed è la diaria destinata agli allievi che frequentano i corsi di formazione. Il Governo regionale ha deciso di cancellarla. Una scelta che non ci convince.

Da un lato va rilevato che l’Avviso 20/2011, nato con il precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo, è ‘lex specialis’. Significa semplicemente che il complesso delle norme che regolano lo svolgimento delle tre annualità dell’avviso 20/2011 non è modificabile. A meno che il Governo regionale non proceda ad un nuovo bando pubblico con nuove regole ed alla contestuale modifica del Vademecum per l’attuazione del Piano operativo Fondo sociale europeo Sicilia 2007/2013.

Quale l’effetto? Il possibile ricorso ad azioni legali che potrebbero bloccare o rallentare lo svolgimento delle attività formative. Quindi, lo ribadiamo, la terza annualità parte col piede sbagliato.

Se non ci sono soldi e l’amministrazione regionale dovesse autorizzare l’avvio delle attività, chi pagherà i lavoratori stanchi di aver lavorato un anno, recandosi ogni giorno sul posto di lavoro, senza percepire un euro?

Se questa è la maniera per salvaguardare i livelli occupazionali, l’esecutivo Crocetta prosegue la strada sbagliata.


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