Si sono concluse le operazioni per la copia forense degli smartphone della 26enne Vanessa Zappalà e del suo assassino 38enne Tony Sciuto. Tutto il materiale contenuto nei dispositivi è stato trasferito in un hard disk e, adesso, sarà analizzato dai carabinieri dei Ris
Femminicidio Vanessa, acquisiti i dati dei due cellulari Dalle analisi potrebbero arrivare elementi sulla pistola
Si sono concluse poco fa le operazione per la copia forense dei cellulari di Vanessa Zappalà e Tony Sciuto. Chiamate, messaggi, conversazioni in chat, audio registrati e inviati, foto e video sono stati estrapolati e trasferiti in un hard disk. Dati su cui adesso dovranno lavorare i carabinieri dei Ris, come aveva richiesto il pubblico ministero Giovanni Gullo, per ricostruire quanto accaduto prima del femminicidio avvenuto la notte del 23 agosto sul lungomare di Acitrezza. Quando la 26enne originaria di Trecastagni è stata uccisa a colpi di pistola dal suo ex compagno poi ritrovato impiccato in una campagna in contrada Trigona. Un’operazione durata diverse ore a cui hanno assistito l’avvocato Eugenio De Luca che assiste la famiglia Zappalà e anche i due legali dei familiari di Sciuto, Ernestina Cataldo e Salvatore Ganci.
Tutto il materiale contenuto nei dispositivi della vittima e del suo assassino saranno analizzati ad ampio raggio e messi a confronto. Non solo per verificare se tra i due ci fossero stati contatti recenti, ma anche se Sciuto – che, prima di vendere automobili, aveva lavorato per una società di telefonia – avesse installato nello smartphone di Vanessa un trojan. Un virus che gli avrebbe consentito di seguire a distanza i movimenti della sua ex compagna che lo aveva già denunciato per stalking e da cui, come deciso dal gip dopo la revoca degli arresti domiciliari, avrebbe dovuto mantenersi a una distanza di trecento metri. Dall’analisi del cellulare di Sciuto, inoltre, potrebbero emergere anche elementi utili per le indagini sull’arma (una pistola calibro 7,65) utilizzata dal 38enne, che non aveva il porto d’armi, per ammazzare Vanessa. All’interno dell’auto presa a noleggio da Sciuto e parcheggiata a circa 500 metri dalla cisterna in cui è stato ritrovato il suo cadavere, i carabinieri hanno trovato anche 28 proiettili dello stesso calibro. La pistola, però, in macchina non c’era e l’uomo ha decido di uccidersi impiccandosi.