Cartelloni disseminati per tutta la Sicilia. L'idea dello slogan è del rettore Cataldo Salerno: «Professori, ricercatori e imprenditori ce lo dicono ogni volta che arrivano in ateneo. Sappiamo che è una valutazione negativa dell'Isola ma per noi è un vanto»
Enna, lo spot della Kore: «Non sembra neppure Sicilia» Presidente: «È il mantra che ci ripete chi viene da fuori»
«Non sembra una biblioteca e non sembra neppure Sicilia. L’università Kore di Enna è fatta così… per ciò meraviglia!». È questa la scritta su un cartellone pubblicitario 6×3 con cui l’ateneo privato ennese si presenta come «il primo posto in Italia per gradimento degli studenti». Sullo sfondo un’immagine dei locali della struttura universitaria con pareti bianche e pulite, un ambiente luminoso e studenti seduti su poltroncine gialle. Sulla destra del cartellone la foto di una giovane sorridente in maglia rosa pesca che si tiene una tracolla sulla spalla. Nella lavagna sopra la sua testa, come fosse disegnato con un gessetto, il tocco tipico dei laureati.
Nell’insieme il messaggio che si vuole far passare sembra piuttosto chiaro: ordine e organizzazione che si traducono in efficienza tanto che «non sembra neppure Sicilia». Perché? La Sicilia cosa sarebbe o cosa rappresenta nell’immaginario collettivo? «È un mantra che ci siamo sentiti ripetere più volte – spiega a MeridioNews il presidente Cataldo Salerno – Professori universitari, ricercatori e imprenditori italiani e stranieri ce lo dicono ogni volta che vengono per un convegno: “Qui da voi non sembra di essere in Sicilia”». Il presidente è anche l’ideatore dello spot pubblicitario stampato sui manifesti disseminati per tutto il territorio regionale per pubblicizzare l’apertura delle immatricolazioni per il nuovo anno accademico.
«All’inizio quella frase ci ha infastidito perché – non nega Salerno – esplicita una valutazione negativa della Sicilia, non solo delle sue università. L’impressione è che professionisti venuti dal Nord o dall’estero intendessero sottolineare lo stupore di non trovarsi di fronte a un capannone con dei selvaggi». La spinta del marketing trasforma quasi ogni cosa. «Abbiamo provato a farne un motivo di vanto perché quella frase ripetuta tante volte da persone diverse sottintende, comunque, un parere positivo sul nostro ateneo. Per questo motivo abbiamo deciso di metterla in vetrina, anche se ci rendiamo conto che va a scapito della Sicilia. Lo abbiamo fatto per richiamare l’attenzione e quasi per infastidire chiunque lo legga sperando che, prima o poi, nessuno lo dica più».
Quello che si vede nello sfondo dell’immagine è uno dei locali della biblioteca della Kore che «si estende per oltre novemila metri quadrati su più piani – dice orgoglioso il presidente – e ha più di mille posti e 150 computer con il collegamento a internet a disposizione per tutti gli studenti». Attrezzature e strutture all’avanguardia, come riconosciuto anche nella classifica Censis sulle università italiane. Dal confronto con gli altri quattro atenei di medie dimensioni non statali – Roma Luiss, Roma Lumsa, Milano Iulm e Napoli Benincasa – la Kore si difende bene. Nella classifica generale è la penultima e i risultati non sono ottimi nemmeno nella didattica: si piazza ultima nelle lauree triennali in ingegneria, del ramo letterario–umanistico, linguistico, psicologico e penultima nelle triennali del settore socio-politico. Ultima posizione anche per internazionalizzazione (numero di studenti che partecipano al progetto Erasmus) e comunicazione. L’ateneo ennese, però, è al secondo posto per le borse di studio erogate agli studenti e a metà classifica per servizi e strutture (numero di posti nelle aule, nelle sale studio, nelle biblioteche, nei laboratori e nelle aule di informatica).