Firme false a Palermo, Vincenzo Pintagro ritratta tutto  «Grillo e Di Maio ignari, Iene lavorano per Berlusconi»

Vincenzo Pintagro, l’attivista dei Cinque stelle che ha fatto scoppiare il caso delle firme “false” documentato in un servizio delle Iene, ritratta tutto ai microfoni di Radio 24.  «Sono passati quattro anni e alla gente non frega un tubo – ha dichiarato a Giuseppe Cruciani -. L’ho pure detto a quelli delle Iene. Ma non state esagerando? Tanto il Cavaliere non può tornare». In particolare Pintagro smentisce le accuse mosse contro Beppe Grillo e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.

«Le Iene – continua Pintagro – sono alle dipendenze di Berlusconi, cosa credete? Tutto questo casino a distanza di quattro anni quando è stato tutto archiviato perché è venuto fuori? Lo hanno fatto per fare un favore a Berlusconi. Volevano sputtanare i Cinque Stelle. E anche Di Maio non sapeva nulla, al contrario di quello che ha scritto La Stampa stravolgendo una mia intervista». Quanto a Grillo, «non credo sapesse nulla, gli è stata consegnata una lettera da un militante in cui c’erano diverse magagne ma non quella delle firme. Io – aggiunge – sono solo quello che ha confermato da testimone le prime denunce. Ho visto materialmente le firme falsificate. E rivedendo le ultime mail ho scoperto che hanno contribuito alla falsificazione non solo due persone ma almeno dieci». Nei prossimi giorni intanto si attende la risposta del governo alla Camera dei deputati sull’interrogazione presentata dai due ex pentastellati Mara Mucci e Aris Prodani, in merito al caso sollevato dal programma tv. 

E la Procura di Palermo, che aperto un’indagine sulle presunte firme false apposte per la presentazione della lista del M5s alle elezioni comunali del 2012, ha delegato alla Digos l’acquisizione sia dell’elenco con le firme necessarie per la lista, prodotto all’Ufficio elettorale del Comune, sia di quello con le sottoscrizioni a sostegno della candidatura a sindaco di Riccardo Nuti, attualmente deputato nazionale del Movimento. La polizia avrebbe già preso i documenti indicati dai magistrati. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Dino Petralia e dalla pm Claudia Ferrari. Sulla vicenda, in seguito a un esposto anonimo inviato in Procura il 10 febbraio 2013, venne aperto un fascicolo cosiddetto di atti non costituenti reato che fu poi archiviato dal pm. 


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