Fondi europei in Sicilia: lettera di Bernava a Crocetta

“Carissimo Presidente,

siamo a un punto di svolta. La Sicilia ha urgente bisogno di segnali di cambiamento, con soluzioni strategiche immediate, capaci di limitare, almeno, i danni di una programmazione comunitaria compromessa per incapacità, incompetenza e malagestione radicate nella politica e nella pubblica amministrazione regionali. Per questo è importante che Lei nei giorni scorsi abbia indicato come azione prioritaria del Suo Governo, il risanamento del bilancio regionale. Ed è addirittura illuminante che Lei lo abbia detto ora, dopo la supersbornia politico-elettorale che per ben otto mesi ha ubriacato politica e Regione.

Si chiude oggi, venerdì 5 luglio (ieri per chi legge ndr), dopo i Comitati di sorveglianza di giugno, la verifica sullo stato di attuazione del Programma Operativo Fesr 2007-2013, richiesta alla Regione dal Ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento per le politiche di sviluppo). In queste ore è stato rifatto il punto, per assi e linee d’intervento, sull’asfittica capacità regionale di spesa che è stata ripassata ai raggi x. Si tireranno le somme, dopodiché si aprirà una fase nuova. Perché i fondi strutturali Ue sono ancora le uniche risorse a disposizione per politiche di crescita e modernizzazione. E perché, per contrasto, sempre più minaccioso aleggia lo spettro di una programmazione 2007-2013 non dissimile nei risultati dalla vecchia, fallimentare programmazione, 2000-2006.

Così, è importante che Lei, Presidente, nei giorni scorsi abbia indicato come azione prioritaria del Suo governo un piano di risanamento del bilancio. Ma è addirittura “illuminante” dichiararlo dopo la supersbornia di attivita’ politico-elettorale del Suo governo, durata ben otto mesi. Una distrazione e perdita di tempo gia’ denunciati dalla Cisl, perche’ e’ stato un grave e imperdonabile danno sociale aver messo da parte, al culmine della crisi economica e sociale, il minimo impegno a definire strategie e scelte per le vere priorita’ della Sicilia.

Ora, non si perda piu’ tempo. Urgono strategie con programmi pluriennali di risanamento del debito da concordare col governo nazionale, a cominciare dal disastro economico, finanziario e sociale delle societa’ partecipate e controllate dalla regione e dagli enti locali. Urgono una strategia e scelte per interventi concreti e incentivanti per attrarre e sostenere investimenti produttivi nelle aree disponibili dell’Isola. Alla Sicilia urge una riorganizzazione e ricognizione delle risorse disponibili per sostenere la crescente poverta’, gli anziani non autosufficienti, e i lavoratori che perdono il lavoro per effetto della recessione.

Diventa urgente e prioritario un piano operativo concreto per spendere bene su obiettivi produttivi e sociali le ingenti risorse dei fondi Ue. La verifica di questi giorni, dell’attivita’ di spesa di questi fondi da parte dei vari assessorati, per la Cisl deve diventare un’occasione di svolta e rottura col passato recente e remoto.

Ancora una volta la Sicilia arriva in extremis, col rischio reale di perdita e disimpegno di diverse centinaia di milioni di euro disponibili da tempo, per assenza di strategie programmate su obiettivi e indirizzi chiari da parte del governo e del sistema politico, per mancanza del supporto e verifica del confronto sociale necessario, per ramificate incompetenze e incapacita’ consolidate e “certificate” da tempo nei dirigenti e nella macchina amministrativa, per la presenza e pressione di tanti interessi particolari che riescono a frammentare progetti e interventi portando così al fallimento degli interessi generali di crescita, sviluppo e modernizzazione, della Sicilia.

Per la Sicilia i prossimi giorni saranno cruciali, a seguito delle verifiche in corso con il Dps che, dopo i recenti Comitati di sorveglianza, metteranno a nudo limiti, ritardi e rischi di gran parte dell’operato della Regione siciliana in merito alla gestione e spesa degli oltre 6 miliardi di fondi Ue. Non basteranno comunicati, annunci e rassicurazioni mediatiche del governo regionale per nascondere ed evitare l’ennesimo fallimento dell’utilizzo dei fondi Ue, dopo quelli delle precedenti programmazioni. Una programmazione ormai compromessa per insipienza, incapacità e ritardi strutturali della politica e delle amministrazioni regionali e locali degli ultimi 15 anni.

L’attuale Governo regionale anche lui dovrà recuperare in pochi giorni problemi e priorita’ strutturali e determinanti, omessi da otto mesi. Adesso serve un Governo meno impegnato in obiettivi politici e totalmente dedicato a Governare gli aspetti della crisi. Favorire sviluppo e crescita produttiva, risanare il debito perché siamo al default finanziario, attrezzare la Sicilia con sistemi di protezione sociali più efficaci per i veri bisognosi chiudendo con la logica dei “bancomat elettorali”.

Chiediamo al nostro Presidente di dare segni immediati di avere chiara questa consapevolezza. Si apra al confronto con le associazioni del lavoro e delle imprese, ci illustri idee, soluzioni approntate, proposte operative, programmi e strategie finalizzati a recuperare il grave ritardo accumulato e a dare maggiori certezze alla nuova programmazione 2014/2020. Vogliamo essere coinvolti e messi in condizioni di contribuire e collaborare per costruire condizioni per lo sviluppo, il risanamento del debito e un sistema piu’ efficace e giusto di protezione sociale. Sono queste le priorità su cui la Sicilia deve affermare il suo riscatto. Un riscatto che non potrá essere solo il frutto della politica o dell’azione solitaria del Governo.

Caro Presidente ci aspettiamo che da domani, 6 luglio (oggi per chi legge ndr), quando gli ispettori ministeriali avranno completato le verifiche sulla spesa dei diversi dipartimenti e assessorati, Lei ci consegni una strategia semplice, chiara, completa e realizzabile per concretezza, su cui aprire una fase nuove di relazioni sociali basate sul rispetto e sul confronto. Per salvare la programmazione 2007/2013 da disimpegni e fallimenti progettuali che aumenterebbero ulteriormente i debiti del bilancio, per orientare la nuova programmazione su pochi obiettivi senza sprechi e dispersioni. Alla Sicilia, per affrontare seriamente la crisi, serve un clima di fattiva cooperazione tra tutti i soggetti rappresentativi, ancor piu’ di quanto serve al Paese.

Nei prossimi giorni non bastera’ affermare e dimostrare con montagne di carta e tante buoni intenzioni che la Sicilia spendera’ centinaia di milioni di euro al mese entro l’anno per non essere ulteriolmente penalizzata. Diventa vitale per la nostra economia spendere i fondi in fretta ma in modo che abbiano un impatto positivo per attivare vera crescita con investimenti di impresa in tutti i settori (dal manifatturiero, ai servizi, dall’energia al turismo, dalle costruzioni ai rifiuti). Una spesa che va orientata a mettere in atto i progetti gia’ esecutivi e autorizzati, pronti a divenire velocemente investimenti veri e utili. Basta intermediazioni della politica nell’economia, che selezioni e privilegia solo clientele e malaffare.

Sará questo un concreto banco di prova per dimostrare che in Sicilia esiste un modo libero e produttivo nel rapporto tra amministrazione pubblica, imprese e lavoro. Programmazione dei fondi e progetti sono falliti perché condizionati e spesso controllati dalle pesanti intermediazioni del malaffare politico e mafioso. Intermediazioni e controllo che hanno rubato e sprecato risorse importanti.

Bisognera’ chiudere con la prassi consolidata, voluta e coperta da molti potentati politici, che vede i dirigenti da soli, o le varie assistenze tecniche, decidere cosa, quando, a chi e come dare priorita’ o bloccare autorizzazioni e risorse per i vari progetti. Un aspetto determinate, questo, dove si misurera’ se la Sicilia ha veramente imboccato la strada del cambiamento reale o se il perverso connubio del lato peggiore della politica e della burocrazia continua a condizione il destino e le prospettive di riscatto di milioni di siciliani. E’ questo lo spazio in cui si sono consolidati prassi, relazioni, potentati e intermediari vari, dediti alla corruzione.

Dopo i recenti Comitati di Sorveglianza, il cambio necessario del dirigente alla programmazione, la verifica del Dipartimento del ministero alla Coesione, il governo dovra’ dimostrare di aver metabolizzato un immediato salto di qualita’ e cambio di passo necessario per il futuro della Sicilia. Dovra’ essere l’occasione per registrare, nei fatti, che le esigenze dell’economia, del lavoro e delle imprese sono finalmente diventati strategicamente centrali e prioritari nell’azione del governo e della politica. La Cisl Le chiede, e lo “pressa o stressa”, per andare in questa direzione da molto tempo, così come abbiamo fatto col precedente Governo. Lo impongono la crisi, la recessione che incalza, la crescente poverta’, la disoccupazione giovanile senza speranza, l’indebitamento della Regione e degli Enti Locali che aumenta senza controllo contestualmente a un pericoloso livello di conflitto sociale. Tutti elementi preoccupanti che in Sicilia, proprio in questo momento, registrano il livello piu’ alto di pericolosita’.

La Cisl, che della partecipazione e del dialogo fa elemento costitutivo, si aspetta dal Presidente e dal Suo Governo che colgano la portata strategica di tale passaggio, come occasione in cui finalmente l’operosita’ dell’amministrazione tutta, la chiarezza strategica della Giunta e della politica, la concretezza degli obiettivi del confronto sociale da avviare, possano alimentare un clima di fiducia in Sicilia e intorno alla Sicilia. Un clima di fiducia essenziale per richiamare investitori, per sollecitare le imprese a riprendere il rischio degli investimenti, per ridare speranza a giovani e meno giovani senza prospettive di lavoro e reddito.

Un clima di fiducia sulla reale volonta’ di cambiamento della Sicilia di affrontare in modo nuovo le vicende economiche e della crisi, può diventare il capitale sociale su cui convincere il Governo nazionale e la Ue ad affidarci fiducia e sostegno, con le risorse e le deroghe aggiuntive adeguate alla gravitá della situazione siciliana. La Cisl La invita, Presidente Crocetta, ad affrontare i passaggi di questi giorni, cruciali per il destino dei fondi UE, con questo spirito collaborativo e con una rinnovata visione strategica. Per la Cisl sarebbe assurdo vanificare questo momento relegandolo a un passaggio solo tecnico e amministrativo, chiuso nella discussione interna alla dialettica politica tra Giunta ed Ars, peggio, diffondendo messaggi di autocertificazione mediatica e autoreferenziale. Adesso serve registrare i risultati concreti e saranno solo loro, nel tempo, a dimostrare la capacita’ e il successo dell’azione del Governo e di tutta la classe dirigente di una comunita’. Classe dirigente siciliana e del Paese di cui sentiamo di far parte e a cui sentiamo di dover/poter contribuire con responsabilita’ ed etica, anche come sindacato.

Confidiamo nella Sua consapevolezza e disponibilità a investire sul confronto e a dedicarsi con tenacia e determinazione alla costruzione di una nuova fase di riscatto della Sicilia, che passa dalla capacità di affrontare i nodi strutturali della crisi, dell’economia, del lavoro, della grave condizione sociale”.

 


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