Fiumefreddo, previsti quattordici nuovi lidi Legambiente: «Ennesimo assalto alle coste»

È uno dei pochi tratti della costa ionica catanese rimasto libero da lidi, bar e ristoranti. Due chilometri e mezzo di spiagge, che sono valse a Fiumefreddo di Sicilia la Bandiera Blu dal 2006 al 2011. Un’oasi su cui adesso il comune ionico ha in programma di costruire 14 stazioni balneari – che si aggiungono alle tre già esistenti – attività ricettive e punti di ristoro. Si chiama Piano di utilizzo del demanio marittimo ed è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale lo scorso 19 giugno. Un progetto che per i politici locali rappresenta «un volano per l’economia di Fiumefreddo ed eliminerebbe la piaga degli attendamenti», ma che viene bollato dalle associazioni ambientaliste come «l’ennesimo assalto alle coste, che per di più fanno parte di due siti di interesse comunitario, La Gurna e la Riserva naturale del fiume Fiumefreddo».

Nel centro ionico se ne discute da quasi dieci anni. L’attuale progetto era stato già presentato nel 2010 all’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente che però lo aveva rispedito al mittente. Troppo poco lo spazio libero previsto tra un lido e l’altro. «Stavolta – spiega Giuseppe Nucifora, consigliere comunale – abbiamo fatto tutto secondo le norme: la distanza tra le stazioni balneari sarà di cento metri, come prevede la legge. Così l’area destinata a spiaggia libera sarà comunque più grande di quella occupata dai lidi». Accanto a sdraio e ombrelloni nascerebbero cinque «aree commerciali» da 200 metri quadrati e sei «chioschi» da cento metri quadrati. «Strutture rimovibili, realizzate con materiale ecosostenibile come il legno e che verrebbero smontate alla fine della stagione estiva», precisa il consigliere Nucifora. Quale sarebbe la reale destinazione di quelle che vengono genericamente definite attività commerciali ancora non si sa, ma Nucifora lascia aperta la strada all’iniziativa dei privati. «Possono presentare progetti per qualsiasi cosa – spiega – anche ristoranti, in ogni caso dovranno essere sottoposti prima alla valutazione degli enti preposti». Quello che invece è chiaro è che per fare spazio a queste strutture verrebbero abbattute alcune parti del boschetto di eucalipti che separa la strada dalla spiaggia. «Il massacro del boschetto va impedito – denuncia Salvo Cavallaro, segretario cittadino di Rifondazione Comunista – non siamo contrari ai lidi per principio, ma serve uno sviluppo sostenibile e questo non lo è». «L’area è di proprietà della Forestale – replica l’ingegnere Massimo Turnaturi, che ha redatto il progetto – spetta a loro l’ultima parola».

Oggi l’area verde è lasciata nel degrado, ricettacolo di spazzatura e rifiuti abbandonati da villeggianti. «I gestori dei chioschi – spiega Nucifora – garantirebbero la pulizia delle aree circostanti e il Comune potrebbe offrire servizi migliori nei tratti di spiaggia di sua competenza grazie alle entrate dei privati». Il piano prevede anche un lido per attività sportive con campetti di beach volley e soccer, e la dog beach, spiaggia attrezzata per gli animali, proprio di fronte i due ecomostri che sorgono sul lungomare, le ex cartiere Siace e Keyes. Infine due porti a secco per le barche di piccole dimensioni dei pescatori.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità dai 13 consiglieri presenti. Critiche, invece, piovono dalle associazioni ambientaliste. «Ogni anno – attacca Renato De Pietro, di Legambiente Catania – decine di migliaia di turisti affollano la spiaggia di Vendicari di Noto e non certo per la presenza di lidi e chioschi. Questi politici se lo chiedono perché?». Per De Pietro il problema è culturale. «Un litorale con l’Etna sulla sfondo, due siti di interesse comunitario con vincoli paesaggistici e il boschetto di eucalipti a fare da cornice: sono questi elementi del paesaggio originario che dovrebbero essere promossi. Chi vuole andare nei lidi ha già un’ampia scelta», continua. In effetti sul lungomare che va da Riposto a Fiumefreddo, negli ultimi anni il numero di stabilimenti balneari è cresciuto, a scapito delle spiagge ad accesso libero: oggi sono 26. Quali sono i motivi che giustificano la costruzione di 14 nuovi lidi? «È una scelta che risponde a criteri prettamente politici – ammette l’ingegnere Turnaturi, responsabile del progetto – mi hanno chiesto di definire un piano che prevedesse la realizzazione di quanti più stabilimenti possibili, per permettere agli imprenditori di investire. E obiettivamente più di così non si poteva fare».

Adesso la palla passa all’assessorato regionale al Territorio e all’ambiente che dovrà dare il suo nulla osta. Nel frattempo il Comune avvierà le procedure di Valutazione ambientale strategica. «Tra due estati – è la previsione di Nucifora – la spiaggia di Fiumefreddo cambierà volto».

 

[Foto di Antonitto]


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Il consiglio comunale del centro ionico ha approvato la costruzione di 14 stabilimenti balneari, sei chioschi e cinque attività ricettive su quella che fino ad ora è stata spiaggia libera, Bandiera Blu dal 2006 al 2011. «Rilanceremo l'economia e miglioreremo le condizioni delle spiagge», affermano i consiglieri. Ma chi ha curato il progetto ammette che i criteri della scelta sono «prettamente politici». Mentre tra Riposto e Fiumefreddo negli ultimi anni i lidi sono aumentati fino agli attuali 26

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