Un lungo post pubblicato su Facebook in serata riaccende gli animi tra i cinquestelle. Si attende soltanto la fuoriuscita ufficiale di Foti, Mangiacavallo, Palmeri e Pagana. Che proprio oggi ha scritto: «Nessuno mi ha espulso»
Faida M5s, l’affondo di Zafarana contro gli scissionisti «Da loro motivazioni banali per screditare il gruppo»
«Se ci si trova stretti nel Movimento, ti dimetti ed eventualmente ti ricandidi dopo. Ma trovare motivazioni inconsistenti, come la mancanza di confronto, per screditare l’operato del gruppo parlamentare, no, troppo facile, troppo comodo». A soffiare sulla brace della faida interna al Movimento 5 stelle siciliano è stata in serata la facilitatrice Valentina Zafarana. La deputata regionale, che fa parte del gruppo dei 15 ortodossi, con un lungo post su Facebook commenta il momento critico vissuto dal gruppo parlamentare all’Ars. Gruppo che, a detta degli stessi membri, non esiste in più. Perlomeno non nella compattezza che, in questi otto anni, lo ha contraddistinto.
«La vanità seduce e vincola, la verità libera – è l’inizio dello scritto di Zafarana -. Io stessa mi sono sentita investita da tutta una serie di disconnessioni strumentali, attacchi politici, parole pesanti, becere semplificazioni». Destinatari degli strali sono i quattro colleghi Angela Foti, Elena Pagana, Matteo Mangiacavallo e Valentina Palmieri. A cui va aggiunto l’epurato Sergio Tancredi. I cinque, ormai è chiaro, sono in procinto di lasciare il Movimento 5 stelle per creare un gruppo autonomo all’Ars. Uno scenario che Zafarana non condivide. «Lo trovo un tradimento del patto di fiducia stretto con i cittadini – si legge nel post -. Finalmente cade il castello di carte di illazioni e ovvietà costruito, dietro cui nascondersi per mesi, raccontando con cesellate dichiarazioni a mezzo stampa (all’altezza dei migliori padri democristiani) e social, il clima di insostenibili frizioni e spaccature respirato in un gruppo M5s che “dice sempre no”, che fa opposizione sterile, che non sostiene il percorso politico di questo governo regionale e di Musumeci».
Zafarana rivendica il ruolo di opposizione a sala d’Ercole. «Non credo alcuno possa dire che abbiamo mai fatto le barricate a prescindere, senza motivare le ragioni del nostro voto in aula e in commissione, né che abbiamo votato sempre aprioristicamente contro – attacca -. Quante sono le norme che abbiamo sostenuto con voto palese favorevole manco lo ricordo più». Le mosse degli scissionisti, che domenica scorsa hanno ufficializzato la presa di distanza dal resto del gruppo, per Zafarana sarebbero state contraddistinte da ipocrisia. «Adesso è il momento che tutti sappiano come sono andate le cose, per ripartire con la doverosa serenità, più agguerriti di prima. Perché alle poltrone – conclude la deputata regionale – preferisco la piazza, ai giri di parole la concretezza delle azioni».
Intanto, questa mattina, Elena Pagana per rassicurare gli attivisti ennesi ha scritto: «Ciao ragazzi. Solo per comunicarvi che non sono né stata sospesa, tantomeno espulsa. Ancora ci sono discussioni in atto. Mi dispiace tanto che il prezzo lo stiate pagando anche voi. Vi daremo tutta la trasparenza dovuta».