Etna Comics, il racconto della prima giornata Manara e Ortolani stregano i visitatori

Si parte, al via Etna Comics quarta edizione. Tante le novità quest’anno come la Youtub Alley (sezione dedicata ai videoblogger ormai noti del mondo dei fumetti, videogiochi e del cinema) e una sala mostre per le esposizioni dei grandi autori presenti. L’avvio è in pompa magna con eventi quali il workshop La sensualità del tratto col maestro Milo Manara, leggenda del fumetto made in Italy, conferenze stampa con i fan di Cristina D’Avena, Roberto Recchioni (Bonelli editore), Greg Capullo (DC comics/RW Lion) .

In questa quarta edizione lo spazio è notevolmente ampliato per ospitare fans e artisti. Michele Foschini è chief creative officer Bao Publishing, giovane casa editrice (unica con un bilancio in attivo) che rivaleggia dignitosamente con colossi quali Panini Comics e RW Lion. «Il modello normale di un editore è vendere l’80 per cento in fumetteria e il 20 per cento in librerie (Feltrinelli, Mondadori e le librerie indipendenti e di quartiere), dopo quattro anni abbiamo sconvolto questo modello vendendo il 40 per cento in fumetteria e il 60 per cento nelle librerie. Abbiamo puntato ad un pubblico differente, confezionando un prodotto che avesse dignità letteraria maggiore e convincendo lettori che prima non erano così sensibili al mondo del fumetto». Bao si è ritagliata una notevole fetta di mercato pubblicando capolavori affermati come La Lega degli straordinari gentlemen, dal genio di Alan Moore (V per Vendetta e Watchmen) e osando su nuove serie in evoluzione quali SAGA, dal bravo sceneggiatore Brian K. Vaughan e dalla talentuosa disegnatrice Fiona Staples, due serie che hanno la vastità di respiro e il ritmo delle migliori produzioni cinematografiche fantascientifiche.

 

Ragionando su un possibile spostamento del baricentro fumettistico dal Nord della nostra nazione al Sud (vista anche la straordinaria prova di Napoli Comicon), Foschini sottolinea che «dal punto di vista librario il Nord ha ancora delle notevolissime vendite, ma ammette che «Catania ha comunque il mio plauso vista la risposta ad eventi come questo, risposta ben più seria di quella di Milano per esempio di fronte ad un evento come Cartoomix dove noi non esponiamo, visto che sarebbe una perdita di tempo».
Nel pomeriggio poi è il turno di Cristina D’Avena, sommersa dall’affetto dei fan in conferenza stampa durante la quale parla dei momenti più concitati della sua carriera sotto lo sguardo attento e severo della brava Alessandra Valeri Manera. Raffica di domande dai fan: dai riferimenti e ispirazioni musicali alle canzoni che mettono di buon umore, dalle importanti collaborazioni alle modalità di lavoro della cantautrice.

Arriva poco dopo il picco della giornata. Sala gremita per il workshop condotto da Milo Manara dal titolo La sensualità del tratto. Il maestro è accolto da scroscianti applausi, dimostrazione tangibile di quanto sia amato, tra l’altro in una platea abbastanza variegata, dai giovanissimi ai fan di vecchia data. Manara strega tutti disegnando armoniosamente e illustrando verbalmente la sua tecnica di disegno del profilo umano, spiegando come un disegnatore possa risaltare i tratti somatici concentrando la luce in punti ben determinati e come nel complesso l’espressione del viso sia per lui la prima arma di seduzione, visto che «l’erotismo risieda quasi esclusivamente nella nostra psiche». Altro momento altissimo ed emozionante del workshop è stato il suo racconto degli ultimi dialoghi con Hugo Pratt, padre di Corto Maltese. «Pratt mi disse: “Quando non ci sarò più, continuerai tu Corto Maltese”». E chiosa con una frase che contraddistingue il suo modo di disegnare il fumetto e che gli impedisce di continuare un’opera come Corto Maltese: «Penso abbiate notato tutti che gli occhi di Corto Maltese non sono caratterizzati, ecco a mio avviso quegli occhi sono un luogo indefinito, qualcosa che per me è impossibile da definire senza stravolgere il personaggio». Manara parla anche di quanto sia stata divertente la collaborazione con la Marvel Comics, ma che essa si riduce ormai alla realizzazione di copertine, spiegando la differenza di vedute e di lavoro nel modus operandi delle case editrici americane rispetto al suo, differenze dettate proprio dal background.

Altro beniamino del panorama fumettistico italiano, dai giovanissimi alla precedente generazione di fruitori di fumetti, è Rat-man, nato dalla mente di Leo Ortolani. «E’ un piacere vedere alle convention e alle fiere i primi fan di Rat-man che magari accompagnano i figli e vedere anche una piccola fetta di merchandising che si sviluppa intorno al personaggio». Quindi passa al confronto con Zerocalcare, giovane fumettista, e di come il fumetto umoristico sia sensibilmente cambiato negli anni : «C’è un piccolo traid d’union tra me e lui: lui parla di stesso nelle proprie storie, io non così di frequente, perché non riesco spesso ad uscire dal mio guscio. La differenza si vede anche nei riferimenti e nei rimandi, due generazioni a confronto insomma». Mentre sulle sue irriverenti e severe recensioni ai cinecomix conclude: «Non è che le mie sono recensioni contro corrente, mi aspetto di trovare un buon prodotto, un film dove il personaggio non venga completamente snaturato per adattarlo sul grande schermo, non accetto un’ostentata spettacolarizzazione delle scene a scapito di una qualità narrativa di base».

 


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