Dopo essere stato sindaco del capoluogo etneo per tre volte tra gli anni '80 e '90, Bianco si ricandida per la quinta volta dopo la sconfitta nel 2005 contro Umberto Scapagnini, poi ritenuto colpevole di brogli proprio per quelle votazioni. Tra le parole chiave della sua campagna elettorale ci sono orgoglio, rinascita ed esperienza. Perché l'aspirante primo cittadino del Pd punta alla voglia di riscatto dei catanesi, con un occhio al passato per far rifiorire la città
Enzo Bianco, il candidato «ripetente» «Per Catania sogno una nuova Primavera»
«È stato ricordando quella che fu definita la Primavera catanese che ottomila cittadini mi hanno chiesto di candidarmi nuovamente a sindaco». Enzo Bianco si ricandida per la quinta volta a primo cittadino della città etnea perché la gente glielo chiede in nome del ricordo di una Catania che non c’è più. Questa la spiegazione del candidato del Partito democratico alle prossime elezioni comunali del 9 e 10 giugno, già a capo dell’amministrazione etnea per tre volte nel 1988, ’93 e ’97.
«Oggi la situazione di Catania è sicuramente preoccupante a causa dellassoluta incapacità di chi lha amministrata in questi ultimi tredici anni», dichiara Bianco nell’introduzione al suo programma elettorale Catania +10. Dieci punti su come dovrà diventare Catania da qui al 2023, tra dieci anni: una città del lavoro, sicura, accogliente, solidale, giovane, dinamica, civile, vivibile, trasparente e partecipata e metropolitana. E per far «rifiorire» la città, Bianco fa appello all’orgoglio dei catanesi. «Perché se è vero che la crisi è generale, noi, purtroppo, risultiamo ultimi in tutto. E non ce lo meritiamo, per la grande energia che ancora cova sotto la cenere», dice. La parola orgoglio è, infatti, tra quelle più usate durante la sua campagna elettorale e tra quelle chiave insieme a esperienza, patto, squadra, primavera, metropolitana, rinascita e giovani.
Dall’esperienza e con uno sguardo al passato il candidato sindaco del centro sinistra parte per costruire il futuro della città. «Negli anni della mia sindacatura mi trovai a fronteggiare emergenze terribili come quella mafiosa – in città cerano oltre 100 morti allanno – e la drammatica crisi delloccupazione seguita al crollo dei cavalieri del lavoro. Eppure, sotto la mia guida, la città rifiorì e crebbe fino a diventare un esempio non solo per il resto dItalia ma per lEuropa. Una città di cui essere orgogliosi», ricorda agli elettori.
La nuova Catania si deve costruire in squadra, «tutti insieme, senza più inutili contrapposizioni, dando ciascuno il proprio contributo di idee, esperienza, energia», dice l’unico candidato del Partito democratico alle prossime comunali, scelto senza ricorrere alle primarie, creando una frattura con i colleghi di partito più giovani. Il lavoro di squadra di Bianco si compie attraverso diversi patti, con le imprese e i sindacati per il lavoro, con le associazioni di volontariato, con l’università e anche con i singoli cittadini. «Nella convinzione che i catanesi siano i migliori custodi delle proprietà della città, a richiesta, spazi verdi dei vari quartieri saranno affidati ad associazioni o anche a singoli cittadini», annuncia il candidato nel suo programma.
Per far rinascere la città, l’ex sindaco punta sulle sue potenzialità: il mare, l’Etna, il turismo sia naturalistico che culturale. «Lanceremo anche il progetto Catania promuove Catania, con i grandi catanesi che invitano sul web a venire a visitare la nostra città», annuncia Bianco. Che ha in mente anche un grande progetto di rilancio del Teatro Massimo «perché torni a ricoprire il ruolo che gli spetta nella nostra Regione, in Italia e in tutto il mondo», attraverso «un unico, grande Festival belliniano che rappresenti leccellenza». Dal passato vuole anche recuperare «l’esperienza della movida e dei Caffè concerto» per far diventare Catania «una piccola capitale della musica».
Bianco, che su Twitter scrive di sognare per la città «una nuova primavera», nel suo programma annuncia una Catania metropolitana, aperta ai giovani e alle loro idee. Giovane, come il candidato con cui vorrebbe si giocasse la partita, Matteo Iannitti. «Anche se quello con cui dovrò confrontarmi realmente – temo – sarà il sindaco in carica Raffaele Stancanelli», ammette.