Un nuovo inizio per Enna. È questo l’obiettivo del progetto MutAzioni ideato dall’architetta Flavia Tomasello in sinergia con quattro associazioni di categoria: Confcommercio, CNA, Confartigianato e Federterziario. Il piano finanziato dal Comune, attraverso il bilancio partecipato 2016, mira al rilancio delle attività artigianali ed economiche del centro storico. «La vendita online, i centri commerciali, la crisi economica – dice Tomasello – costringono sempre più commercianti e artigiani a chiudere bottega. Vista la situazione attuale, è necessario riqualificare il centro cittadino come luogo di aggregazione sociale e culturale attraverso opere di restyling urbano».
Nella realizzazione del progetto sono stati coinvolti quattro studi siciliani di architettura internazionale che «a titolo completamente gratuito» pianificheranno altrettante installazioni in diverse aree della città: piazza Matteotti (Balata), piazza San Francesco, piazza Umberto I (Municipio) e via Mercato Sant’Antonio.
Mancano ormai poche ore al primo step. L’appuntamento è per le 20 in piazza Umberto I, con l’allestimento, curato dall’atelier ennese di architettura Sebastiano Fazzi, darà un nuovo volto alla zona del Municipio adiacente al Teatro Garibaldi. «L’icona del progetto è – spiega a Meridionews Giuseppina Farina, cofondatrice dell’atelier – una nuova porta della città accessibile a tutti che possa guidare fin dentro il teatro e l’edificio comunale ma anche far uscire le attività teatrali e politiche all’esterno». E aggiunge: «L’installazione sarà interattiva e stimolerà i fruitori-cittadini con esperienze sensoriali». Prevista la partecipazione di artisti e musicisti. «Ad accogliere gli spettatori – interviene Tomasello – ci saranno le performance di Davide Campisi, Roberto Cohiba, Elisa Di Dio, Emanuele Primavera, la soprano Anna Maria Solfato e la Compagnia dell’Arpa che si esibiranno dai balconi della piazza».
La seconda installazione vedrà la luce nel corso della settimana federiciana, prevista nel mese di maggio. Evento caratterizzato da atmosfere medievali, rievocazioni storiche, giochi, degustazioni, antichi mestieri durante la quale via Mercato Sant’Antonio accoglierà il progetto firmato da Maurizio Oddo, professore associato all’Università Kore di Enna, e dall’ingegnere Alessandro Barracco, entrambi fondatori del Boma studio. Il loro intervento prevederà «un’installazione con tendaggi, per richiamare quelli dei mercati medievali e della Vucciria di Palermo, e una griglia di fili metallici per reggere degli ottagoni, e punti luce nelle ore notturne. Se di giorno i tendaggi andranno a sostituire quelli dei commercianti, di sera trasformeranno via Mercato Sant’Antonio in un ritrovo per i giovani». Saranno allestiti anche sei padiglioni espositivi finalizzati al recupero dell’artigianato locale. I due giovani designer ennesi Luca Bongiovanni e Marco Santangelo riassumono così la loro idea: «Saranno corpi illuminanti che giocheranno sul rapporto tra luce e ombra per ridestare nel visitatore una nuova percezione della realtà».
Il terzo progetto vedrà la luce in estate, quando piazza San Francesco avrà una nuova veste. Autori dell’installazione saranno gli Urban Future organization (U.F.O.), un gruppo di progettazione internazionale che vanta diverse sedi al mondo tra cui una in Sicilia. «Il progetto ruoterà – anticipa Claudio Lucchesi uno dei soci fondatori – attorno alla relazione tra la terra e il cielo. Lampade sospese illumineranno la piazza e, simili a stelle, si rifletteranno sul pavimento che trasformeremo in un corso d’acqua. Si tratterà – prosegue – di un progetto pensato per la fantasia dei bambini. Perché non utilizzare il corso d’acqua per fare galleggiare delle barchette?».
L’ultimo intervento di riqualificazione si svolgerà tra settembre e ottobre e riguarderà la zona della Balata. «Piazza Matteotti – racconta Andrea Rizzo, uno degli ideatori dello studio Analogique che si è imposto all’attenzione per l’esperienza della Farm cultural park di Favara – non viene vissuta dai cittadini come tale. La nostra scommessa sarà di ridarle valore, ridisegnandone il bordo in modo da renderla individuabile anche da una certa distanza. Infine, un anello luminoso sospeso sulla piazza terrà insieme gli edifici. Uno stimolo nuovo per la comunità affinché – conclude Rizzo – impari a riconoscere i luoghi che abita».
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