Elezioni San Giovanni La Punta: saltano equilibri Toscano si prende Fratelli d’Italia, Bellia cerca FI

L’unica certezza è che di volti nuovi, all’orizzonte, proprio non se ne vedono. Tra partiti con le porte girevoli e rese dei conti incrociate, la sfida delle Amministrative a San Giovanni La Punta appare di gran lunga la più interessante della prossima tornata elettorale nel Catanese. Non si tratterà di un test per le coalizioni, visto il solito sfumare delle appartenenze nel richiamo al civismo, e neppure una prova affidabile per le singole forze politiche. Se si eccettua Fratelli d’Italia, il contenitore che, al momento, è protagonista delle dinamiche che porteranno alla riconferma dell’uscente Nino Bellia oppure a un nuovo sindaco. 

Sarebbero almeno due i potenziali candidati che potrebbero correre con il partito di Giorgia Meloni. Da tempo si vocifera del nuovo ritorno in campo dell’ex sindaco Santo Trovato, veterano dal cuore dc battuto al ballottaggio da Bellia nel 2015, da mesi dato in avvicinamento ai sovranisti. E invece, accolto dal comunicato stampa di un soddisfatto assessore regionale Manlio Messina sulla loro adesione, a mettere una seria ipoteca sul simbolo meloniano è stato il duo Giuseppe Toscano-Mario Brancato. Entrambi con un noto passato autonomista – il primo candidato alle Regionali del 2017, il secondo già difensore dell’ex governatore Raffaele Lombardopiù volte candidato in varie elezioni in quota Mpa – e oggi legati da un patto politico che dovrebbe portare alla candidatura a sindaco di Toscano. I galli nel pollaio meloniano non mancano, a spese di chi in Fdi c’era da tempo coltivando ambizioni, come l’ex presidente del consiglio Laura Iraci e il consigliere Giovanni Bottino, che potrebbero anche prendere altre strade. 

Verrebbe così da un mondo «di centrodestra» la sfida al sindaco uscente Bellia che, eletto col vecchio centrosinistra del Pd alleato con Udc e moderati vari, oggi potrebbe correre sostenuto da Forza Italia, da schegge centriste, fino ad arrivare agli uomini dell’ex Pd Luca Sammartino e dell’ex Mpa Nicola D’Agostino, i deputati Ars che oggi guidano in Sicilia l’Italia Viva di Matteo Renzi. I forzisti, in realtà, non hanno ancora sciolto la riserva. Ma a garantire almeno 4-5 liste civiche c’è soprattutto l’ex sindaco Andrea Messina, campione del consenso in paese e uomo capace di mettere assieme, in passato, Pdl, Pd e lombardiani. Alle ultime Regionali si era candidato con il centrosinistra, nella lista di Sicilia futura, dopo essere stato anche consulente del primo cittadino Bellia che gli era succeduto. E, naturalmente, guadagnandosi il titolo di «sindaco ombra».

Nessun nome nuovo anche dalle parti dei possibili outsider. Il Movimento 5 stelle candiderà quasi certamente l’uscente consigliera Giusy Rannone, già in corsa come sindaco nel 2015. Più complicato il quadro in casa Lega. Nel 2015 Lorenzo Seminerio venne benedetto dalla visita del leader Matteo Salvini. Oggi vorrebbe riprovarci, ma lo scenario contemplerebbe una nuova corsa in solitaria, senza alleati come ai tempi della lista Noi con Salvini. A meno non si concretizzi un’alleanza con Fratelli d’Italia nel segno dell’opposizione all’amministrazione Bellia. 


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