Questa mattina la polizia municipale di Catania ha posto sotto sequestro un cantiere alle spalle del palazzo di Giustizia in via Ruggero Settimo. «Un'operazione di polizia giudiziaria, stiamo raccogliendo dati per la procura», spiegano i vigili urbani. La vicenda era stata già denunciata dai cittadini del quartiere. «Abbiamo presentato un esposto perché qui, al posto di una palazzina di inizi '900, verrebbe costruito un palazzo di 20 metri», dichiara l'avvocato Santi Distefano
«È abusivo», stop al mega-palazzo di Virlinzi Sequestro dopo la denuncia degli abitanti
«Costruzione abusiva sequestrata». A Catania, in via Ruggero Settimo all’angolo con via Pisa, da qualche mese è iniziata la demolizione di una palazzina degli inizi del ‘900. Ma da questa mattina i lavori sono fermi, bloccati dalla polizia municipale del Comune di Catania in un’operazione di polizia giudiziaria. «Stiamo procedendo a ulteriori valutazioni prima di inviare la documentazione delle indagini alla procura spiegano i vigili dell’ufficio controllo edilizio Al momento non possiamo dare informazioni sul procedimento, su cui vige il segreto istruttorio». I lavori, eseguiti da una società chiamata Ruggero Settimo srl che fa capo all’imprenditore Oreste Virlinzi, sono iniziati a marzo e regolarmente autorizzati dagli uffici tecnici comunali. L’area però fino a pochi anni fa era sottoposta a vincolo paesaggistico dalla Sovrintendenza ai beni culturali. Vincolo rimosso dall’allora dirigente Gesualdo Campo.
In attesa dell’esito delle indagini, la novità è stata ben accolta dai cittadini della zona. Che, oltre ai disagi causati dalle transenne su una strada trafficatissima siamo alle spalle del palazzo di Giustizia invece della modesta palazzina di un solo piano si sarebbero visti costruire una struttura alta più di venti metri. «Abbiamo presentato un esposto alla Procura su questa costruzione, ma non conosciamo le motivazioni del sequestro», spiega l’avvocato Santi Distefano, in rappresentanza degli abitanti di via Ruggero Settimo. Il rischio maggiore, sarebbe quello di arrecare danni alle costruzioni vicine, tutte dell’inizio del secolo scorso. «La struttura, sfruttando il piano casa del governo Berlusconi arriverebbe a sette piani, probabilmente superando il 30 per cento di cubatura in più previsto. Ma ne sapremo di più se la nostra domanda di accesso agli atti verrà accolta», afferma il legale. Adesso, con una parte dell’edificio già abbattuto, si attende solo l’esito delle indagini da parte della procura.