Dopo anni di soluzioni prese dal governo nazionale, il coordinamento delle attività in situazioni di pericolo vulcanico passa in mano ai Comuni del versante meridionale. Adrano, Biancavilla, Ragalna, Belpasso, Nicolosi e Zafferana Etnea, hanno individuato punti di accesso alle zone da raggiungere in caso di pericolo
Etna sud, nuovo accordo per gestire emergenze «Comuni al posto dei provvedimenti della prefettura»
Via libera al coordinamento di sei Comuni del versante sud dell’Etna nel campo delle attività di protezione civile. È stato infatti formalmente adottato dai sindaci di Adrano, Biancavilla, Ragalna, Belpasso, Nicolosi e Zafferana Etnea – i cui territori risalgono il cono vulcanico fino alle quote sommitali – al fianco del dipartimento regionale di Protezione civile, un protocollo d’intesa che apre alla collaborazione intercomunale in materia di gestione e prevezione dell’emergenza.
«Siamo riusciti a riunire più amministrazioni attorno ad un piano condiviso d’intervento, questo è già il primo ottimo risultato – commenta Nino Borzì, primo cittadino di Nicolosi – In caso di pericolo lavoreremo di squadra condividendo uomini e mezzi, oltre a mettere in campo provvedimenti calibrati sulla reale entità dell’eventuale eruzione in corso, che sulle esigenze di sicurezza di chi si trova e opera sull’Etna». In tal modo, di fatto, i Comuni pongono un freno ai provvedimenti sostitutivi della prefettura che negli ultimi anni, complice un sistema di responsabilità sovrapposte fra enti, si è trovata a intervenire con ordinanze di blocco dell’accesso in quota, spesso stabilendo l’interdizione di aree montane molto più estese di quelle strettamente teatro dei fenomeni vulcanici.
L’intesa diverrà, fra l’altro, parte integrante dei piani di protezione civile di ciascuno dei partner. «In passato il protrarsi ingiustificato delle ordinanze ha impedito alle guide autorizzate di accompagnare molti visitatori a godere di eruzioni che non costituivano un pericolo immediato», chiarisce ancora Borzì. Dopo la firma del protocollo – che istituisce fra l’altro il Corves (Centro operativo rischio vulcanico Etna sud) con sede nel piazza del rifugio Sapienza – i sindaci, autorità locali di Protezione civile, potranno invece emanare ordinanze restrittive coordinate fra loro e ritagliate sulla porzione di montagna dove è effettivamente pericoloso recarsi, sempre sotto la guida degli esperti e dei rilievi degli studiosi.
Fondamentale, in tal senso, anche il nuovo «piano dei cancelli», cioè il documento che individua i punti di accesso alle zone sommitali in caso di emergenza, ciascuno selezionato in funzione degli scenari di impatto locale: si va dai tre cancelli d’alta quota (stazioni di partenza e d’arrivo della funivia cui si aggiunge Torre del Filosofo a quota 2900) ai cancelli individuati lungo la strada provinciale 92 (Zafferana), a Piano Vetore e Piano Bottara (Belpasso) e infine in contrada Valentino (Ragalna).
«Su un vulcano attivo come l’Etna la sicurezza delle persone viene prima di tutto, collaboriamo con tutti in tale ottica», ha aggiunto Calogero Foti, capo della protezione civile regionale, che ha anche preannunciato la posa di nuova segnaletica di avvertimento e la nascita, entro l’anno prossimo, del Centro regionale per i rischi sismico e vulcanico con sede a Nicolosi.