Formazione: e fu così che i dipendenti dello Ial Sicilia non vennero pagati!

IN REALTA’, QUESTA INCREDIBILE STORIA RIGUARDA TANTI ADDETTI DEL SETTORE. SI TRATTA DELLA MANCATA APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 5 DEL DPR N.207/2010 IN MATERIA DI INTERVENTO SOSTITUTIVO PER IL PAGAMENTO DELLE RETRIBUZIONI IN FAVORE DEL PERSONALE DEGLI ENTI DEFINANZIATI O SOSPESI. LA RESPONSABILITA’ POLITICA DELL’ASSESSORE SCILABRA

La Formazione professionale che non ti aspetti e che torna nell’occhio del ciclone a causa di una direttiva assessoriale rimasta nel cassetto e che avrebbe potuto sbloccare il pagamento delle retribuzioni ai lavoratori degli enti revocati o sospesi. Barzelletta o cruda verità?

Dall’analisi dei documenti in nostro possesso e dalla ricostruzione dei fatti sembrerebbe emergere un’agghiacciante verità.

La direttiva a firma dell’assessore Nelli Scilabra è del 7 novembre del 2013 ed invita la dirigente generale, la dottoressa Anna Rosa Corsello, a dare seguito ai principi fissati nell’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n.207.

Dalla ricostruzione dei fatti emergerebbe, secondo autorevoli indiscrezioni raccolte, che la direttiva assessoriale fosse priva dell’atto di indirizzo della Giunta regionale. Un aspetto non di poco conto che avrebbe bloccato l’iter finalizzato ad emettere i mandati di pagamento in favore di migliaia di lavoratori.

Difatti, la Ragioneria centrale presso il dipartimento regionale Formazione professionale avrebbe posto il rilievo ai certificati di pagamento e rispedito al mittente gli ordinativi di pagamento perché viziati dall’assenza della disposizione emanata dalla Giunta regionale.

Un errore amministrativo che avrebbe lasciato all’asciutto migliaia di lavoratori, dipendenti di enti formativi oggetto di provvedimento di revoca dell’accreditamento o sospesi, a cominciare dagli operatori dello Ial Sicilia.

Andiamo con ordine nel lungo racconto che ha dell’incredibile e che vale la pena, a nostro avviso, ripercorrere per il devastante effetto che avrebbe provocato (leggere ‘macelleria sociale’).

Nel caos gestionale degli ultimi 20 mesi che vede protagonista il Governo del presidente Rosario Crocetta, accade anche che un atto di indirizzo a firma dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, risulti privo di efficacia politica ed amministrativa, almeno stante alle indiscrezioni pervenute in redazione.

Quale la conseguenza?

L’atto privo di efficacia ha impedito che si concretizzasse l’intervento sostitutivo della Regione siciliana e che si procedesse al pagamento degli stipendi in favore dei lavoratori della Formazione professionale.

A cominciare da un esempio concreto: gli oltre 600 dipendenti dello Ial Sicilia, rimasti a bocca asciutta dopo il provvedimento di sospensione prima e revoca dell’accreditamento dopo, emesso dal dipartimento alla Formazione professionale. Mesi e mesi di chiacchiere e promesse per scoprire l’inghippo che avrebbe impoverito i dipendenti dello Ial, ancora oggi senza stipendi e senza lavoro.

Gli uffici del dipartimento regionale avrebbero potuto e dovuto applicare l’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 5 ottobre 2010, sostituendosi allo Ial Sicilia nell’erogazione degli stipendi al personale dipendente. Ma invece qualcosa non ha funzionato.

Qualcosa si sarebbe inceppata nell’iter di perfezionamento dell’atto di indirizzo assessoriale, emanato, come ricordato, dall’assessore Scilabra il 7 novembre 2013.

Da quanto abbiamo appreso, la responsabilità della mancata applicazione dell’articolo 5 del citato decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 2010, potrebbe essere in capo al Governo regionale e all’assessore Nelli Scilabra.

Non parliamo solamente di responsabilità politica, ma anche di madornali errori, o diaboliche alchimie, nella gestione della vicenda che avrebbero gettato nella povertà i lavoratori del settore. Una bella responsabilità, morale e politica, prima di tutto!

Ricordiamo che, quella del mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori del settore, con tempi di attesa che superano, in molti casi, anche i 24 mesi, è la madre di tutte le emergenze che hanno ‘insanguinato’ il settore della Formazione professionale durante la gestione del presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Esiste, come abbiamo visto, uno strumento legislativo che disciplina l’intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza retributiva dell’esecutore e del subappaltatore. Si tratta del già citato decreto del Presidente della Repubblica (dpr), del 5 ottobre 2010, n.207 che all’articolo 5 disciplina proprio l’intervento sostitutivo per garantire il pagamento degli stipendi al personale impiegato nell’appalto.

Nel settore della Formazione professionale significa che il dipartimento regionale alla Formazione professionale, in applicazione dell’articolo 5 del citato decreto 207/2010, si sostituisce agli enti formativi nel pagare le spettanze ai dipendenti, in tutti i casi di sospensione dell’attività, di revoca dell’accreditamento.

Questo, però, non è accaduto e la storia è finita nel dimenticatoio. Ma perché tutto questo è avvenuto? Come mai le lamentele dei lavoratori, forse troppo poco efficaci, così come le proteste sulla mancata applicazione dell’articolo 5 del richiamato decreto, sarebbero state ammutolite? Che ruolo avrebbero avuto i sindacati su questa vicenda?

Ancora: cosa si dovrebbe tenere nascosto per evitare che l’opinione pubblica ne venga a conoscenza scalfendo la credibilità (ammesso che l’abbia ancora) del Governo della ‘rivoluzione’ in salsa crocettiana?

Dalla ricostruzione fatta, mettendo insieme i cocci di un racconto riferito al nostro giornale, l’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, avrebbe trasmesso con nota protocollo n.5138/Gab. del 7 novembre 2013, una direttiva indirizzata al dirigente generale, ai fini dell’applicazione del citato articolo 5 del dpr n.207/2010.

Nella direttiva trasmessa alla dottoressa Anna Rosa Corsello, all’epoca dei fatti alla guida di questo ramo dell’Amministrazione, l’assessore Scilabra invitava la dirigente generale ad “adottare le procedure amministrative più opportune per sbloccare i finanziamenti a valere sull’Avviso 20/2011 non ancora erogati agli enti gestori cui l’amministrazione ha revocato l’accreditamento e conferendo alle risorse da trasferire l’esclusivo vincolo di destinazione al pagamento delle spese per il personale dipendente”.

L’assessore Scilabra indicava nel provvedimento anche la finalità che giustificava l’atto di indirizzo, che richiamiamo a chiarimento. E cioè:

“Salvaguardare il superiore interesse pubblico a contenere i forti disordini sociali che attanagliano la Formazione professionale, causati soprattutto dalle gravi difficoltà economiche in cui versano numerosi lavoratori del settore, che hanno comunque diritto di percepire la propria retribuzione per la prestazione retributiva resa”.

Ci risulta che la dottoressa Corsello abbia trasmesso agli uffici del dipartimento l’atto di indirizzo per quanto di competenza.

Gli uffici preposti alla gestione dei mandati di pagamento delle filiere degli Interventi formativi e dell’Obbligo formativo (IeFp ex Oif), da quanto appreso dalle citate indiscrezioni, avrebbero provveduto a trasmettere i relativi mandati di pagamento alla Ragioneria centrale del dipartimento dell’Istruzione e della Formazione professionale, in applicazione di quanto previsto dall’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n.207 del 5 ottobre 2010.

L’ufficio di Ragioneria, sempre da indiscrezioni apprese, non avrebbe riconosciuto il valore dell’atto in quanto – come già ricordato – carente del supporto di una delibera di Giunta che indicasse espressamente quale destinatario della disposizione anche la Ragioneria centrale della Regione siciliana, procedendo così a porre rilievo sui mandati e rispedendo indietro i carteggi.

L’iter amministrativo non si sarebbe, quindi, perfezionato, per la mancanza dell’atto di indirizzo del Governo regionale. Leggerezza o premeditazione?

In effetti la delibera di Giunta che fa espresso richiamo al dpr n.207/2010 è la n.200 del 6 giugno 2013.

Il richiamato atto di indirizzo dell’esecutivo regionale fa espresso riferimento solamente all’articolo 4 in materia di intervento sostitutivo della stazione appaltante in caso di irregolarità del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) e non anche all’articolo 5.

La citata direttiva del Governo n.200/2013, indirizzata sia agli uffici del dipartimento Formazione professionale, sia alla Ragioneria centrale della Regione, in esecuzione di quanto stabilito dalla circolare diramata dall’Inps, n.54 del 30 aprile 2012, ha autorizzato l’Amministrazione regionale ad esercitare il potere sostitutivo nei confronti degli enti con debito contributivo, trattenendo dal certificato di pagamento l’importo corrispondente alle inadempienza accertate nel Durc.

Dalla ricostruzione effettuata, qualora le indiscrezioni risultassero a verità, emergerebbe una responsabilità dell’assessore Scilabra in ordine a un tema importante e delicatissimo come quello delle spettanze ai lavoratori del settore.

L’operato dell’assessore Scilabra non convincerebbe sia per la ricostruzione degli eventi, sia per le conseguenze disastrose nei confronti di circa 8 mila lavoratori ancora oggi creditori di 12 mensilità in media, con punte di oltre due anni di stipendi maturati.

L’assessore alla Formazione professionale quando lo ritiene porta gli atti in Giunta e quando decide di agire da sola emette direttive non supportate da alcun apprezzamento del Governo regionale: perché? Come mai l’assessore condivide con la Giunta altri aspetti amministrativi e, invece, nel caso del pagamento degli stipendi ai lavoratori, ha agito in modo diverso?

Per essere chiari: per quale motivo l’assessore Scilabra non ha portato in Giunta regionale la proposta di applicazione dell’articolo 5 del dpr n.207/2013, sulla falsa riga dell’articolo 4?

Così succede che l’articolo 4 del dpr n.207/2010 trova applicazione nella Regione siciliana, mentre l’articolo 5, invece, no. Un caso o che altro?

E pensare che è proprio sul ritardato pagamento delle spettanze ai lavoratori della Formazione professionale che si è consumata la ‘macelleria sociale’ a danno di 8000 famiglie.

Tra sorrisi e ammiccamenti, che hanno mortificato la dignità degli operatori della Formazione professionale con un’operazione mediatica chirurgica quanto efficace, il Governo Crocetta ha drogato l’informazione, mitragliandola con dichiarazioni e spot positivi e fiduciosi, che dipingevano una formazione professionale ripulita dai ladri e dai malfattori, facendo apparire ciò che non era.

Una Formazione professionale, quella siciliana, che è rimasta in emergenza sociale e che registra un tasso di povertà schizzato alle stelle, mai riscontrato prima con la fiducia degli operatori caduta ai minimi termini.

 

 


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