La protesta ormai sembra inarrestabile. Dopo avere occupato la sede della Serit e la sede di due banche, i dipendenti della Fiat di Termini Imerese, oggi sono a Palermo per manifestare tutta la loro rabbia. Al momento sono radunati davanti Villa Malfitano, dove si sta celebrando un convegno sull’Autonomia (che oggi comipe 66 anni). Da cinque mesi, da quando il Lingotto ha abbandonato lo stabilimento siciliano, attendono di sapere cosa ne sarà di loro. Non ricevono risposte, né dal governo nazionale, che ha pure messo in dubbio le garanzie sugi ammrtizzatori sociali, né da quello regionale, mentre il progetto della Dr Motors, l’azienda molisana che avrebbe dovuto prendere della Fiat, sembra andato in fumo. Le banche, infatti, non hanno concesso il mutuo necessario a sostenere l’investimento (da qui l’occupazione simbolica di stamattina). E già prima non mancavano dubbi sulla solidità finanziaria dell’azienda.
Al fianco delle tutte blu si sono schierate le donne di Termini Imerese, che come anticipatoda LinkSicilia, dopo avere lanciato un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno chiesto aiuto anche al Papa e al presidente del Senato, Renato Schifani. Finora nessuno ha risposto.
Fiat Termini, la guerra delle donne: dopo Napolitano, appello al Papa e a Schifani
Termini Imerese, esplode la rabbia
Sicilfiat: né lavoro, né pensione
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