L'impresa catanese conta un milione di clienti in tutta Italia. L'obiettivo adesso è guardare anche ai Paesi esteri
Flazio festeggia i suoi dieci anni. «Abbiamo fatto impresa digitale nel nostro territorio. Un riscatto per la Sicilia»
Dieci di successi. Festeggiamenti in grande stile, a Catania, per il decennale delle attività di Flazio, l’impresa leader nel settore nata da un’idea del suo fondatore: Flavio Fazio. Un pizzico di invenzione, tanta follia ma soprattutto passione per il proprio lavoro. Sono questi gli ingredienti che negli anni hanno caratterizzato l’operato del suo team attivo nella creazione di siti internet e non solo. Già perché nel tempo la squadra è cresciuta ed è riuscita a dimostrare che anche nella città etnea è possibile mettere in piedi una realtà produttiva capace di ritagliarsi un proprio spazio a livello nazionale e internazionale. Soluzioni innovative, capacità di intercettare i bisogni e sguardo al futuro. Così la squadra che nel tempo è stata creata, riesce a raggiungere ogni traguardo. «Sono dieci anni – ha detto Flavio Fazio – di soddisfazioni e rivincite. Siamo riusciti a riscattare la Sicilia, a fare impresa in questa regione. Siamo riusciti a fare impresa digitale nel nostro territorio, cosa ancora più difficile. Oggi abbiamo un milione di clienti in tutta Italia. La maggior parte al Nord. I nostri prodotti sono ideati, progettati e sviluppati al Sud. Lavoriamo con i migliori talenti, tutti siciliani».
E proprio per tale ragione, i fiori all’occhiello di Flazio sono rappresentati dai giovani che hanno scelto non solo di rimanere in terra sicula ma di fare rientro dopo esperienze importanti con multinazionali. È lo stesso Flavio Fazio che cita Alessio Cantarella. «Lavorava in Microsoft – prosegue – ma ha lasciato per venire a lavorare in un’impresa come la nostra che permette di creare siti web e che gestisce clienti con grandi risultati ed estremo orgoglio». Una platea globale che comunica in tante lingue e con un solo punto di partenza: Catania. Obiettivi proiettati anche in Spagna, Francia e in tanti altri Paesi. Nel nostro lavoro «c’è tanta follia – continua – la stessa che ci ha spinti a fare quel passo in più. Noi speriamo di mantenere questa follia, non diventare tradizionalisti e non avere paura di osare. Sappiamo che è una scintilla da preservare e la conserviamo con cura».