Così il presidente del Senato in occasione delle celebrazioni in memoria dell'imprenditore ucciso perché aveva scelto di ribellarsi al pizzo e di fare campagna contro chi invece lo pagava
Estorsioni, 26 anni fa l’omicidio Grassi «Esempio da imitare, denunce in calo»
«È importante continuare a ricordare Libero Grassi per quello che ha rappresentato, non solo per essersi ribellato al pizzo ma, soprattutto, per avere fatto una campagna contro chi pagava il pizzo. Questa è stata la cosa che più ha infastidito Cosa nostra, perché Grassi stava facendo tanti proseliti nella sua denuncia. Ecco il motivo per il quale lo dobbiamo ricordare sempre di più e considerarlo un esempio da imitare». Così il Presidente del Senato Pietro Grasso a margine della commemorazione dell’imprenditore ucciso il 29 agosto di 26 anni fa a Palermo. Alla cerimonia di questa mattina erano presenti, tra gli altri, anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il vice sindaco Sergio Marino e l’assessore alle Attività Produttive, Giovanna Marano.
Il fenomeno del racket del pizzo, rivela il presidente del Senato, «non è scomparso e le denunce delle vittime sono diminuite. Bisogna analizzare se le denunce sono diminuite perché il fenomeno è in calo, e noi lo spereremmo, ma c’è anche l’ipotesi che ci si adegua sempre di più a questa situazione che non assume più le caratteristiche di violenza e pressione del passato».
Grasso sottolinea in proposito che «non si assiste più ad attentati incendiari alle saracinesche, lo stesso metodo dell’attak non è più usato come una volta». «Le reazioni delle forze dell’ordine e della magistratura sono state importanti e la repressione ha funzionato. Oggi rischiare cinque anni di carcere per chiedere il pizzo sembra eccessivo. Forse ci si sta rivolgendo ad altre forme di approvvigionamento più redditizie come il traffico degli stupefacenti».
«La città di Palermo oggi si riunisce per ricordare un grande uomo che voleva affermare il diritto di essere imprenditore in terra di mafia, diritto che gli è stato barbaramente negato dalla violenza, dal silenzio e dall’omertà in un tempo in cui la mafia aveva ancora il volto delle istituzioni». Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. «Oggi sicuramente quel tempo è alle nostre spalle – ha continuato Orlando – e anche se la mafia esiste ancora, non ha più il volto delle istituzioni e gli imprenditori onesti non vengono più lasciati soli. Il recupero del grande e splendido parco a lui dedicato ad Acqua dei Corsari è un modo per ricordare Libero Grassi e anche le bellezze di questa terra, libere finalmente dall’ipoteca mafiosa».
Dopo la commemorazione il sindaco Orlando, insieme al presidente del Senato e al prefetto Antonella De Miro, si è recato presso il bar Aurora, in via Buonriposo, dove si è tenuta una colazione di consumo critico e solidarietà al titolare che ha denunciato il pizzo. «Oggi più che mai occorre stare vicino agli operatori economici e agli imprenditori che denunciano il pizzo, dando un contributo di dignità alla città e al loro lavoro – ha dichiarato Orlando -. Insieme si può vincere questa battaglia, che è anche una battaglia culturale che si costruisce con l’impegno di tutti e di ciascuno».