Estorcevano denaro utilizzando il metodo mafioso Otto condanne, grazie anche al collaboratore Laudani

Hanno commesso varie estorsioni a danno di imprenditori, ed aggravate dal cosiddetto metodo mafioso. Con questa motivazione il 24 marzo il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catania ha stabilito, con sentenza emessa in rito abbreviato, condanne tra i 4 e gli otto anni Filippo Anastasi, Stellario Filetti, Antonino Fosco, Santo Laudani, Domenico Indelicato, Giovanni Spina, Gianluigi Partini, Omar Scaravilli.

La vicenda processuale traeva origine dalle denunce sporte dalle vittime di tali reati, alcune delle quali fatte oggetto di gravi atti di violenza fisica, talora commessi in modo plateale ed in luoghi pubblici. E a riprova della caratura criminale dei responsabili, a rafforzare ulteriormente il quadro probatorio sono intervenute anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Laudani, già reggente dell’omonimo clan mafioso, e Carmelo Riso, già appartenente al medesimo sodalizio, i quali si autoaccusavano di uno di tali episodi estorsivi e riferivano in merito alla responsabilità degli altri correi.

In una occasione, la vittima è stata picchiata davanti ad un bar, alla presenza di molte persone, e poi soccorsa da un poliziotto libero dal servizio che si trovava di passaggio, il quale l’ha poi accompagnata al pronto soccorso. Ad origine dell’aggressione un recupero crediti a favore degli imputati Indelicato e Spina, commercianti, i quali avevano chiesto ai loro complici di intervenire per ottenere il soddisfacimento del proprio credito.

Altro episodio estorsivo contestato è quello commesso ai danni di un imprenditore edile, costretto con minacce di gravi ritorsioni a mettersi in regola ed a versare una tantum la somma di 9mila euro, nonché l’ulteriore mensilità di 600 euro a titolo di pizzo. In un’altra occasione gli imputati, a seguito di reiterate e gravi minacce, hanno costretto il titolare di una azienda, che vantava un importante credito nei confronti di una ditta riconducibile ad uno degli imputati, a ritirare l’istanza di fallimento già presentata, ottenendo in tal modo la chiusura della procedura prefallimentare avviata dalla persona offesa per il recupero del proprio credito.

A riprova della forza di intimidazione esercitata dagli imputati, inoltre, si verificavano nel corso del processo tentativi di ritrattazione da parte di alcune persone offese, appositamente avvicinate per ritirare le denunce. Tali tentativi, da un canto, non hanno inciso negativamente sul materiale probatorio raccolto ai fini della responsabilità penale degli imputati per i reati in contestazione, trattandosi, peraltro, di reati procedibili d’ufficio e non su querela delle vittime, e dall’altro hanno corroborato gli elementi di prova in ordine alla sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso, che è stata ritenuta provata dal Giudice dell’udienza preliminare, con le conseguenti importanti ripercussioni sul piano sanzionatorio.

Tra i reati per cui gli imputati sono stati condannati vi è anche quello di lesioni aggravate commesse ai danni del titolare di una trattoria, che aveva contestato ad alcuni imputati, che avevano prenotato un tavolo per pranzo, di essersi presentati al locale con notevole ritardo rispetto all’orario concordato. In conseguenza del comportamento ritenuto offensivo dai diretti interessati, questi si presentavano la stessa sera presso il locale, ed alla presenza di altri clienti e del personale dipendente trascinavano in strada il proprietario dell’esercizio e lo picchiandolo con brutalità, mentre altri complici attendevano in macchina, sostando al centro della carreggiata al fine di impedire il transito di altre autovetture.

Gli imputati erano stati tratti in arresto il 22 novembre 2013 in esecuzione dei provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura di Catania. Il Tribunale del Riesame aveva poi confermato tutti i provvedimenti restrittivi, ad eccezione di quello emesso a carico di Giovanni Spina, avendo ritenuto non sussistenti gravi indizi di reità a carico di quest’ultimo. In esito alla celebrazione del giudizio abbreviato, il Gup, in accoglimento della prospettazione accusatoria offerta dal pubblico ministero, ha invece condannato tutti gli imputati, in tal modo ritenendo responsabile a titolo di concorso nel delitto di estorsione anche il commerciante che ritenga di fare ricorso al metodo intimidatorio ed al contributo di terzi per ottenere il recupero con metodi illeciti di un credito vantato.

Queste, bel dettaglio, le condanne e le sanzioni comminate dal Gup:

Filippo Anastasi cinque anni e otto mesi di reclusione ed 800 euro di multa;

Stellario Filetti quattro anni di reclusione e 600 euro di multa;

Antonino Fosco cinque anni di reclusione e 800 euro di multa;

Santo Laudani cinque anni e sei mesi di reclusione e 800 euro di multa;

DomenicoIndelicatotre anni e sei mesi di reclusione e 600 euro di multa;

Giovanni Spina tre anni e sei mesi di reclusione e 600 euro di multa;

Gianluigi Partinisette anni di reclusione e 1400 euro di multa;

Omar Scaravilli otto anni e otto mesi di reclusione e 1800 euro di multa.


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