Dopo lo sciopero della Formazione vita sempre più difficile per l’assessore Scilabra

IERI LA GIORNATA NON SI E’ CONCLUSA CON LA SOLITA PRESA PER I FONDELLI: L’ACCORDO CON I SINDACATI, PIU’ O MENO ‘APPATTATI’, CHE POI LO STESSO ESECUTIVO AVREBBE DISATTESO. DA IERI NON CI SONO PIU’ SINDACALISTI DEL SETTORE ‘AMMORBIDITI’

Bene o male, ieri, la prima giornata di sciopero dei dipendenti della Formazione professionale (mettendoci dentro anche i circa mille e 800 addetti degli Sportelli Multifunzionali) ha sortito qualche effetto. Stando a quello che si è letto nei comunicati ufficiali, almeno fino a questo momento il Governo regionale di Rosario Crocetta non è riuscito ad ‘agganciare’ i ‘capi’ delle organizzazioni sindacali con le solite promesse.

Insomma, per la prima volta dopo oltre un anno di proteste, la giornata di ieri non si è conclusa con la ‘canonica’ firma di un accordo tra il Governo e i rappresentanti sindacali, accordo che, naturalmente, lo stesso Governo si sarebbe messo sotto i piedi tra qualche giorno o tra qualche settimana. La presa in giro ai danni dei lavoratori, ieri, non c’è stata. Nella terra del Gattopardo questo è già un grande successo.

Questo non significa che non ci sono organizzazioni sindacali che, sottobanco, non trescano con il Governo. Per tutto il pomeriggio di ieri è circolata la voce di una riunione indetta da un assessore regionale ormai privo di credito politico. Il riferimento, ovviamente, è all’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, sulla quale pendono all’Ars ben due mozioni di censura con richiesta di dimissioni.

Ovviamente, se ieri i sindacalisti avessero accettato l’invito dell’assessore a tornare a discutere “del futuro della formazione professionale in Sicilia”, questa disponibilità avrebbe riaccreditato la stessa Scilabra. Ma questo ‘accredito, ieri, non c’è stato.

Almeno fino a questo momento, il fronte sindacale sembra unito nella richiesta di dimissioni dell’assessore Scilabra. E, naturalmente, anche nella richiesta, più volte avanzata al Governo, di pagare le retribuzioni arretrate a tutti i dipendenti della Formazione. Avviando, contestualmente, i corsi della terza annualità dell’Avviso 20.

Il presidente Rosario Crocetta e l’assessore, Nelli Scilabra, cercano di parare la ‘botta’. Negli ultimi giorni – soprattutto da quando si sono materializzate le due mozioni di censura a Sala d’Ercole – parlano poco e con cognizione di causa. Niente ‘sbrasate’. Niente parole in più. Si sente lontano un miglio che hanno paura che in Aula la bella Nelli venga ‘inchiummata’, ovvero ‘sfiduciata’ dall’Assemblea regionale siciliana.

Ricordiamo che gli assessori regionali non sono più eletti da Sala d’Ercole, come avveniva prima del 2001. Li nomina il presidente della Regione. Di fatto, con c’è più una mozione di ‘sfiducia’ nel senso classico, ma una mozione di censura con richiesta di dimissioni.

In teoria, l’assessore Scilabra, anche se la mozione di censura venisse approvata (le due mozioni, quella dei grillini e quella del centrodestra potrebbero essere unificate), potrebbe restare in carica. Ma scoppierebbe un ‘caso’ che ‘riscalderebbe’ una temperatura politica già troppo elevata.

Insomma, detto in soldoni, se Sala d’Ercole dovesse approvare la mozione di censura, all’assessore Scilabra non resterebbe che andare a casa nel peggiore dei modi possibili. Da qui, ieri, il suo tentativo, non riuscito, di riaccreditarsi con i sindacati.

Il tempo stringe. E questa volta il tempo che passa non lavora per il Governo Crocetta. Il capogruppo del PD all’Ars, il renziano Baldo Gucciardi, ha fatto sapere che il suo Partito, in Aula, difenderà l’assessore Scilabra.

Quella di Gucciardi, ovviamente, rischia di essere una ‘battuta’. Nel gruppo parlamentare del PD all’Ars, infatti, sono in pochi a ‘filarsi’ Gucciardi. I cuperliani hanno già espresso un giudizio politico negativo sull’assessore Scilabra. E tra gli stessi deputati del PD che dovrebbero sostenere la bella Nelli ci sono perplessità.

Il leader di Articolo 4, Lino Leanza, non affronta l’argomento. Ed è proprio questo che preoccupa – e non poco – il presidente Crocetta e il senatore del Megafono-PD, Giuseppe Lumia, grande sponsor dell’assessore Scilabra.

Dal Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano – che in Sicilia si muove di concerto con l’Udc (baruffe interne a parte), Crocetta e l’assessore Scilabra non hanno da aspettarsi molto (forse potrebbero convincere un paio di deputati, ma non è nemmeno detto).

L’unico ‘fedele’ (anche se non ‘gratuitamente’ fedele, conoscendolo) è Totò Cardinale da Mussomeli.

Insomma, fatti quattro conti, in Aula la bella Nelli non dovrebbe avere vita facile. Per questo motivo, in queste ore, per spezzare l’assedio, il Governo Crocetta ha assolutamente bisogno della sponda sindacale. Servono almeno un paio di sigle sindacali disposte a tradire i lavoratori e a fare da ‘sgabello’ al Governo.

Con una mossa molto abile ieri sera il segretario generale della Cisl siciliana, Maurizio Bernava – anticipando le mosse del Governo Crocetta – ha proposto un’alleanza a tutte le sigle sindacali e, in generale, a tutti i lavoratori del settore.

Morale: se lo sciopero di ieri è l’avvio di una stagione di lotte sociali, per il Governo regionale si annunciano giorni difficili.

Riusciranno il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra a rompere l’isolamento, tirando dalla propria parte qualche sigla sindacale e qualche altra forza politica all’Ars?

La partita è aperta. Anche se le cose, per il Governo Crocetta e, soprattutto, per l’assessore Nelli Scilabra, cominciano a mettersi veramente male.


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