Studenti e studentesse palermitane si preparano già da settimane per la manifestazione di domani, che partirà alle 17.30 da piazza Verdi. «Una marea umana» che si muoverà per le principali vie del centro storico per dire no alla violenza di genere e ai soprusi contro tutte le minoranze della società odierna. Guarda le foto
Domani lo sciopero globale delle donne Striscioni nelle scuole e all’università
Scuole e università giocano d’anticipo e mostrano già da questa mattina striscioni e cartelloni in vista dello sciopero globale delle donne previsto per domani, che si celebrerà contemporaneamente nelle principali piazze italiane come già avvenuto l’anno scorso. Scritte soprattutto per «manifestare solidarietà alle donne che domani, 8 marzo, incroceranno le braccia in occasione dello #scioperoglobale», scrivono le militanti dell’Assemblea contro la violenza maschile sulle donne, ricordando l’appuntamento di domani a partire dalle 17.30 a piazza Verdi.
Una manifestazione particolarmente attesa e alla quale soprattutto studenti e studentesse si stanno preparando da settimane. A dare il benvenuto al mese di marzo, non a caso, è stato l’incontro nell’aula Rostagno di Palazzo delle Aquile di giorno uno per discutere dell’organizzazione di sciopero e corteo. Lo slogan scelto quest’anno è quello inaugurato già l’anno scorso, «saremo la marea che vi travolgerà». I numeri previsti, infatti, a livello di partecipanti sono molto alti anche questa volta. «Una marea di donne inonderà le strade di Palermo, donne che hanno deciso di autodeterminarsi, donne che hanno deciso di alzare la testa contro la violenza di genere, qualsiasi sia la forma in cui essa viene perpetrata», scrivono ancora dall’Assemblea costituita l’anno scorso.
come già in passato, anche quella di quest’anno non sarà solo una manifestazione per le donne, ma per tutte le minoranze che ancora oggi subiscono soprusi e vessazioni. Un no alla violenza a tutto tondo, insomma. «Oggi la violenza di genere, non solo sulle donne ma su tutte le categorie considerate subalterne, come tutte le molteplici minoranze e la comunità Lgtb, si manifesta molto spesso come violenza economica e nel ricatto sul lavoro di cui le molestie sono l’espressione più odiosa. Le strade della nostra città ci sembrano il luogo giusto in cui tessere reti contro lo sfruttamento e la discriminazione, riappropriandoci e difendendo spazi di autonomia e libertà».
«La violenza sulle donne non è il raptus di follia di un marito in preda alla collera, non è il tacito desiderio di un immigrato nascosto nella notte, non è la legittima conseguenza di una gonna troppo corta – scrivono ancora -. La violenza contro le donne, nelle sue differenti declinazioni storiche, è un elemento costitutivo e strutturante dei rapporti sociali e del contesto socio-culturale in cui viviamo». E la sfilata di domani sarà un’occasione in primis per dire di no a quell’antico sistema patriarcale sul quale le società moderne continuano a fare riferimento ancora oggi.
«Siamo abituate a una rappresentazione delle donne sempre come soggetti deboli, vittime di violenza fisica o psicologica, vulnerabili, indifese – scrive anche Claudia Borgia, dell’Assemblea -. Il nostro percorso di emancipazione passa attraverso la distruzione dei ruoli stereotipati che ci vogliono subalterne e la costruzione di nuovi immaginari che ci rappresentano. Donne capaci di autodeterminarsi, di agire, di fare e di riappropriarsi di tutto, anche della forza fisica. Donne capaci di essere tutto quello che vogliono essere. Donne che vincono».