Figeco, ditta che si sta occupando dei lavori, a MeridioNews parla degli interventi che anticiperanno la realizzazione della piazza al posto dell'ex nosocomio. «Abbiamo stimato un tempo di circa 70 giorni», spiega il responsabile
Ex ospedale S. Marta, al via le operazioni di demolizione «Contiamo di abbattere la parte esterna entro Natale»
«Prima di Natale, se non ci dovessero essere intoppi, sarà demolita tutta la parte esterna del fabbricato. Le opere di abbattimento sono stimate in circa 70 giorni». Questo l’annuncio fatto a MeridioNews da Rosario Fiammingo, uno dei responsabili della Figeco, impresa giarrese che fa parte del consorzio di ditte Agorà attualmente impegnata nei lavori di demolizione dell’ex ospedale Santa Marta-Villermosa, nel quartiere Antico Corso. A distanza di un anno dalle parole pronunciate dal presidente della Regione Nello Musumeci, nel punto in cui sorge l’ex nosocomio dovrebbero partire i lavori per realizzare quella che, secondo il progetto dell’architetto Giuseppe Scannella, dovrà essere una grande piazza con un porticato su cui sarà realizzato un pergolato con pannelli fotovoltaici. Una volta svuotati i locali, adesso la ditta sta attuando le operazioni propedeutiche alla demolizione delle parti esterne. Ieri è arrivato in cantiere l’escavatore con cui la ditta dovrà lavorare.
«Demolire un impianto simile è complesso – continua Fiammingo – Oltre al semplice materiale con il mobilio e ai controsoffitti, dovevano essere eliminati anche serbatoi e canne fumarie in amianto. Lavoriamo alla struttura da sei mesi. Partiremo con le attività preliminari lunedì, per poi lavorare con l’escavatore tra mercoledì e giovedì. Le fasi preliminari sono importanti per far sì che i fabbricati vicini non abbiano conseguenze durante la demolizione». L’abbattimento si svolgerà in più fasi. Si inizierà con la parte centrale per poi proseguire a destra e concludere sul versante sinistro. «Dal centro ci sposteremo poi verso via Antonino Di Sangiuliano e via Bambino, ma bisognerà procedere con cautela poiché entrambi i versanti sono attaccati a un corpo fabbrica – aggiunge il responsabile – Quindi è un lavoro che richiede una determinata attenzione. Per ogni operazione verrà scorporato il cemento dal ferro e tutto il materiale sarà man mano portato via».
A sentire gli esperti, dunque, le operazioni sono complesse, sia per la tipologia del materiale che per questioni legate a motivi strutturali. Tuttavia non sono mancate le lungaggini burocratiche. Sebbene, come fa sapere la stessa ditta, i lavori alla struttura non si sono mai fermati. A gravare sugli interventi sono stati diversi fattori, anche burocratici. A partire dalle cabine per l’energia elettrica che dovevano essere spostate, fino alla mancata individuazione di una ditta che si occupasse di conferire i detriti edili. La ditta è stata individuata, ma fino all’inizio del mese scorso, la Regione, attraverso il Genio civile, ha visto andare deserti tutti i tentativi di affidare i lavori. L’importo per lo smaltimento inizialmente era fissato sui 78mila euro, poi successivamente ridotti di 10mila euro. L’affidamento e le operazioni erano state condotte dall’ingegnere capo del Genio civile Natale Zuccarello, poi dimessosi dopo essere risultato indagato per alcune presunte turbative d’asta.
Quando i lavori per la demolizione saranno conclusi, il prossimo passaggio sarà quello della realizzazione della piazza, il cui affidamento del progetto in questi mesi non ha mancato di sollevare polemiche. La progettazione della piazza che dovrà nascere è stata aggiudicata da Scannella con un affidamento diretto di 38mila euro – con un ribasso del 3 per cento – senza passare da un bando con un concorso di idee, come prevedeva una delibera regionale di cinque mesi prima. Il rup Zuccarello, in un documento regionale, aveva spiegato che si era fatto ricorso all’affidamento diretto per motivi di carenza di personale interno all’ufficio, per cui non poteva essere garantita l’attività richiesta.