Di giuseppe messina
Formazione, Albert ‘rimandato’ a settembre
Rimandato a settembre perché impreparato sulla materia della formazione professionale. E questo il risultato della partecipazione del Dirigente Generale a capo del Dipartimento regionale istruzione e formazione professionale, Ludovico Albert, ai lavori della V Commissione dellAssemblea Regionale Siciliana (di seguito ARS), deputata ad occuparsi anche di formazione professionale.
Risultato che dovrebbe far riflettere il Presidente della Regione per una presa di posizione chiara sul ruolo e sul futuro dello stesso settore della formazione professionale, per troppo tempo chiacchierato ed oggetto di graqnde attenzione degli inquirenti a tutti i livelli. E inaccettabile, a nostro avviso, che un esperto di formazione professionale almeno così è stato presentato allatto della nomina da parte del Presidente della Regione partecipi ad una pubblica audizione nella sede della massima istituzione in Sicilia, alla presenza dei parlamentari regionali e delle parti sociali invitate, per rispondere ai tanti quesiti posti con un non sono preparato.
E un vero e proprio atto di sfida alle istituzioni siciliane. Non era mai accaduto, infatti, che si presentasse in una pubblica audizione allARS un esperto di formazione professionale con il ruolo assegnatogli dal governo in carica di vertice della burocrazia e che lo stesso assumesse un atteggiamento impertinente ed altezzoso rispetto sia allorgano consultivo del parlamento siciliano che ai rappresentanti dei lavoratori.
Con sufficienza disarmante si è rifiutato di rispondere a domande concernenti per esempio il 20% di integrazione sulla indennità di cassa integrazione in favore dei lavoratori del settore della formazione professionale frutto di un accordo sindacale siglato anche dal dirigente generale lanno scorso. Così come si è dichiarato impreparato su unaltra questione spinosa che si trascina da un decennio e per la quale lo stesso aveva assunto precisi impegni: gli arretrati contrattuali 1998/2003 non percepiti ancora dai lavoratori per incapienza di risorse finanziarie da parte dellassessorato regionale istruzione e formazione professionale.
Forte dellappoggio incondizionato e per certi versi inspiegabile visti i risultati finora ottenuti dei parlamentari del PD presenti in Commissione Lavoro, il dirigente generale alla istruzione e formazione ha relazionato sullAvviso 20 con un fare arrogante che non si confà a nostro avviso con le storture che si porta appresso.
Intanto, si rimanda continuamente lavvio delle attività ed il rientro del personale dalla cassa integrazione ( si prevede una richiesta per 8 mila lavoratori per i mesi di giugno, luglio e agosto): le attività didattiche ha dichiarato il dirigente generale si avvieranno il 13 settembre mentre lo stesso ha comunicato che emanerà una Circolare (lennesima di una serie interminabile di circolari e decreti che modificano e/o annullano le precedenti, un caos) per la progettazione esecutiva che gli enti dovranno presentare entro il 3 agosto. E lennesima dichiarazione ad effetto priva di fondamento e certezza perché restiamo convinti che neanche per metà settembre potranno vedersi gli oltre 40 mila allievi frequentare in aula i corsi di formazione professionale.La ragione è semplice, solamente dopo aver istruito i progetti esecutivi, che gli enti dovranno presentare entro
il 3 agosto, il Dipartimento potrà inviare alla Corte dei Conti gli otre 600 decreti di finanziamento per il visto preventivo. Visto che la Corte dei Conti ha fatto sapere sarà apposto su ogni singolo decreto.
E con lavvicinarsi del mese di agosto, mese in cui la magistratura contabile è a riposo, i tempi per la registrazione dei decreti di finanziamento si allunga a settembre. Senza il decreto di finanziamento un ente beneficiario è impossibilitato a sottoscrivere polizza fideiussoria propedeutica per lottenimento dellanticipazione necessaria allavvio delle attività didattiche. Il gatto che si morde la coda, tanto per cambiare.
La poltrona di Via Ausonia (sede del dipartimento istruzione e formazione professionale) scricchiola sempre più. La credibilità del dirigente generale, dopo lapparizione arrogante e scarna di contenuti di ieri allARS, scema sempre più anche a causa della rincorsa sterile alle continue smentite su fatti oramai accaduti. E il caso degli oltre 400 tra ricorsi ed osservazioni posti allAvviso 20, smentiti dallo stesso dirigente generale e per i quali pare si aggiungeranno altri ricorsi dopo la registrazione dei decreti di finanziamento – che sanciranno vincitori ed vinti – e una class action collettiva contro lazione della pubblica amministrazione rappresentata per lappunto dal dirigente generale al Dipartimento istruzione e formazione professionale.
Agghiacciante poi latteggiamento di strafottenza del dirigente generale verso le sorti dei lavoratori, comportamento emerso con chiarezza nel corso dellaudizione e rimarcato in alcune dichiarazioni dove lo stesso ha sottolineato come il personale potrebbe pure non rientrare. Ciò significa che la posizione del dirigente generale èdichiaratamente sbordata verso gli enti formativi ai quali paradossalmente, con il sistema messo in piedi, si consentirà lottenimento di utili dalla gestione dei percorsi formativi finanziati con lAvviso 20.
Forse è proprio questa la vera riforma voluta dalle forze politiche che negli ultimi due anni hanno autorizzato il dirigente generale a smantellare il sistema formativo, sciolinando un potere senza controlli: trasferimento del finanziamento dal bilancio regionale al fondo sociale europeo con congelamento della garanzie occupazionali e reddituali dei lavoratori, produzione di utili con autonomia di azione degli enti rispetto al reclutamento del personale, riduzione degli enti storici presenti (vedasi il caso della provincia di Caltanissetta impossibilitata ad erogare formazione indirizzata ai diversabili), ingresso di enti nuovi collegati alla compagine governativa. E il caso di un ente nuovo di zecca che si ritrova da subito con un pacchetto di 17 mila ore che significano il soldoni oltre 2,5 milioni di euro annui per tre anni.
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