Europee 2024, dalle certezze di Tamajo ai dubbi di Orlando, tutti i verdetti del voto in Sicilia

Tante sicurezze e qualche incertezza sui nomi degli eletti alle ultime elezioni europee. Fratelli d’Italia è il primo partito della circoscrizione Isole, se non si considera quello degli astensionisti, ma è il secondo in Sicilia. Per i meloniani sono oltre 420mila le preferenze, quasi 18mila in più rispetto a Forza Italia, primo partito invece in Sicilia, con un exploit da 355mila voti solo nell’Isola. Rispettivamente terzi e quarti i due grandi partiti di opposizione a Renato Schifani: Partito democratico (quasi 331mila) e Movimento 5 stelle (321mila), anche in questo caso però gerarchie invertite in Sicilia, con i grillini che superano i dem. Male la Lega, che è quinta ma con un distacco siderale nei confronti dei pentastellati: almeno 138mila preferenze, quasi tutte (115,029) raccattate in Sicilia.

. È buono invece il risultato di Alleanza Verdi-Sinistra, 121mila voti e un seggio al parlamento europeo conquistato. Resta a bocca asciutta Cateno De Luca, con Libertà che non raggiunge neanche il sei per cento in circoscrizione e si ferma a quasi 118mila voti, nonostante il 7 per cento rimediato in Sicilia, dove ha pure superato la Lega, rimanendo però fuori dai giochi europei. Fuori anche Pace terra e dignità (44mila voti), che fa persino meglio dei renziani di Stati Uniti d’Europa (42mila), Azione (29mila) e Alternativa popolare (poco meno di diecimila voti).

FdI e FI sono gli unici due partiti a cui scatta il doppio seggio: per i primi, vista l’obbligatoria rinuncia di Giorgia Meloni, prima eletta in Sicilia, entrano l’uscente Giuseppe Milazzo e Ruggero Razza, ex assessore alla Salute del governo regionale dell’ora ministro Nello Musumeci. Per Forza Italia si parlava di corsa a due e così è stato: vanno a Strarburgo gli assessori regionali in carica Edy Tamajo, per lui oltre 120mila voti e Marco Falcone, staccato di un paio di decine di migliaia di preferenze dal primo. Molto indietro, circa 30mila voti, la capolista Caterina Chinnici, che rischia di rimanere fuori e ripone le sue speranze nella rinuncia di uno dei due assessori di Renato Schifani.

Il Partito democratico porta in Europa l’ex capogruppo dem all’Ars Giuseppe Lupo, che dovrebbe beneficiare della rinuncia della segretaria Elly Schlein, più votata in Sicilia, ma poco intenzionata a lasciare il parlamento nazionale. Il Movimento 5 stelle punta invece sul suo capolista, l’ex direttore del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Per i salviniani va, anzi, resta in Europa l’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, che ha di che essere contento, avendo superato il fenomeno mediatico del generale Vannacci. Per Alleanza Verdi-Sinistra la più votata è Ilaria Salis, che però ha vinto – e pure con tante preferenze – anche nella circoscrizione dell’Italia Nord-Occidentale e potrebbe rifiutare in favore del secondo più votato, Mimmo Lucano. Ma anche l’ex sindaco di Riace ha vinto in un’altra circoscrizione, quella dell’Italia meridionale, che comprende anche la sua Calabria. A questo punto a salire sarebbe il redivivo Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo.


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