Enrico Letta? Un uomo di Bilderberg

Nei mesi scorsi sono state riempite pagine intere a proposito della frequentazione del sig. Monti alle riunioni di alcuni “gruppi di potere” come il Bilderberg, la Trilaterale o l’Aspen. Il gruppo Bilderberg, di cui abbiamo parlato più volte nei nostri precedenti articoli, in più occasioni è stato accusato si voler soverchiare il potere democratico dei singoli Stati (addirittura, nel suo ultimo libro, il giudice Imposimato ha riportato un documento in cui il gruppo Bilderberg veniva accusato di essere il fautore di alcune delle più violente stragi avvenute in Italia alcuni anni fa).

Già un decennio fa era quasi scoppiato uno scandalo quando era stata presentata una interrogazione al Parlamento Europeo circa la legittimità o meno del fatto che un membro della Commissione Europea, Monti appunto, frequentasse le riunioni del gruppo Bilderberg. Ai tempi si cercò di far tacere la cosa, ma tutto tornò in auge quando il sig. Monti ricevette il mandato di Presidente del Consiglio dei ministri da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Ancora una volta scoppiò lo scandalo, visto il reiterarsi delle frequentazioni non solo di Monti, ma anche di parte del suo staff al governo, alle riunioni del gruppo Bilderberg, ospitate addirittura al Campidoglio. Dopo le sue dimissioni sembrava che il problema fosse risolto e che, quanto detto a proposito della chiara volontà di questi gruppi di potere di gestire la cosa comune, fosse solo un bluff giornalistico o la mera elucubrazione di pochi estremisti.

Tutti erano felici del fatto che si fosse tornati alla normalità, con un Presidente del Consiglio nominato dopo delle consultazioni con le parti sociali e i responsabili dei maggiori partiti.

Dopo alcune settimane di trepidazione per vedere a chi, il rieletto Presidente Napolitano (lo stesso, va sottolineato che, in pochissimi giorni, prima nominò senatore a vita Monti e poi gli conferì il mandato di capo del Governo), avrebbe conferito il mandato di nuovo capo del governo, è venuto fuori il nome di Enrico Letta.

In realtà, già qualche stranezza era stata notata: Bersani, segretario del partito di cui faceva parte il neo capo del Governo, ha dichiarato di voler presentare le proprie dimissioni da questa carica dopo il conferimento del mandato al sig. Letta. Così come il fatto che non era stato dedicato, nei principali telegiornali, alcuno spazio ai commenti all’evento da parte dei responsabili del primo partito (in termini di voti ricevuti), il Movimento 5 Stelle. E così molti altri.

In realtà, una cosa avrebbe dovuto destare grande sorpresa al termine del discorso con cui il Capo dello Stato aveva comunicato il nome del nuovo presidente del Consiglio, e non il fatto che Enrico Letta è nipote di un altro Letta, Gianni, braccio destro di Berlusconi e con un passato a cavallo tra Massoneria, Vaticano e chi più ne ha più ne metta. La cosa che più di ogni altra avrebbe dovuto destare sorpresa è che il sig. Enrico Letta è anche lui membro del gruppo Bilderberg. Il suo nome, infatti, compare tra i partecipanti ad alcune riunioni del gruppo, tra cui quella tenutasi a Chantilly, in Virginia, negli USA dal 31 maggio al 3 giugno 2012.

Il nome di Enrico Letta compare anche tra i membri del gruppo Trilateral, spesso accusato di voler scavalcare, con le sue riunioni nelle quali verrebbero prese decisioni importanti sulle strategie politiche da seguire in molte parti del mondo, scavalcando in questo modo l’autorità dei singoli Stati sovrani e dei singoli governi. Chi volesse verificarlo potrà consultare il sito http://www.trilateral.org/download/file/TC_list_11-12_%282%29.pdf.

A questo punto, non sorprenderà scoprire che il sig. Letta fa parte anche del gruppo Aspen, per il quale, nel 2004, è stato addirittura vicepresidente dell’Aspen Institute Italy, https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo. E, chi dovesse affrettarsi a dire che non si tratta di Enrico, dirigente del Partito Democratico, ma di Gianni, lo zio, che Gasparri del Popolo delle Libertà ha definito “una delle più preziose risorse di cui l’Italia e le sue istituzioni si possano avvalere”, farebbe bene a sapere che non uno dei due, ma entrambi fanno parte del gruppo Aspen, a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che, ormai da anni, stiamo assistendo al passaggio dei poteri dai singoli Stati sovrani a soggetti “esterni” che si sono arrogati il diritto di assumere il potere decisionale reale, al di sopra e al di fuori di qualsiasi partito politico, movimento o ideologia.

Dopo aver visto ciò non crediamo che dovrebbe più sorprendere come mai a demandargli il mandato di costituire il nuovo Governo, il XVII, sia stato chiamato di nuovo Napolitano, lo stesso che aveva messo l’Italia nelle mani di Monti, con le conseguenze che abbiamo visto per il nostro Paese. Così come non sorprende che il think thank di cui fa parte Letta ha suggerito l’adozione di una legge sulle lobby che contenga “norme di trasparenza dei processi decisionali, anche attraverso l’istituzione di un elenco dei lobbisti; un accesso ai decisori pubblici uguale per tutte le lobby; l’obbligo, per le lobby e i decisori pubblici, di relazionare periodicamente sull’attività svolta; il divieto di “revolving door”, ossia l’impossibilità per chi ha ricoperto incarichi pubblici (non solo politici) di diventare un lobbista, e viceversa, se non dopo un certo periodo di “raffreddamento”…

Chi si aspettava che, tolto finalmente di mezzo il Governo di Monti e le sue decisioni pro Europa e contro Italia, il peggio fosse ormai passato farebbe bene a mettere il cuore in pace, perché a guidare il Governo italiano, ora, c’è una persona che, nel lontano 1997, scrisse un libro dal titolo “Euro sì. Morire per Maastricht”. Salvo poi, in un rigurgito di coscienza e a conferma della sua coerenza, tornare sui propri passi e scrivere nel 2010 un altro libro dal titolo “L’Europa è finita”.

Non per essere superstiziosi, ma è meglio sperare che, visti i presupposti, il 17 della XVII legislatura non porti male agli italiani e all’Italia. Al limite, possiamo sempre pregare. O forse no: tra i primi a commentare positivamente l’incarico a Enrico Letta è stato Monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione e uomo da sempre molto ascoltato nel quadro politico italiano che ha invitato il neo nominato al mantenimento degli impegni comuni: “Sono molto contento. Spero che sia veramente un momento di impegno, di rinnovamento, di responsabilità e soprattutto di corresponsabilità da parte di tutti”. Fisichella ha concluso: “Ora possiamo solo aspettare”. Cosa? Forse che il Governo trovi un modo per continuare a non far pagare l’Imu sui beni della Chiesa?

Meditate, gente. Meditate…

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