Sono stati bloccati al porto di Pozzallo mentre stavano per prendere un catamarano per Malta. I primi sospetti sono nati dal controllo dei documenti, quelli del minorenne sarebbero risultati falsi. Da qui l'analisi dei telefonini dove gli investigatori avrebbero trovato una foto e una scritta
Due siriani accusati di terrorismo, fermo convalidato Uno è minore, arrestati per un’immagine sul cellulare
Hanno negato di conoscersi e di aver parlato tra di loro e con altre persone, prima di chiudersi nel loro mutismo, i due siriani, uno minorenne e uno di 25 anni, fermati al porto di Pozzallo il 25 maggio mentre erano in attesa di imbarcarsi sul catamarano per Malta. Entrambi sono considerati membri «di un’organizzazione che si propone atti di violenza con finalità di terrorismo e/o eversione». E per questo sono stati arrestati.
Il 25enne, che ha residenza a Malta, è stato fermato dopo essere sbarcato dallo stesso catamarano sul quale stava per risalire insieme al minore. A bloccarli sono stati gli uomini della Capitaneria di Porto, della Digos e del commissariato di polizia di Modica, della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle dogane, alla luce di alcune irregolarità riscontrate sui documenti che alla fine si sarebbero rivelati falsi. I loro fermi, su richiesta delle Procure competenti, sono stati convalidati, pertanto il minore resta in un centro di accoglienza di Catania e il 25enne nel carcere di Ragusa. Quest’ultimo deve rispondere anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I loro telefonini sono stati sequestrati e attualmente i contenuti sono al vaglio degli investigatori che stanno effettuando accertamenti tecnici irripetibili per ripristinare, visualizzare e controllare sia foto, conversazioni, video e materiale sia attuale che del passato e cancellato. Di certo un’attività che richiede molto tempo e per questo, al momento, è da escludere che i due possano essere trasferiti altrove.
Per adesso all’interno dei cellulari sarebbe stata trovata un’immagine con un kamikaze e una scritta: «Da oggi nessuna pietà». Sarebbe questo materiale, unitamente alle anomalie sui documenti, ad aver fatto scattare l’allarme e l’accusa di appartenere ad un’organizzazione terroristica.
Il minorenne era sbarcato lo scorso 30 aprile al porto di Pozzallo dopo aver viaggiato su un’imbarcazione partita dalla Libia, ed era stato trasferito in un centro di accoglienza di Caltagirone dal quale si era allontanato arbitrariamente. Era riapparso proprio a Pozzallo, in attesa del 25enne che, in possesso di passaporto maltese, era stato invece più volte registrato in arrivo o in partenza sulla tratta Malta-Pozzallo. Da accertamenti successivi sarebbe emerso, tra l’altro, che sull’Isola, in passato, ha vissuto pure il ragazzino. Le indagini, decisamente complesse e delicate, continuano nel massimo riserbo.