«Preavviso di sospensione del servizio». È questo l'oggetto di una lettera inviata al sindaco e alla ragioneria dall'associazione temporanea d'imprese che si è aggiudicata la refezione di materne ed elementari. L'ultima fattura pagata è di aprile 2017
Dissesto, senza i soldi saltano le mense scolastiche Crediti per 600mila euro, da dicembre niente pasti
«Preavviso di sospensione del servizio», e dal 26 novembre nelle scuole comunali di Catania non arriveranno i pasti preparati dall’associazione temporanea d’imprese che si è aggiudicata il servizio di refezione. È questa un’altra delle conseguenze tangibili del dissesto imposto al Comune catanese dalla Corte dei conti. Così, mentre nei prossimi 30 giorni gli uffici dovranno predisporre i documenti per la deliberazione del default da parte del Consiglio comunale, le ditte che lavorano per l’amministrazione iniziano a farsi i conti in tasca. Così hanno fatto la G&C servizi globali srl e la cooperativa sociale Cot, che forniscono circa 1700 pasti agli allievi delle scuole comunali materne ed elementari. Le due imprese, con una lettera inviata ieri al sindaco Salvo Pogliese e alla ragioneria generale di Palazzo degli elefanti, annunciano che non sono in condizioni di pagare gli stipendi del mese di novembre, a meno che qualcosa non si sblocchi nei pagamenti che attendono: circa 600mila euro di fatture emesse e mai pagate. L’ultima riguarda il mese di aprile 2017.
«Il nostro lavoro si quantifica in anni scolastici, quindi le mensilità totali che il Comune ci deve pagare sono otto», spiega un lavoratore di una delle due imprese. In totale a essere impiegati nella refezione per gli istituti pubblici sono circa 25 dipendenti, che rischiano di non vedere le spettanze del mese attualmente in corso e quelle dei mesi futuri. «Le ditte avanzano i soldi di due appalti diversi – spiega ancora il lavoratore – Un appalto riguarda il biennio 2016-2017, mentre un altro appalto riguarda il triennio 2018-2019-2020». Una gara del valore di oltre due milioni di euro scaduta il 31 luglio 2018, che le ditte si sono aggiudicate da uniche contendenti offrendo un ribasso del 13 per cento. «Qualche giorno prima della scadenza della presentazione delle offerte – continua il dipendente – è arrivata la notizia del dissesto. Immagino che molte ditte non abbiano partecipato anche per questo motivo. Noi lo abbiamo fatto perché sperare di vincere la seconda gara era l’unico modo per pensare che i pagamenti non si interrompessero». La storia, però, è andata in modo diverso e i rubinetti dell’amministrazione si sono chiusi.
«Il blocco della refezione scolastica ha conseguenze serissime per genitori e bambini: per esempio, non sarà più possibile fare il tempo pieno». Considerando, inoltre, che le famiglie hanno già pagato la propria quota per l’espletamento del servizio. «Ci sono nuclei familiari completamente esenti e altri che pagano per intero, in base al reddito. E in mezzo ci sono tutte le famiglie che pagano una quota più o meno alta, che è stata versata all’inizio dell’anno scolastico». Per i prossimi giorni dovrebbe essere prevista una manifestazione delle sigle sindacali per chiedere al Comune il pagamento delle spettanze, affinché almeno i lavoratori della refezione non si aggiungano alle file già lunghe di chi aspetta gli stipendi. Ma l’orizzonte temporale perché nelle casse del municipio arrivi qualcosa è troppo lungo: l’Imu arriverà a dicembre, una eventuale anticipazione della Regione – per la quale il sindaco e il vicesindaco Roberto Bonaccorsi pressano il governatore Nello Musumeci – è ancora in discussione.