Giovanni Milazzo possiede un'impresa per la produzione e la commercializzazione della canapa. Per mesi ha provato invano a trovare spazio in uno stand dell'esposizione universale milanese. «A farla da padroni sono le multinazionali, resta poco spazio per prodotti nuovi e sani, ideati dai giovani del Sud Italia»
Expo, porte chiuse per giovane imprenditore etneo «McDonald’s toglie posti a chi rispetta l’ambiente»
«Partecipare all’Expo per un giovane imprenditore è praticamente impossibile». Parola di Giovanni Milazzo, catanese, presidente di Kanèsis, impresa che promuove e commercializza prodotti a base di canapa. Lui ci ha provato a ritagliarsi il suo spazio all’esibizione universale, ma ha sbattuto su una porta chiusa. «Non importa che tu sia giovane, che il tuo prodotto e il tuo progetto siano in linea al cento per cento con il tema dell’Expo: o possiedi dei fondi, e che fondi, per partecipare all’evento, o conosci qualche project hunter (figura che individua i progetti da portare a Expo, ndr) commissionato dagli organizzatori, oppure sei tagliato fuori». E la rabbia aumenta davanti al fatto che a farla da padroni in un evento che ha per slogan Nutrire il pianeta, Energia per la vita sono invece multinazionali come Coca Cola o Mc Donald’s.
Kanèsis è una realtà tutta catanese. Nasce dall’idea di un uso non ludico della pianta di canapa, dalla quale, spiega Milazzo, «è possibile ricavare tanto, inquinando poco. Dalle plastiche e i combustibili ai tessuti, dagli oli ai prodotti alimentari, la canapa è il materiale del futuro e il fatto che non venga impiegata è dovuto alla competizione lineare che essa crea nel mercato globale». La startup ha infatti come obiettivo quello di promuovere e commercializzare prodotti a base di canapa sia nel settore alimentare che in quello industriale, partendo dalla sensibilizzazione dei cittadini catanesi: oltre ad aver allestito diversi stand in giro per la città e continue campagne di crowdfunding per finanziare le varie attività, Kanèsis ha organizzato la marcia del Seme che partirà da piazza Teatro Massimo il 19 Aprile, e parteciperà all’evento promosso da Sicilcanapa, la Fiera della Canapa, a Catania dal 24 al 26 Aprile.
Da dicembre, l’impresa prova ad acquisire uno stand all’Expo ma, per varie vicissitudini, gli è stata negata la partecipazione. Secondo Milazzo, la presenza di grandi multinazionali limita l’accesso ai giovani e alle nuove idee che la Sicilia offre. Oltre ai colossi Coca Cola, Algida e il Gruppo Huiyuan, già partners ufficiali dell’evento, all’Expo approda anche McDonald’s con un punto vendita da 300 posti e 600 metri quadrati di spazio dedicato. La Big M afferma di voler puntare soprattutto sul progetto Fattore futuro a sostegno della filiera italiana: venti agricoltori e allevatori under 40 saranno selezionati come fornitori per i prossimi tre anni. I responsabili però non parlano dei contratti tra le parti che, come mostrato in passato da documentari come Super size me e Food Inc, spingerebbero i fornitori all’utilizzo di tecniche di produzione ed allevamento non esattamente basate sul concetto di sostenibilità ambientale.
«L’ipocrisia delle persone addette all’organizzazione di eventi di rilievo internazionale lascia l’amaro in bocca – afferma Milazzo – Come si può ambire a sensibilizzare il mondo, se chi gestisce è in prima linea nell’applicare princìpi inversi? L’Expo del nutrimento sano e biologico sponsorizzato da colossi che producono ogni giorno milioni di tonnellate di materiale non biodegradabile non saprei come giustificarlo». «È vero – continua il giovane imprenditore – che le multinazionali spesso sono le uniche che hanno degli attivi tali da poter sponsorizzare eventi di questa portata, ed è vero anche che ecofriendship e qualità del prodotto sono parole che ormai vanno di moda. Ma la realtà è sotto gli occhi di chiunque sappia riconoscere la differenza tra un prodotto biologico e un prodotto di catena».
Quello che Milazzo non riesce proprio a sopportare non è tanto la presenza delle multinazionali all’esposizione, ma il ruolo che queste giocano all’interno del mercato alimentare ed industriale. «Lasciano poco spazio a prodotti nuovi, sani, che rispettano l’ambiente dal concept alla distribuzione, e che sono ideati da giovani del Sud Italia», sottolinea. Proprio quel Sud che avrebbe tanto da offrire al mondo in termini di qualità e varietà alimentari, ma finisce per passare in sordina. Ecco perché Nutrire il pianeta, Energia per vita – lo slogan dell’evento che l’Italia attende impaziente – potrebbe essere candidato al premio come controsenso dell’anno.