Nell’era dei low cost succede sempre alla fine di ogni viaggio: «La prossima volta porto solo lo stretto necessario», si dice. Buoni propositi che durano fino alla vigilia della partenza successiva, quando una volta riempito lo zaino ci si rende conto che ci sono tutta una serie di cose ritenute all’improvviso di vitale importanza, che […]
Addio alla Finanziaria snella, pure la maggioranza tempesta di emendamenti il documento del governo
Nell’era dei low cost succede sempre alla fine di ogni viaggio: «La prossima volta porto solo lo stretto necessario», si dice. Buoni propositi che durano fino alla vigilia della partenza successiva, quando una volta riempito lo zaino ci si rende conto che ci sono tutta una serie di cose ritenute all’improvviso di vitale importanza, che non possono rimanere a casa. Risultato? Si parte con il solito carico ingombrante di borse e borsoni. Lo stesso, per grandi linee, è successo all’Ars con la Finanziaria approvata in nottata dalla commissione Bilancio di palazzo dei Normanni. La cosa curiosa è che a tempestare di emendamenti, aggiunte, modifiche, correzioni, non è stata soltanto l’opposizione, come da suo naturale compito, ma anche la maggioranza ha voluto in forze intervenire su un documento che nella teoria dei fatti dovrebbe essere una sua propria espressione, affidata al suo governo.
«Abbiamo finito ieri notte intorno alle 4.30 – racconta a MeridioNews Nuccio Di Paola, membro della commissione Bilancio in quota Movimento 5 stelle – Abbiamo deciso di incidere sia sugli articoli, sia con aggiuntivi, sia proponendo nuovi capitoli, così come hanno fatto le altre forze dell’opposizione. Non mi aspettavo però la miriade di emendamenti aggiuntivi che sono arrivati dalla maggioranza: è uscito un testo lunghissimo che nulla ha a che fare con la finanziaria snella che prometteva il governo Schifani. L’emendamento me lo aspetto dalle forze di opposizione, non mi aspetto che tutta la maggioranza presenti una sfilza di aggiuntivi facendo crescere il testo in maniera enorme».
E dire che lo zainetto preparato dal governo era pesante il giusto: sedici articoli, novità importanti come la norma di potenziamento dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, con 24 milioni di euro dal Fondo sanitario regionale, a cui sarà ancorata la programmazione dei Livelli essenziali dell’assistenza Lea, e sette milioni di euro direttamente dalla Regione, enti dormienti fatti fuori dalla lista di chi deve attendersi qualcosa dal palazzo, cavalli di battaglia programmatici e poco più. Lunedì si inizierà a lavorare invece su un testo lunghissimo, che verosimilmente richiederà giorni e giorni di discussioni in Aula, con la maggioranza che pure continuerà a sventolare le insegne dell’unità e dello spirito di coalizione, ma che nella pratica tutto sembra tranne che coesa, anche alla luce della pioggia di emendamenti.
Il tutto nel compiacimento, lecito, di chi ha visto ricevere parere positivo per i propri emendamenti, come la forzista Margherita La Rocca Ruvolo, che in una nota esulta per «un emendamento che prevede lo stanziamento di un milione e mezzo di euro per fronteggiare i danni derivanti dalla tromba d’aria del 30 settembre 2022 nella Valle del Belìce» e per «un ulteriore sub emendamento che prevede un altro milione di euro per gli eventi calamitosi al fine di provvedere alla ricostruzione e alla messa in sicurezza degli immobili adibiti a civile abitazione, attività produttive e commerciali e ristoro dei danni a mezzi, veicoli e attrezzature a seguito di eventi calamitosi». Stessa cosa per Marianna Caronia, Lega, che si dice «felice» perché «i lavoratori del bacino Asu che prestano servizio negli enti locali, nel dipartimento Beni culturali e in enti del privato sociale verranno impiegati per 36 ore settimanali» grazie ad altro apposito emendamento. E la lista continua a oltranza.
E poi c’è Cateno De Luca, anche lui membro della commissione Bilancio, anche lui firmatario con i suoi gruppi di diversi emendamenti, che così come Di Paola nota la particolarità del caso, non senza una certa malizia: «”È tornato l’assalto alla diligenza, un ritorno al passato. Non si vedevano norme di un certo tipo da anni” si sussurra a palazzo dei Normanni. Una parcellizzazione delle risorse che ha consentito di chiudere il ddl stabilità in commissione Bilancio in tempi rapidi e in un clima di condivisione con le minoranze. Alle norme originarie che il governo aveva inserito nel testo prima di Natale si sono aggiunti emendamenti di ogni tipo da parte dei parlamentari».