Edy Tamajo, così giovane e così trasformista…

“Nessuna obiezione alle scelte individuali dell’onorevole Tamajo, delle quali peraltro anch’egli dovrà rendere conto, ma di certo non si può consentire che, attraverso balbettii pretestuosi e imbarazzanti, vicepresidenti di commissioni (eletti proprio grazie all’appartenenza al partito d’origine, in questo caso Grande Sud), denigrino, a meri scopi giustificativi, le istanze, i progetti e la robustezza di un gruppo e di un partito politico, il nostro, radicato in Sicilia e in Italia e a forte vocazione territoriale oltre che incontrovertibilmente sicilianista”.

Lo afferma, in una nota, la parlamentare regionale di Grande Sud, Bernardette Grasso (nella foto, a sinistra, tratta da 98zero.com), vice coordinatrice regionale del movimento arancione in Sicilia, commentando la scelta di Edy Tamajo, eletto all’Ars nelle liste di Grande Sud, di aderire al ‘Megafono’ di Rosario Crocetta.

In effetti, la simpatica Bernardette non ha tutti i torti. Il giovane Tamajo, rampollo di una famiglia democistiana, prima si è fatto eleggere a Sala d’Ercole nelle file di Grande Sud, condividendo con il leader del Partito, Gianfranco Micchcè, una scelta politica non esattamente lungimirante.

Quando si è visto tra i perdenti, Edy ha saltato il fosso, schierandosi con i vincenti. E fino a qua nulla di nuovo e di strano, considerato che in Sicilia, soprattutto dal 2008 ad oggi, il trasformismo politico è parte integrante del dibattito politico. 

Ci sono, però, due cose, che danno un po’ fastidio. Primo: il fatto che il giovane Tamajo, dopo aver cambiato casacca, quasi per nobilitare il proprio gesto, si sia messo a fare ‘filosofia’. Della serie: “Grande Sud non ha un progetto poitico” e bla bla bla. Secondo: il giovane Tamajo ha cambiato casacca, ma non ha ancora mollato gli incarichi all’Ars che ha avuto in quanto parlamentare di Grande Sud.

“Prima di gridare alla coerenza – sottolinea Grasso – occorre averne dato esempio nelle linee, nella condotta e nelle precedenti adesioni. Si rimane coerenti, e certamente utili al progresso della Sicilia, pur non essendo in maggioranza e pur non ricoprendo, dietro accurata e studiata spartizione, bramati incarichi istituzionali. Se l’onorevole Tamajo fosse veramente coerente – prosegue Bernadette Grasso – si dimetterebbe dalla vicepresidenza della commissione Ambiente hic et nunc, in sintonia con i principi che ad un tratto, all’improvviso, folgorato su Damasco, sembrano animarlo”.

“Coerenti – aggiunge l’esponente del movimento arancione – siamo noi di Grande Sud, allorquando dalle fila dell’opposizione non manifestiamo aprioristica contrarietà alle azioni dell’attuale Governo. Anzi, è noto come da parte nostra si sia sempre ribadita l’intenzione di esprimere voto favorevole verso ogni proposta del Governo Crocetta in grado di convincerci su temi, scelte, itinerari e soluzioni”.

“Si respinge, tuttavia – conclude l’esponente di Grande Sud – ogni tentativo ingeneroso di infondato biasimo e non si condivide questo poco durevole giochetto di parole utile evidentemente a motivare ‘passaggi’ poco ortodossi, se non addirittura inquietanti, di transfughi della penultima ora”.

Che dire al giovane onorevole Tamajo? Cambi pure casacca, cavalchi le ‘verdi’ praterie siciliane del trasformismo politico. Ma eviti, per carità, la ‘filosofia’. E, se ci riesce, non si faccia riprendere una una donna su questioni di onore politico…


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“nessuna obiezione alle scelte individuali dell’onorevole tamajo, delle quali peraltro anch’egli dovrà rendere conto, ma di certo non si può consentire che, attraverso balbettii pretestuosi e imbarazzanti, vicepresidenti di commissioni (eletti proprio grazie all’appartenenza al partito d’origine, in questo caso grande sud), denigrino, a meri scopi giustificativi, le istanze, i progetti e la robustezza di un gruppo e di un partito politico, il nostro, radicato in sicilia e in italia e a forte vocazione territoriale oltre che incontrovertibilmente sicilianista”.

“nessuna obiezione alle scelte individuali dell’onorevole tamajo, delle quali peraltro anch’egli dovrà rendere conto, ma di certo non si può consentire che, attraverso balbettii pretestuosi e imbarazzanti, vicepresidenti di commissioni (eletti proprio grazie all’appartenenza al partito d’origine, in questo caso grande sud), denigrino, a meri scopi giustificativi, le istanze, i progetti e la robustezza di un gruppo e di un partito politico, il nostro, radicato in sicilia e in italia e a forte vocazione territoriale oltre che incontrovertibilmente sicilianista”.

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