Nel corso della riunione di oggi non è stata trovata l'intesa tra i sindaci di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia sulla questione delle escursioni al versante nord dei crateri del vulcano, ancora bloccate. In ballo il parere dell'Antitrust sulla posizione della ditta Star e il rischio che salti la stagione estiva di visite
Etna nord, finisce quasi in rissa incontro tra Comuni Nessun accordo sulla gestione del trasporto in quota
Si è risolto in un nulla di fatto il tavolo tra le amministrazioni di
Castiglione di Sicilia e Linguaglossa sulla questione delle escursioni, al momento bloccate, ai crateri sommitali dell’Etna con partenza da Piano Provenzana, sul versante settentrionale del vulcano. La trattativa ha come protagonisti i rispettivi sindaci, Salvo Barbagallo e Rosa Maria Vecchio, ed è naufragata del tutto nel corso di una caotica e durissima disputa al municipio castiglionese. Culminato addirittura nella quasi rissa tra lo stesso Barbagallo e uno dei tanti operatori turistici presenti all’assemblea. Colpo di scena finale, la nuova posizione di Castiglione: mollare il progetto dell’affidamento provvisorio alla società Star – finora monopolista del servizio – e aprire già da quest’estate a una gestione condivisa fra più soggetti abilitati al trasporto dei turisti.
Barbagallo non ci sta a passare per il capro espiatorio e replica per quasi due ore alle accuse che gli sono piovute addosso al primo incontro, lo scorso sabato a Linguaglossa. Critiche infiammate dal mancato accordo con Linguaglossa circa l’appalto della gestione della strada montana – divisa a metà fra i territori dei due municipi – che, partendo
appunto da Piano Provenzana, conduce alla vetta del vulcano. Percorso gestito fino all’anno scorso, in forza di lunghe concessioni e proroghe, dalla società Star srl, sorella minore dell’azienda Funivia dell’Etna della famiglia Russo, già colosso nel campo di escursioni e trasporto turistico sul versante sud della montagna.
Un equilibrio giudicato dall’Autorità antitrust (Agcm) «contrario ai principi posti a tutela della concorrenza». Il garante, a febbraio, ha invitato i Comuni «a rivedere le complessive modalità di affidamento e gestione delle vie di accesso all’area sommitale dell’Etna, al fine di introdurre criteri concorrenziali utili a superare affidamenti inerziali agli operatori storici». Da qui, dunque, lo scatenarsi nei centri pedemontani del dibattito sul miglior sistema da adottare e di conseguenza lo scontro tra i due sindaci. Da una parte la prima cittadina di Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio, che adesso punta tutto – forte di bozze già nero su bianco – su un bando provvisorio per salvare la stagione turistica già iniziata, cui segua un bando per l’affidamento decennale della strada da pubblicare a breve.
Dall’altra il sindaco Salvo Barbagallo, secondo cui le proposte avanzate da Linguaglossa negli ultimi tre anni non sarebbero ispirate a principi di tutela della concorrenza e ancora incentrate a favorire gli operatori storici. Anche il Comune di Castiglione ha elaborato delle linee d’indirizzo alle quali conformare il bando pluriennale, ma sulle proposte dei due Comuni non è partito alcun confronto. Da giorni Barbagallo ribadisce che, «senza l’avvio concreto delle procedure per il bando pluriennale, il mio Comune non darà l’assenso ad alcun bando provvisorio. L’Agcm lo ha detto chiaramente, non si può».
E, sebbene la sindaca Vecchio non abbia mai chiuso le porte all’ipotesi, il dialogo tra i due è sempre stato ridotto al minimo, tanto da sfociare nelle tensioni di oggi. Dopo il corpo a corpo evitato per un soffio, Barbagallo ha accolto un’idea sempre respinta: passare da un bando con un unico vincitore alla sperimentazione, da avviare già durante quest’estate, di un sistema autorizzatorio. In tal modo, «aprendo davvero alla concorrenza sull’Etna», sulla strada si troverebbero ad operare più soggetti titolati al trasporto dei turisti in quota. Ipotesi bocciata da Vecchio «perché il Parco dell’Etna non accorderebbe così tante autorizzazioni». Per la prima cittadina di Linguaglossa, innanzitutto, resta fondamentale pubblicare subito il bando stagionale.
Qualche altra schermaglia, poi la sindaca di Linguaglossa abbandona la sala. Ai due incontri prende parte il folto gruppo di albergatori, ristoratori e piccoli negozianti di Linguaglossa, confusi e inferociti perché «senza escursioni siamo in ginocchio, costretti a mandare i turisti a Etna sud». Presente anche il Comitato per lo sviluppo e la legalità di Linguaglossa i cui esponenti, nei giorni scorsi, hanno richiesto un’audizione all’Antitrust. Rimane grande la preoccupazione per gli effetti di un muro contro muro che, a detta di molti, sta seriamente rischiando di far saltare la stagione escursionistica estiva sul versante nord dell’Etna.