Formazione/ Bernava (Cisl): “Un modello integrato per qualificare il settore e salvaguardare i lavoratori”

Sul futuro del settore in sicilia parla il segretario generale dell’organizzazione sindacale, Maurizio Bernava.

Il futuro della Formazione professionale in Sicilia passa attraverso un modello integrato che metta in rapporto il sistema impresa, il sistema formativo, gli strumenti di flessibilità del mercato del lavoro, il sistema dell’istruzione e dell’università. Ad affermarlo il segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava.

In un’intervista rilasciata al nostro giornale il segretario ha analizzato il settore della Formazione professionale , in lungo e in largo, facendo emergere le storture di una organizzazione oramai superata e vecchia di almeno vent’anni.

Un sistema unico che possa essere governato da una Cabina di regia espressione di tutti i sistemi. L’idea che abbiamo raccolto è quella di un moderno approccio sistemico che, secondo la Cisl, possa pianificare gli interventi strutturali in un processo di adeguamento agli orientamenti comunitari e nazionali.

“Penso a un percorso indifferibile per qualificare la Formazione professionale – ci dice Bernava – abbandonando il vecchio approccio e accompagnarlo ad un moderno sistema organico che funzioni come la legge dei vasi comunicanti, formazione, imprese, scuola, tirocini aziendali, apprendistato, università”.

Per Bernava è indispensabile mettere insieme strumenti di confronto e monitoraggio che misurino la qualità reale del servizio formativo offerto. Per attuare ciò “urgono – aggiunge il segretario generale della Cisl siciliana – accordi condivisi, atti amministrativi chiari e facilmente applicabili e un’unica nuova legge che metta insieme gli strumenti”.

Bernava insiste sul ruolo centrale della Formazione professionale all’interno di una prospettiva del mercato del lavoro che cambia. “Partire dalle competenze presenti nel settore – dice Bernava – per riscrivere le regole che diano prospettiva e garanzie reali alle imprese. Ed allora diventa indifferibile intraprendere un percorso virtuoso che faciliti l’accesso al lavoro attraverso l’utilizzo sistemico degli strumenti a disposizione. Il pensiero va alla dispersione scolastica, contrastabile con i percorsi di obbligo scolastico, all’apprendistato professionalizzante come risposta all’alternanza scuola/lavoro, agli strumenti di flessibilità in entrata ed uscita che possano premiare i picchi di lavoro stagionale”.

“Per porre in essere un modello virtuoso e di interscambio scuola-formazione-lavoro – aggiunge il leader della Cisl dell’Isola – serve il coraggio dell’azione. Modernizzare la Formazione professionale significa cambiare pagina e partire da alcune scelte forti e concrete”.

La Cisl dice basta al grande sacco del debito incontrollato che ha ingigantito a dismisura gli occupati, ammalando il sistema economico intorno alla Formazione professionale e portandolo ad una condizione di insostenibilità.

“Cambiare significa – chiarisce Bernava – partire dalla tutela degli ultimi in un approccio solidale che garantisca sia chi resta che chi esce. Chi ha sperperato è giusto che vada fuori senza con questo massacrare i lavoratori, vittime del sistema politico”.

Poi c’è il nodo politico. Su questo versante il sindacalista chiarisce che “fare le battaglie spettacolo su cose che noi stessi abbiamo più volte denunciato non aiuta a rifondare la Formazione professionale. Servono interventi strutturali e non slogan che camuffano la mancanza di idee su cosa fare”.

È critico Bernava verso quella politica che parla e non fa, che è pronta a criminalizzare i lavoratori, ad umiliarli ma che non possiede un vero e proprio disegno organico di riforma. Non risparmia critiche al precedente Governo regionale che ha tradito gli accordi sottoscritti.

“Raffaele Lombardo . dice il segretario generale della Cisl isolana – ha tradito il patto sulla buona formazione”.

Era inevitabile il passaggio al Fondo sociale europeo (Fse) per liberare le risorse di bilancio. È lo stesso segretario a ricordare gli sforzi compiuti per agganciare al Piano di azione e coesione (Pac) il passaggio dal vecchio al nuovo sistema formativo. “In questo avevamo condiviso la scelta dell’allora dirigente generale, Ludovico Albert – prosegue Bernava – al quale rimproveriamo di avere assecondato la politica non impedendo la grande abbuffata. Si è persa così la grande occasione di accompagnare il settore ad un moderno sistema organico che in 4, 5 anni, con l’aiuto di strumenti incentivanti, che avrebbe qualificato gli Enti e utilizzato al meglio le tante professionalità tra i lavoratori”.

Anche sulle nuove regole dell’accreditamento il segretario si mostra critico e ricorda che sarebbe stato sufficiente attuare quelle previste dal Fse e che lo stesso Albert non ha applicato. Eppure la Cisl aveva più volte tracciato la direzione di marcia volta a governare gli esuberi attraverso processi di accompagnamento al prepensionamento incentivato, alla riqualificazione e ricollocazione, al lavoro promosso nei quartieri a rischio, al tutoraggio nelle imprese, all’apprendistato.

“Le risorse del Fondo sociale europeo dovevano servire – ricorda Bernava – ad incentivare le politiche attive del lavoro per impegnare la parte buona del personale; le garanzie occupazionali passano, infatti, da un sistema di qualità”.

Per la Cisl siciliana, il Pac è stato tradito dal precedente Governo come dall’attuale, nonostante il fatto che il ministro della Coesione territoriale dell’epoca, Fabrizio Barca, avesse fornito ampie garanzie sulla possibilità di utilizzare lo strumento proprio per qualificare il sistema nella sua complessità.

“Invece, la Formazione professionale continua ancora oggi ad essere strumento della politica – sottolinea Bernava – la cosiddetta nuova formazione occupa gli enti con forniture, incarichi, assunzioni”.

Quello che manca è un confronto vero con il Governo nazionale e con l’Unione Europea. “Se non lo fa il Governo regionale – rimarca il segretario – arriverà, prima o poi, come imposizione. La regionalizzazione del mercato del lavoro, attuata negli anni scorsi per adeguare gli strumenti alle realtà del territorio, è diventata una grande abbuffata. Oggi avvertiamo segnali in contro tendenza con la nascita dell’Agenzia nazionale del lavoro e dell’Agenzia nazionale di sostegno alla progettazione; avventure di spreco senza riqualificare i sistemi non saranno più possibili”.

Impietosa la critica della Cisl sul’attuale gestione del sistema formativo regionale, lontano dall’applicazione degli indicatori nazionali. Per Bernava, in Sicilia prosegue la politica degli interventi spezzatino che allontanano l’Isola dal modello integrato, flessibile e qualificato. Anche sulla spesa non si registrano iniziative per invertire la rotta.

“Un servizio o un bene ha un costo che potrebbe essere fissato – ricorda Bernava – a un prezzo indicato al quale tutti gli enti dovrebbero attenersi e invece le spese per forniture, per esempio, continuano ad essere fuori controllo”.

Per la Cisl, è l’ora del cambiamento strutturale, da favorire attraverso meccanismi e approcci nuovi e in linea con quanto già deciso a livello comunitario e nazionale. Costruire processi di cambiamento vero attraverso un processo sinergico tra lavoratori disponibili e professionali e imprese vere.

“Il bollettino macabro delle conferenze e dei convegni sul vecchio modo di fare – dichiara Bernava – non ci appartengono e non servono di certo al miglioramento complessivo del sistema”.

Il segretario generale esprime poi il giudizio negativo sull’operato dell’assessore regionale per il Lavoro, Ester Bonafede, e per il dirigente generale al ramo, Anna Rosa Corsello per via della situazione dei lavoratori degli Sportelli multifunzionali che è a dir poco disastrosa. Secondo Bernava è gravissimo quanto accaduto in merito all’utilizzo delle risorse comunitarie. La Cisl ha scoperto che al 31 dicembre 2012 vi era una disponibilità di 400 milioni di euro per erogare gli acconti agli sportelli multifunzionali. Somme che non sono state utilizzate perché la Bonafede nel 2012 ha speso più di quanto aveva nelle disponibilità. In sede di chiusura della rendicontazione Fse, al 31 maggio scorso, le risorse disponibili erano solamente 5 milioni di euro. E intanto i lavoratori si recano sul posto di lavoro gratis, un fatto inaccettabile.

“Abbiamo chiesto al presidente Crocetta – dice Bernava – un intervento straordinario con anticipazioni dal bilancio regionale”. La vicenda, di per se grave, fa emergere l’incapacità della Regione siciliana di maneggiare i meccanismi del Fondo sociale europeo. Il segretario è risoluto su questo argomento, “che si trovi un tecnico, un esperto che ci dica la verità, sul Fse bisogna ripartire da zero cominciando col dire, per l’appunto la verità, così come serve un’assistenza tecnica adeguata, una piattaforma informatica adeguata e una struttura burocratica adeguata. La Commissione europea ha più volte richiamato la Regione siciliana sulla turnazione dei dirigenti generali, vanno evitati ulteriori richiami”.

Puntare, quindi, sulla qualità e non sulla frammentazione degli interventi. Serve il coraggio di dire basta all’abbuffata degli appalti. Su questi contenuti la Cisl c’è.


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