Elezioni a Palermo, Dragotto: “C’è chi nasconde l’appartenenza ai partiti”

Tommaso Dragotto, l’imprenditore palermitano che opera da anni in tante parti del mondo nel settore del noleggio automobili, candidato a sindaco del capoluogo siciliano, ha deciso di vivacizzare il finale di questa campagna elettorale, magari andando a ‘sfruguliare’ i suoi avversari. Lo fa stamattina con una mezza ‘botta’ a testa per Massimo Costa, candidato del centrodestra, e Fabrizio ferrandelli, candidato del centrosinistra.

“I due ‘esperti della comunicazione’ che sono stati ingaggiati da Fabrizio Ferrandelli e Massimo Costa – scrive Dragotto nel suo blog (http://www.tommasodragotto.net) –  hanno rimarcato sul Giornale di Sicilia di oggi la scelta di non esporsi pubblicamente coi simboli dei partiti che lo sostengono. Maurizio Scaglione, che segue la comunicazione del candidato di centrosinistra, ha affermato: ‘Approvo la scelta di Ferrandelli di non marcare i riferimenti di partito, credo che oggi un candidato credibile non ne abbia bisogno’. E Giovanni Pellerito, che si sta occupando di Costa ha detto: ‘Il punto di forza di Massimo è il suo programma. Niente simboli di partito, piuttosto il concetto di volontà”.

“Insomma, è come se Ferrandelli e Costa – ha aggiunto il manager palermitano, fondatore del Movimento Impresa Palermo – non abbiano bisogno del sostegno dei partiti per essere eletti alla guida dell’amministrazione comunale. In realtà, sono convinto dell’idea che la scelta di non ‘sponsorizzare’ il volto di entrambi con i loghi dei partiti di riferimento sia stato dettato da ben altro motivo: illudere i palermitani”.

“Perché – aggiunge Dragotto – in un momento in cui i cittadini sono disgustati dai partiti e dai politici che hanno amministrato Palermo negli ultimi quindici anni, e con i mezzi d’informazione strapieni di scandali che hanno come protagonisti i politici, l’ultima cosa che vogliono vedere è il simbolo di un partito. Questo lo sanno benissimo sia Costa, sia Ferrandelli, ma non possono nascondere alla gente che sono sostenuti l’uno (Costa) dal Pdl, Udc e Grande Sud e l’altro (Ferrandelli) dal Partito Democratico”.

“E sono sempre più certo del fatto che i palermitani – conclude Dragotto – intelligenti e desiderosi di donare una svolta alla città, non daranno il proprio consenso a chi l’ha distrutta e non si lasceranno fuorviare dalle strategie di comunicazione che hanno l’obiettivo di concentrare l’attenzione sull’apparire e di offuscare l’essere”.

 

 


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