Faraone e don Ciotti inaugurano anno scolastico  «La lotta alla mafia passa da lavoro e istruzione»

«La legalità, che oggi è una parola svuotata di senso, è educazione alla responsabilità. La lotta alla mafia passa attraverso il lavoro e l’istruzione. La scuola deve allenare alla vita». Cerca di sfuggire alla retorica dell’antimafia don Luigi Ciotti, invitato, insieme al sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, a inaugurare l’anno scolastico al liceo “Ninni Cassarà” di Palermo. La recente inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, un uragano che ha investito il tribunale di Palermo, lo ha segnato. Il presidente di Libera chiede al parlamento «di fare presto con le nuove norme sulla confisca e il sequestro dei beni e sugli amministratori giudiziari» e pretende «maggiore chiarezza perché si evitino scorciatoie che ci feriscono e ci fanno male».

Per il presbitero la gestione dei beni confiscati «in questo momento è un vero marasma. Ce ne sono altri 65mila in arrivo e da due anni chiediamo alla politica di intervenire». Proprio in questi giorni è riemersa la polemica tra l’ex direttore dell’Agenzia dei beni confiscati, nonché ex questore di Palermo, Giuseppe Caruso, e la Commissione nazionale Antimafia, dopo che l’anno scorso le denunce di Caruso spinsero la presidente Rosy Bindi a parlare di «delegittimazione del sistema» dell’amministrazione giudiziaria. «Caruso aveva ragione – è il giudizio di don Ciotti -, il sistema non funziona perché ci sono ritardi e parcelle spropositate che finiscono in mano agli amministratori. Lui l’aveva capito ed è stato umiliato per questo».

Ripartire dai ragazzi e dall’istruzione, dunque. Non è casuale la scelta dell’istituto “Cassarà” nel quartiere Montepellegrino per tagliare il nastro del primo anno didattico figlio della Buona Scuola. Dodici mesi fa l’istituto è stato al centro del progetto S.O.S. Scuola – acronimo di Scambiamoci Orizzonti per Sognare – promosso dall’associazione Alveare per il Sociale che ha ottenuto dal parlamento europeo il riconoscimento Civi Europaeo Premium e da cui è nata una la web serie Il Bar del Cassarà, coprodotta da Rai Fiction. La serie è stata trasmessa in dieci puntate sul sito ray.rai.it il 23 luglio scorso ed è in fase di programmazione la messa in onda in chiaro sui canali Rai.

Anche la scuola è stata riqualificata e trasformata in una galleria d’arte moderna, mentre il bar, chiuso da dieci anni, è stato riaperto ed è diventato il soggetto della web serie. Il primo murales è stato realizzato a maggio e dedicato alla memoria di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, vittime di mafia, nel trentennale della loro uccisione. Nel corso dei mesi i disegni sulle pareti si sono moltiplicati: eroi della lotta alla mafia, iconografie di band musicali, slogan. «Il progetto S.O.S. Scuola – afferma il presidente di Libera – è un grido di libertà che si alza da questo quartiere, perché la criminalità non rende libere le persone. Questa scuola ha spalancato le porte per essere un punto di riferimento per tante persone».

«La presenza di Don Ciotti è una testimonianza preziosa per gli studenti del liceo Cassarà di Palermo, che è stata la prima tappa del progetto S.O.S. Scuola – commenta Paolo Bianchini, presidente dell’Associazione Alveare per il Sociale -. Al cantiere creativo di un anno fa hanno partecipato centinaia di volontari, alcuni studenti arrivati da tutta Europa, artisti e professionisti che hanno strappato la scuola dall’incuria e dalla rassegnazione degli studenti. Un esperimento riuscito che quest’estate abbiamo replicato a Arsoli, in provincia di Roma, a Roma stessa e a L’Aquila, e che porteremo in altre scuole nel 2016». «È un incontro importante perché in Sicilia il tema della legalità deve recuperare una dimensione concreta e strutturata – aggiunge la preside del Liceo Cassarà, Daniela Crimi -. I nostri ragazzi, insieme alle docenti, hanno già incontrato il magistrato Vittorio Teresi e visitato l’aula bunker e hanno conosciuto il fratello di Ninni Cassarà». 


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Hanno scelto il liceo Cassarà di Palermo per tagliare il nastro del primo anno didattico figlio della Buona Scuola. Il presidente di Libera, che si dice «ferito» dalla recente inchiesta sulla gestione dei beni confiscati che sta facendo tremare il Tribunale di Palermo, riparte dall'istituto diventato un simbolo grazie a una serie web. 

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