Anche in sicilia ci saranno corsi di aggiornamento sul virus ebola per gli operatori sanitari. E anche la sicilia avrà un protocollo cui tutti i medici dovranno attenersi. Dalla prossima settimana, inoltre, tutti gli ospedali e tutti i centri, saranno dotati delle attrezzature necessarie per fronteggiare eventuali casi.
Ebola, la prossima settimana il Piano della Regione Siciliana. Finora, quello della fortuna
Anche in Sicilia ci saranno corsi di aggiornamento sul virus Ebola per gli operatori sanitari. E anche la Sicilia avrà un protocollo cui tutti i medici dovranno attenersi. Dalla prossima settimana, inoltre, tutti gli ospedali e tutti i centri, saranno dotati delle attrezzature necessarie per fronteggiare eventuali casi.
L’annuncio è arrivato oggi pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino.
Un annuncio importante se si considera che, finora, sul tema si è glissato parecchio e che gli ospedali siciliani non sono affatto preparati a gestire una evenienza del genere, come dicono tantissimi medici e come ha spiegato nel dettaglio a LinkSicilia, l’infettivologo Tullio Prestileo (“un medico di cui la Sicilia dovrebbe andare fiero” dice di lui Giuseppe Ippolito, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma) che in questa intervista si è soffermato sulla necessità di aggiornare il personale e dotarlo del necessario.
Oggi, dunque, abbiamo avuto una serie di certezze: finora non c’era un protocollo, finora gli ospedali non erano pronti, finora il personale sanitario non ha avuto l’attrezzatura necessaria. Finora, insomma, ci ha aiutato la fortuna.
A queste lacune, la Regione sembra stia provando a rimediare “in anticipo rispetto alle altre regioni e a prescindere dalla direttive d Ministero che sono generiche” dice il dottor Mario Palermo dell’assessorato alla Sanità. Secondo il quale, comunque, “siamo in una botte di ferro”.
A dire il vero, ci risulta che nel Lazio e in Lombardia i corsi di aggiornamento per i medici dei Pronto soccorso siano già partiti da un po’ e che in altre regioni, come in Emilia, si sia già fatta la scorta dei kit necessari, ma l’importante è arrivare.
Dunque la prossima settimana il governo regionale metterà nero su bianco il Piano Ebola che dovrebbe comprendere pure l’individuazione di 25 posti letto per eventuali casi che poi verrebbero trasferiti allo Spallanzani di Roma.
Fino a qui gli annunci che dovrebbero tradursi in fatti.
Sul resto, in conferenza stampa, abbiamo assistito ad una discussione un po’ surreale. Con il Presidente della Regione che da uomo politico si è fatto medico scienziato e ha negato con forza che la Sicilia sia più esposta al rischio Ebola per l’immenso flusso di migranti che partono senza nessun controllo sanitario: “Va sfatata la notizia che la Sicilia sarebbe maggiormente esposta a causa dei flussi migratori. Questa cosa è scientificamente destituita di fondamento. Fino ad ora i casi di ebola non hanno riguardato il flusso di migranti ma i flussi turistici”.
Peccato che gli scienziati veri non siano d’accordo. Proprio ieri, il vice presidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali Antonio Chirianni ha detto che le regioni italiane più esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani: la Sicilia, per motivi geografici sembra essere la regione più interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste.
E ancora prima, a legare il rischio contagio con il flusso dei migranti, è stato l’ECDC, European Center for desease control, che nel suo risk assessment del 3 Settembre (che potete leggere qui, pag 10 paragrafo Risk of importation to Eu) scriveva che anche se minimo, il rischio che il virus arrivi con i flussi migratori c’è e le conseguenze sarebbero devastanti: “Persone infette dal virus Ebola potrebbero arrivare nellUnione europea con voli diretti o indiretti provenienti dai Paesi affetti dallepidemia, o a bordo di navi. Una possibilità remota è la catena di trasmissione lungo la rotta usata dai migranti non identificati che arrivano sulle sponde meridionali del Mediterraneo e che cercano di raggiungere lEuropa via mare. Anche se la probabilità è molto piccola (very small) , le conseguenze potrebbero essere devastanti sia nei centri daccoglienza che sulle navi in mezzo al mare”.
Rapporto che, forse, il Presidente Crocetta non ha letto . Anche l’assessore Borsellino, a dire il vero, si è sbilanciata un po’, parlando di notizie prive di fondamento: “La Sicilia non corre più rischi della altre regioni. Ma se mai dovessero registrarsi casi di ebola la Sicilia sarebbe pronta ad affrontarli. In ogni caso il rischio nell’Isola non è maggiore rispetto a quello delle altre regioni d’Italia, anzi forse qui è più basso che altrove. “I migranti – ha puntualizzato – non sono portatori di malattie”.
E ancora: “Peraltro la popolazione che arriva nelle nostre coste cambia nel tempo, perché non risiede per lunghi periodi e in ogni caso la sintomatologia compare dopo un lungo periodo d’incubazione. Quindi è improbabile che possano pervenire da noi casi sospetti”.
Quello dell’assessore, però, più che un tentativo di considerazioni scientifiche, sempre discutibili se a pronunciarle non è un esperto, è sembrato più un tentativo di evitare allarmismi e di evitare che passi il messaggio migranti – rischio Ebola.
Fini entrambi molto nobili. Ma, poiché gli esperti dicono che il rischio, anche se minimo, c’è, e poiché la Sicilia più di altre regioni è interessata da flussi migratori, quello che ai siciliani interessa sapere dal loro assessore alla Sanità, e se, la Regione siciliana stia mettendo in atto tutto quello che può per proteggere il territorio e i cittadini:
“Inizialmente è stata diramata la direttiva del ministro Lorenzin, perché le nostre aziende ospedaliere fossero pronte a recepirne le indicazioni.- ha ricordato l’assessore- In più è stato definito un piano specifico e articolato con protocolli più dettagliati, e che sopratutto dà indicazioni al personale sanitario per l’attivazione di tutti gli strumenti, anche individuali, attraverso il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione”.
Sicuramente- ha sottolineato l’assessore- saremo più vigili che mai. Controlleremo anche lo stato di salute di quei migranti accolti i centri in cui l’assistenza sanitaria è gestita dal Ministero degli Interni. Non solo, quindi, in quelli di nostra competenza”.
Il Piano anti Ebola della Regione , come giù detto, comprende anche i corsi di aggiornamento per il personale sanitario e i kit necessari e dovrebbe essere approvato la prossima settimana.
La speranza è che sia di facile implementazione e su questo bisognerà vigilare. Sul tema della Salute pubblica, infatti, il politichese e le chiacchiere, non dovrebbero essere mai ammessi.
Ebola: La Sicilia è la regione più a rischio. Ma pochi ospedali sono preparati
Ebola, linfettivologo: Solo la metà degli ospedali siciliani saprebbe cosa fare
Ebola, il Ministro detta la linea alle Regioni. Teoria o pratica?