Il deputato Vincenzo Figuccia ha depositato all'Ars un disegno di legge che prevede la reintroduzione della possibilità per i cittadini di scegliere consiglieri e presidenti dei liberi consorzi. Stesso discorso per i sindaci metropolitani. La giunta regionale, intanto, dovrebbe discutere domani la data per le elezioni di secondo livello
Ex Province, Forza Italia propone l’elezione diretta Si rischia una nuova proroga dei commissariamenti
Torna il fantasma del voto diretto nelle ex Province siciliane. La proposta avanzata dal deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia, che ha depositato un disegno di legge all’Ars, modificherebbe ancora una volta la travagliata riforma, annunciata da Crocetta a inizio mandato, ma che ha visto la luce soltanto tre anni dopo a causa di diverse impugnative che ne hanno comportato di volta in volta il rinvio a Sala d’Ercole. Secondo la proposta di Figuccia, le elezioni di secondo livello previste in questo momento dalla riforma sarebbero abolite in favore dell’elezione diretta dei vertici degli enti di area vasta.
Un’elezione che viene ormai rimandata da diversi mesi, fissata per lo scorso 20 novembre, ma che alla fine ha dovuto incassare un nuovo stop a causa del calcolo del voto ponderato, non tenuto in considerazione in un primo momento dai deputati. Intanto il mandato dei commissari scade a fine febbraio, per cui l’assessora alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri, ha annunciato che domani porterà in giunta la data per le elezioni di secondo livello. Rispetto all’ipotesi di un rinvio del voto, come chiesto dall’Anci Sicilia, e del ddl per il ripristino del voto diretto, l’assessora ha ammesso che «se ci saranno altri ddl da discutere il governo è disponibile a farlo».
La norma Figuccia prevede l’apertura delle urne sia per l’elezione dei consiglieri sia per quelle dei presidenti dei Liberi consorzi e dei sindaci delle tre aree metropolitane: un’ipotesi che piace in modo trasversale sia in ambienti della maggioranza sia in quelli d’opposizione. Naturalmente se davvero si dovesse raggiungere un accordo sul voto diretto, è probabile una ulteriore proroga dei commissari in attesa dell’ennesima modifica alle ex Province.
Il nuovo episodio nel travagliato iter legislativo della riforma delle Province arriva in piena sessione di bilancio, cioè quando l’Ars non può discutere altre proposte di spesa in attesa di approvare i documenti finanziari. Ma il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, si è detto disponibile ad aprire una finestra legislativa, nel caso in cui si concretizzasse il ripristino del voto diretto. Anche il presidente della commissione Affari Istituzionali, Toto Cascio, ha annunciato che domattina si riunirà con i capigruppo di maggioranza e opposizione per discutere del rinvio delle elezioni di secondo livello.
Come prevedibile, non si fanno attendere le critiche dell’opposizione alla riforma. Secondo il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, «gli effetti devastanti della sconclusionata riforma voluta da Rosario Crocetta sono davanti agli occhi di tutti, tanto è vero che la stessa maggioranza oggi smentisce se stessa».
Intanto dentro il Palazzo la conferenza dei capigruppo ha stabilito il calendario per l’esame della manovra finanziaria, che dovrebbe approdare in Aula a metà febbraio. Prima sarà la volta delle commissioni di merito, per poi approdare in commissione Bilancio. L’esercizio provvisorio è stato approvato per i primi due mesi dell’anno, per cui tutti i documenti dovrebbero ricevere l’ok dall’Aula entro la fine di febbraio.