La Commissione europea ha approvato uno schema di aiuti di Stato da due miliardi di euro dell’Italia per sostenere la STMicroelectronics (St) nella costruzione e nella gestione di un impianto integrato di produzione di chip per dispositivi di potenza al carburo di silicio (SiC) a Catania. La misura, evidenzia Bruxelles, «rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza […]
Dall’Unione europea due miliardi di euro per la St di Catania: «Investimento utile»
La Commissione europea ha approvato uno schema di aiuti di Stato da due miliardi di euro dell’Italia per sostenere la STMicroelectronics (St) nella costruzione e nella gestione di un impianto integrato di produzione di chip per dispositivi di potenza al carburo di silicio (SiC) a Catania. La misura, evidenzia Bruxelles, «rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità digitale dell’Europa nelle tecnologie dei semiconduttori, in linea con gli obiettivi fissati nel Chips Act europeo».
Il regime di sussidi dell’Italia assumerà la forma di una sovvenzione diretta di circa due miliardi di euro alla St a sostegno del suo investimento che ha un valore complessivo di 5 miliardi di euro. Il progetto consentirà lo sviluppo di un impianto di produzione su larga scala per chip SiC ad alte prestazioni, basato su wafer di 200 mm di diametro che verranno trasformati in moduli e altri dispositivi utilizzati, ad esempio, dall’industria automobilistica in Europa e nel mondo. Si prevede che lo stabilimento siciliano entri a pieno regime nel 2032. La società, sottolinea l’esecutivo Ue, ha accettato di «garantire che il progetto avrà un chiaro impatto positivo sulla catena del valore dei semiconduttori dell’Ue, contribuire allo sviluppo della prossima generazione della tecnologia SiC da 200 mm, nonché una tabella di marcia tecnologica per i moduli SiC in Europa, realizzare ordini prioritari in caso di carenza di approvvigionamento in linea con l’European Chips Act e sviluppare e implementare corsi di formazione e competenze per aumentare il bacino di forza lavoro qualificato».
Il progetto si basa su tecnologie che sono state e saranno sviluppate nell’ambito degli importanti progetti di comune interesse europeo (Ipcei) per la ricerca e l’innovazione nel campo della microelettronica approvati dall’Ue. Nella sua valutazione, Bruxelles ha riscontrato che gli aiuti pubblici hanno un «effetto di incentivazione», poiché in loro assenza il beneficiario non realizzerebbe l’investimento. La misura viene giudicata dalla squadra antitrust guidata da Margrethe Vestager «necessaria e opportuna per garantire la resilienza della catena di approvvigionamento europea dei semiconduttori». L’aiuto è visto poi come «proporzionato e limitato al minimo necessario sulla base di un compromesso di finanziamento». Positiva anche la valutazione – slegata da quella sui sussidi – del Campus di Catania come impianto produttivo integrato ai sensi dell’European Chips Act. Il Campus, spiega l’Ue, «contribuirà a invertire la tendenza all’eccessiva dipendenza dall’importazione» di materiali rilevanti per la svolta green e tech. «Il progetto stimolerà la ricerca, lo sviluppo e la collaborazione con il mondo accademico e i fornitori attivi nella tecnologia SiC e – viene ancora evidenziato – contribuirà allo stesso tempo agli obiettivi generali di coesione sviluppando un’attività economica in Sicilia».