Formazione, Albert: “Perché sedici mesi per far partire il Piano Giovani?”

DURO ATTACCO DELL’EX DIRIGENTE GENERALE DEL SETTORE ALL’ASSESSORE NELLI SCILABRA. SULLO SFONDO, UN  GOVERNO CHE SEMBRA USARE IL SISTEMA FORMATIVO COME ‘BILANCINO’ IN UNA GUERRA TUTTA INTERNA AL PD

“Come mai c’è voluto un anno e mezzo per rendere disponibile il Piano giovani?”. E’ l’interrogativo che si è posto l’ex dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Ludovico Albert. L’esperto torinese, mandato giù in Sicilia nel 2011 dal PD, dopo l’entrata dei tecnici di riferimento nella Giunta guidata dall’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha bacchettato la giovane “assessora” alla Formazione professionale in Sicilia, Nelli Scilabra.

Non è la prima volta, anzi pende una denuncia per diffamazione a mezzo stampa dell’ex dirigente generale della Formazione professionale siciliana e dell’allora assessore al ramo, Mario Centorrino, proprio contro l’assessore Scilabra. Lo stesso dottore Albert ha ricordato, in una sua dichiarazione alla stampa, come il Piano giovani sia stato approvato con delibera di Giunta regionale il 21 giugno 2012.

Se si considera che nel mese di novembre dello stesso anno il Governo del presidente Rosario Crocetta si è messo in moto insediandosi, sono trascorsi oltre sedici mesi di attesa per rendere esecutivo uno strumento già pronto. Pazzesco il ritardo che ha penalizzato esclusivamente i lavoratori del settore rimasti all’asciutto per diversi mesi.

L’accusa del dottore Albert in merito ai ritardi nell’avvio dell’attività formativa la dice lunga sull’immobilismo e la scarsa praticità dell’assessore Scilabra con la materia, di per sè complessa della Formazione professionale.

Vecchie ruggini tra il governatore e l’esperto di fondi comunitari vicino al sindaco di Torino, Piero Fassino?

Può darsi, se si pensa che uno dei primissimi atti compiuti da presidente Crocetta è stato proprio ‘cacciare’ Albert. Un gesto mai chiarito o spiegato, quello del governatore della Sicilia. Ed intanto le parole del dottore Albert hanno messo il dito sulla piaga.

Il Governo Crocetta, fino ad oggi, non ha mai avuto un’idea di riforma del settore, non ha mai voluto riorganizzarlo ed anzi si è messo da subito ‘di traverso’ per imbrigliarlo, incartarlo e delegittimarlo. Il presidente Crocetta, in particolare, ha assunto l’atteggiamento dello “sceriffo” in cerca di enti formativi da chiudere con il chiaro proposito di scardinare il sistema senza creare alcun percorso virtuoso. Atteggiamento pericoloso che ha portato a chiudere enti sulla scorta di motivazioni più politiche che di illegalità.

La magistratura ha il compito di scovare i malfattori e lo fa bene ed al meglio delle sue possibilità, dando risultati brillanti come nei casi delle inchieste messinese e catanese. Tornando al versante dell’esecutivo regionale, solo annunci, accordi sottoscritti e chiacchiere su una possibile riforma che non si è mai concretizzata. Non è mai stato definito un moderno modello operativo efficace ed efficiente di riforma del settore della Formazione professionale. Ha contrastato il clientelismo il presidente Crocetta, senza accorgersi che con ogni probabilità potrebbero essersi annidarsi, nel contempo, possibili forme di nuovo affarismo politico.

Non è un caso che certi enti formativi si stiano organizzando per racimolare qualche acconto di finanziamento a valere sul Piano giovani per poi mettere in liquidazione l’azienda magari non pagando i propri dipendenti, nel frattempo messi in mobilità con compiacenti sindacalisti. Quale la convenienza?

Liberarsi dei lavoratori e dei debiti per partecipare alla gestione dei voucher formativi, strumento di pseudo riforma annunciato dal presidente Crocetta. E per farlo sarebbero pronti a mettere in campo nuovi soggetti giuridici privi del fardello dei dipendenti. Clientelismo che si sostituisce a nuovo clientelismo? Lotta di facciata per nascondere nuovi accordi per gli amici degli amici vicini magari al Governo regionale? Difficile a dirsi e benchè meno a provarlo. Però se vero non è, qua “gatta ci cova”.

Fa bene il dottore Albert a prendere le distanze dall'”assessora” Scilabra. Da qualche tempo, si registrano strani movimenti in assessorato regionale alla formazione professionale dove non si capisce più chi fa cosa. Su un’altra polemica scoppiata nei giorni scorsi in merito ad un bando voluto dalla Scilabra per il reclutamento di esperti in social network, diverse indiscrezioni confermano come siano qualche decina le istanze provenienti da personale interno all’amministrazione regionale.

Una mossa che la giovane “assessora” forse non aveva previsto e l’inesperienza l’ha spinta a dichiarare che nessuna istanza sia mai pervenuta. E ciò non è vero. Dalle indiscrezioni assunte nei corridoi del dipartimento Funzione pubblica di istanze provenienti dal personale regionale ne sono arrivate. Ed allora, in perfetta simbiosi con l’agire tipico del presidente Crocetta, la Scilabra ha pensato bene di polemizzare con la vecchia amministrazione e con il dottore Albert per sviare l’attenzione sul tentativo di dare risposte concrete non tanto ai lavoratori, ma agli amici degli amici. Fa comodo qualche incarico in più per qualche titolato esterno all’amministrazione, tanto più che stiamo entrando nei trenta giorni che ci separano dal voto per esprimere i rappresentanti siciliani al parlamento europeo.

Peccato per l’inesperta Nellina che l’ex dirigente generale le mani sapeva dove metterle al punto da ricordarsi ogni atto, ogni sfumatura della sua gestione. E’ stato proprio il dottore Albert a far emergere che per il piano di comunicazione la Scilabra abbia alzato l’asticella dell’impegno finanziario. Perche? Forse qualcuno da accontentare tra gli amici degli amici? Chissà!

Un clima mediatico perfetto per alimentare chiacchiere utili a tenere il disparte il vero problema del settore: i pagamenti agli enti ed ai lavoratori, ancora fermi dopo mesi di attesa. Su questo versante in pochi sottolineano, e noi siamo tra questi, come il Presidente Crocetta e la sua giunta siano totalmente e reiteratamente inadempienti rispetto al riconoscimento del secondo acconto pari al cinquanta per cento a valere sul finanziamento complessivo del Piano giovani. Diritto vantato da tutti quegli enti che hanno avviato almeno il settanta per cento delle attività formative per l’anno 2013/2014.

Intanto la cara Nellina si guarda bene dallo sbloccare i pagamenti agli enti ed ai lavoratori. Si guarda bene dall’accelerare le rendicontazioni finali delle pregresse annualità. Si guarda bene dallo sbloccare le polizze fideiussorie bloccate da anni che hanno affossato gli enti formativi ed i loro bilanci. Che si possa prospettare l’ipotesi del “procurato fallimento” degli enti formativi? Chissà.

Se questo dovesse essere l’intento, il disegno politico, perché non mettere al sicuro tutto il personale del sistema formativo regionale? Perchè dopo un anno e mezzo, ci si ritrova a discutere sempre delle stesse criticità senza alcuna soluzione in vista?. L’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale non e’ ancora stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, come mai? E’ possibile che dal novembre 2013 non si sia riusciti a ‘cavare un ragno dal buco’? E’ mai possibile che i lavoratori del settore debbano restare all’asciutto da dodici a ventiquattro mesi senza stipendi? E’ concepibile che tutto ciò accada nel silenzio totale della politica siciliana e nazionale? E’ chiaro che più di qualcosa non va nella gestione della Formazione professionale. E siccome siamo in Sicilia, per attendere qualche risposta, con ogni probabilità sarà necessario attendere che gli eventi maturino. Sperare che chi è deputato ai controlli giunga quanto prima a fare pulizia. Potrebbe essere questa la vera e unica riforma del settore. L’interrogativo è: quando arriveranno le “martellate” siamo sicuri che i lavoratori della formazione professionale, circa dieci mila siciliani, non si siano estinti prima?


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