Dal paladino della battaglia per ammodernare il sistema dei trasporti dell’Isola a candidato sindaco della sua città, Fiumefreddo di Sicilia. Un passo che era nell’aria da tempo per Giosuè Malaponti, dipendente del Comune di Catania e già presidente della Pro loco del paese e volto dei pentastellati della zona
Fiumefreddo, parla il candidato a sindaco Malaponti «Il M5s per superare la logica dei legami familiari»
Da paladino della battaglia per ammodernare il sistema dei trasporti dell’Isola a candidato sindaco della sua città, Fiumefreddo di Sicilia. Un passo che era nell’aria da tempo per Giosuè Malaponti, dipendente del Comune di Catania e già presidente della Pro loco del paese, ma soprattutto, negli ultimi anni, il volto attorno cui si sono riuniti i pentastellati della zona. Da presidente del Comitato pendolari siciliani, Malaponti si è negli anni costruito quella popolarità che lo ha reso poi il frontman naturale del Movimento 5 stelle. Ma c’è, nel suo curriculum, anche un certo grado di esperienza politica, culminata nell’incarico da assessore nella prima giunta del sindaco Sebastiano Nucifora, da maggio 2002 a gennaio 2003. Partono da qui le critiche che gli muovono tutte le altre forze politiche, a partire dal sindaco Marco Alosi e dalla sua maggioranza, più volte finiti, negli ultimi anni, nel mirino delle contestazioni dei grillini di Fiumefreddo.
Malaponti, lei non è nuovo alla politica, come invece prescrivere la dottrina a 5 stelle. I suoi avversari dicono che grazie al Movimento lei si è rifatto una verginità politica.
«Il nostro statuto dice che per entrare nel Movimento non bisogna aver ricoperto altri incarichi politici negli ultimi due mandati. La mia brevissima esperienza da assessore è avvenuta quasi 15 anni fa, da allora non ho più avuto nessun altro ruolo. Si cavalca il nulla quando poi all’interno delle altre liste c’è di tutto e di più, la vecchia politica che nessuno addita. Già tre mesi fa, il termine ultimo era il 6 marzo, abbiamo inviato casellario giudiziario e carichi pendenti di tutti i nominativi della lista allo staff di Milano. Se non ci fossero state le condizioni nulla si sarebbe fato, invece è stato stabilito che Giosuè Malaponti era candidabile ed era nelle condizioni di poter rappresentare al meglio il Movimento, grazie anche a cinque anni di attività politica costante e visibile».
Un problema ancora irrisolto per il Movimento è il radicamento territoriale, ancora a macchia di leopardo. A che punto siete voi?
«Io incontro molta gente che mi dice: “Sono del Movimento e lo voto alle politiche e alle regionali, ma alle comunali non lo farò”. Io replico dicendo che se è motivato a votare M5s, deve avere lo stesso interesse a farlo sui territori, perché il cambiamento parte dalla base. Se nel proprio Comune si può votare una forza nuova come il M5s, perché arretrare e votare secondo le vecchie logiche tipo i legami familiari? Noi siamo l’unica lista con un simbolo che esiste a Palermo e a Roma e l’unica lista che non ha commistioni. È una partita difficilissima per noi, ma se il Movimento riuscisse a entrare al Comune di Fiumefreddo sarebbe una novità storica a tutto vantaggio dei cittadini».
Fra bilanci non approvati e una situazione debitoria da chiarire, primo nodo da sciogliere sarà la questione finanziaria. La spaventa l’ipotesi di non poter evitare il dissesto dell’ente?
«Teniamo conto che negli ultimi cinque anni non c’è stata al Comune neppure un’opposizione che sia intervenuta sui bilanci non approvati. Siamo stati noi a dire alla città cosa stava accadendo, sui giornali, nelle piazze, e siamo stati presi per quelli che vedevano spettri. La verità è che Fiumefreddo rischiava di entrare negli annali negativi della pubblica amministrazione con ben quattro bilanci non approvati. Soltanto lo scorso maggio viene approvato il consuntivo 2015, dopo il passaggio di ben due commissari. Questo ha provocato uno stallo finanziario fuori da ogni logica, con circa due milioni di euro di anticipazione di cassa. Nel pianta organica dell’ente, intanto, non c’è neppure un ragioniere. Bisognerà subito rimediare a questa lacuna, per poi compiere una ricognizione su conti e bilanci che verrà subito rappresentata alla città. Finora, come nel caso dei prepensionamenti, c’è stata poca accortezza nella gestione delle risorse dell’ente. Nelle altre liste, infine, ci sono coloro che hanno approvato i mutui improduttivi che oggi soffocano il bilancio, e c’è chi, negli ultimi cinque anni, volendo poteva spegnerli, anziché far pagare centinaia di migliaia di euro di interessi al Comune».
L’altra questione è quella urbanistico-viaria. Fiumefreddo appare come stretto tra la ferrovia e la statale 120, spessissimo intasata dal traffico. Come pensate di intervenire?
«Oggi è quasi cosa fatta il raddoppio della Fiumefreddo-Letojanni. Da quello che mi risulta ci sono già progetto esecutivo e finanziamento pronto. Già quando era ancora in vigore il vecchio finanziamento per la tratta Fiumefreddo-Giampilieri chiesi all’amministrazione di turno, sindaco Sebastiano Nucifora, di farsi Comune capofila. Nulla è stato fatto. Il compito del Comune sarà adesso quello di pressare su Rete ferroviaria italiana per accelerare i lavori. Questo svuoterebbe di auto il paese e lo libererebbe dai due passaggi a livello. Sarebbe opportuno far partire il raddoppio e capire cosa fare del vecchio tracciato, se una strada alternativa o una pista ciclabile. Paradossalmente l’ex assessore ai Lavori pubblici – Claudio Fiume, fratello di Marinella, una degli altri candidati sindaco – ha dichiarato che per Fiumefreddo i lavori pubblici non sono importanti perché le aziende che vincono gli appalti non sono di questo territorio. Io penso che sia sempre meglio fare una strada piuttosto che non farla».
Nei programmi di tutti i candidati compare il rilancio di Marina di Cottone. Dove peraltro si addensano tutte le incognite sul futuro della cartiera ex Siace, di proprietà dell’ex Provincia di Catania. Come può materialmente intervenire il Comune?
«Siamo favorevoli a qualsiasi azione che rilanci lo sviluppo turistico, non vogliamo però cavalcare Cottone come fanno gli altri. La prima cosa che faremo sarà di chiedere alla Città metropolitana di bonificare immediatamente l’ex cartiera Siace, perché fin quando ciò non sarà fatto nessun progetto sarà possibile. Siamo anche favorevoli a mettere in rete l’area archeologica di Torre rossa e la riserva del Fiumefreddo, di cui chiederemo la consegna al Comune. Con i nostri deputati all’Ars siamo poi intervenuti sul divieto di balneazione proclamato a fine aprile dall’assessorato regionale della Sanità. L’amministrazione avrebbe dovuto comunicare quali sono i fiumi e i torrenti che si immettono nel nostro mare, ma nulla è stato fatto e d’ufficio è stato emesso il divieto. Adesso pare che si farà marcia indietro grazie all’intervento dei nostri portavoce a Palermo».
L’11 giugno Giosuè Malaponti viene eletto sindaco. Qual è la prima cosa da fare e quali le priorità dei primi cento giorni?
«Sicuramente una ricognizione finanziaria da presentare ai cittadini. A loro chiederemo se continuare a curare il malato oppure fargli il funerale, cioè decretare il dissesto. Altra priorità è la revisione del piano Aro sui rifiuti. L’attuale appalto settennale, da circa otto milioni di euro, prevede raccolta, spazzamento e conferimento ma non prevede la pulizia della spiaggia, derattizzazione, disinfestazione, scerbatura, pulizia dei pozzetti. Vanno revocati tutti gli atti per realizzare un piano che sia realmente calato sulle esigenze del territorio. Nel contempo avvieremo la strategia rifiuti zero e il compostaggio domestico. Vanno poi ripristinati sostegni sociali fondamentali come quello sugli abbonamenti agli autobus, visto peraltro che il Movimento 5 stelle all’Ars ha fatto rimpinguare il capitolo dei fondi per gli studenti fuori-sede».