Formazione: Cefop/Cerf, nel silenzio prosegue l’agonia dei lavoratori

LA FINE INGLORIOSA DELL’ENTE PIU’ GRANDE DELLA SICILIA E’ L’EMBLEMA DELLO SFASCIO DEL SETTORE CAUSATO DA UNO STRANO FARE DELLA POLITICA: ‘PRIMA SUCCHIA E POI SPUTA’. IL RISULTATO? LA MACELLERIA SOCIALE DEI TRE: CROCETTA-SCILABRA-CORSELLO

Serpeggia il malumore tra i lavoratori della Formazione professionale. Sono in tanti a sentirsi traditi dal Governo regionale e dai sindacati.

Il caso del Cefop è il paradosso di una Sicilia che, ripiegando su se stessa, cancella ogni velleità futura e la stessa speranza di un lavoro.

Adesso non c’è più nessuno che può garantire tra i lavoratori i controlli di Audit. Ovvero le verifiche di secondo livello sull’attività formativa conclusa e finanziata con la prima annualità dell’Avviso 20/2011. E quel che è peggio, senza uffici operanti ed a causa della mancata definizione della cessione all’ente di formazione Cerf, che lo ha acquistato con atto notarile, dei decreti di finanziamento pari a circa diciassette milioni di euro a valere sulla seconda annualità del citato Avviso 20, il Cefop non potrà presentare la programmazione della terza annualità finanziata con le risorse del ‘Piano giovani’.

Oltre al danno la beffa, per i lavoratori. Il Cefop non esiste più, il Cerf non ha titolo a presentare la documentazione per l’ottenimento del finanziamento sia della seconda che della terza annualità, ed i lavoratori restano nel limbo senza lavoro, senza retribuzioni pregresse e future e senza dignità.

Ad aggravare la vicenda, il mancato avvio del progetto Prometeo presso il Ciapi che avrebbe dato ossigeno almeno ad una parte degli oltre quattrocento lavoratori.

La mancata effettuazione dei controlli di Audit potrebbe complicare ancora una volta la vita dei lavoratori ex Cefop. In assenza di controlli in sede di rendicontazione, l’Unione europea potrebbe chiedere indietro le somme spese per le attività formative della prima annualità dell’Avviso 20 finanziato con il Fondo sociale europeo.

Nonostante la gestione commissariale, ben poco è cambiato. Le sorti del Cefop, dopo la dichiarazione di stato di insolvenza da parte del Tribunale di Palermo, a seguito dell’istanza depositata tre anni fa da uno sparuto cerchio di lavoratori, non sono mutate: fallimento, chiusura e licenziamento dei lavoratori. Adesso anche al vendita bloccata dal dietro front della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale.

Tra gli ex dipendenti del Cefop in tanti hanno dichiarato al nostro giornale di voler tornare a lavorare per un qualsiasi ente di formazione professionale, che si chiami Cefop, Cerf od altro non importa. Sono in tanti, tra i lavoratori, a ritenere che il Ciapi sia soltanto un passaggio transitorio che il Governo regionale ha attivato per garantire il lavoro ad una parte dei lavoratori interessati da procedure di mobilità o di licenziamento.

Il futuro lavorativo, secondo molti dipendenti ex Cefop intervistati nei giorni scorsi, è legato ad un ente di formazione e non nel precariato di forme di lavoro come quelle attuate attraverso il Ciapi.

Prima o poi dovrà emergere la responsabilità su quanto accaduto all’ente Cefop. I lavoratori per il momento sono gli unici ad aver pagato in termini di spettanze maturate e non incassate relative al passato.

Rimane un presente pieno di dubbi e con retribuzioni che non arrivano. E, soprattutto, un futuro costellato da grandissima incertezza. Se questa vogliamo chiamarla gestione…

È stata macelleria sociale e null’altro. Presidente Rosario Crocetta, ne renda atto: anche perché di questa macelleria sociale lei, l’assessore Nelli Scilabra e la dottoressa Corsello siete i veri protagonisti.


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