Emergenza randagismo a Palermo «Entro luglio i lavori nel canile»

Entro luglio il canile municipale di Palermo sarà svuotato e finalmente, a due anni e mezzo di distanza da una gara aggiudicata e finanziata, potranno partire i lavori di ristrutturazione. La notizia è emersa da un convegno organizzato da Movimento 139 e Italia dei Valori a Palazzo delle Aquile. I lavori trasformeranno la struttura di via Tiro a Segno in un presidio sanitario attrezzato per la sterilizzazione, così da combattere il fenomeno del randagismo. E dal dirigente responsabile dell’ufficio Diritti degli animali, Maurizio Pedicone, arriva un’altra buona notizia: prosegue, infatti, l’iter per la realizzazione di due nuovi rifugi.

Ad aggiudicarsi la gara per l’adeguamento del canile è stata, nel 2012, l’associazione temporanea di imprese composta dalla Vi.Ba Srl di Vincenzo Battaglia e dalla Nuova Esir di Antonino Giacona. L’importo di base era di quasi due milioni di euro ma un ribasso d’asta del 25 per cento ha fatto scendere la spesa complessiva a poco più di 1,4 milioni. «Ormai aspettiamo da più di due anni – dice Battaglia -. Diciamo che sopravviviamo grazie ad altri appalti». «Noi non sopravviviamo affatto – incalza Giacona -. La mia ditta sta morendo, questo appalto è essenziale. Purtroppo non possiamo fare altro che aspettare perché ancora il contratto non è stato firmato».

I lavori, della durata di un anno e mezzo, consistono nella ristrutturazione del canile, nell’installazione di servizi igienici e nuovi box e nella realizzazione di una moderna sala operatoria. «Mi sto impegnando perché entro luglio si porti a termine lo svuotamento completo del canile di via Tiro a Segno», assicura l’assessore comunale Francesco Maria Raimondo. «Stiamo lavorando per trasferire animali e uffici nel più breve tempo possibile – conferma Pedicone – attraverso convenzioni con strutture private. Ad un primo bando, di portata regionale, hanno risposto solo tre strutture, in due delle quali i controlli dell’Asp hanno accertato anomalie. Un secondo bando, stavolta nazionale, ha ricevuto più offerte e stiamo verificando la documentazione».

La vicenda canile è stata assai tormentata, tra epidemie, sovraffollamento, ritardi nella raccolta dei rifiuti, operai ex Gesip assenti per mesi a causa delle note vicende della società. «La struttura di via Tiro a Segno è del 1936 e dopo 80 anni non è più adeguata – ammette Pedicone -. Fra l’altro per legge un canile dovrebbe stare fuori dal centro abitato. Quella struttura non dovrebbe essere un rifugio per la custodia ma solo un rifugio sanitario. Il Piano triennale delle opere pubbliche prevede già adesso la realizzazione di due rifugi per la custodia sfruttando alcuni beni confiscati. In via Messina Montagne sorgerà una struttura da 120 posti mentre a fondo Inserra, in un’area di 45mila metri quadrati, ci saranno un rifugio per la custodia da 400 posti e un presidio sanitario da 120 posti».

Ciascun canile dovrebbe costare approssimativamente intorno al milione di euro, con fondi ancora da reperire. Trattandosi di beni confiscati, inoltre, non c’è bisogno di varianti al piano regolatore. «Il Comune di Palermo – spiega l’assessore Raimondo – è l’unico di tutta la provincia dotato di un canile, seppur inadeguato, soprattutto per la capacità di accoglienza. Da tempo esiste un progetto di riqualificazione, e in parte dismissione, del canile di via Tiro a Segno, che finora non ha avuto seguito perché c’è il problema del trasferimento temporaneo dei cani. C’è in verità un secondo rifugio, l’ex mattatoio comunale, ma anche lì ci sono stati problemi». Il medico veterinario Francesco Francaviglia,dirigente dell’Asp di Palermo, ha annunciato per il 25 maggio «un vertice con il Prefetto per affrontare l’emergenza randagismo. Le condizioni del canile sono ormai pessime».  

«Quello di oggi è stato un incontro costruttivo, l’animosità di alcuni momenti testimonia l’amore che abbiamo verso gli animali – afferma il consigliere di Idv Filippo Occhipinti, fra i promotori del convegno -. Tutti eravamo lì con lo stesso obiettivo. Già l’anno scorso avevamo tentato di inserire l’adozione dei cani fra le esenzioni Tari. Ora sto predisponendo un regolamento per le adozioni incentivate che tiene conto del reddito delle persone e della taglia del cane. Con questo metodo i cani deportati da via Tiro a Segno costerebbero al Comune soltanto un euro e cinquanta al giorno ciascuno, contro gli attuali 4,5 euro. Si passerebbe da una spesa annua di circa duemila euro per mantenere un animale in un rifugio fuori Palermo ad appena 400-500 euro. Ritengo infine – conclude l’esponente del gabbiano arcobaleno – che sia stato importante aver avviato un percorso con le associazioni. La prossima settimana l’Idv le incontrerà di nuovo, insieme al consulente del sindaco, per discutere del progetto delle adozioni incentivate».


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