Ha quasi 35 anni e quando ha scoperto di essere malato di sclerosi multipla ne aveva 23. Per continuare coi numeri: sono 12 anni che Alessandro Raudino, operatore sociosanitario di Siracusa, combatte con la malattia. E quattro anni da quando ha fondato l’associazione Cannabis cura Sicilia: 170 soci, adesso azzerati per costruire un nuovo percorso. Quello che lo porterà tra qualche settimana – assieme alle associazioni Marijuana therapy liberty di Misilmeri (Palermo) e BisTer di Catania – a lanciare la prima azione di disobbedienza civile legata all’accesso alle cure con la cannabis sativa. «Daremo un seme a tutti i nostri associati, invitandoli a piantarlo, farlo crescere e portarlo a fioritura: così ciascuno avrà la sua piantina e potrà fabbricarsi la sua cura», spiega Raudino.
Il percorso è appena partito. «Stiamo aspettando che arrivi un nostro collaboratore dall’Olanda, poi faremo una prima riunione operativa per organizzare tutta l’azione». Dove si incontreranno non è ancora deciso: «Non sappiamo se organizzarci territorialmente oppure se coordinare le singole province a livello centrale». Quel che è certo è che l’obiettivo è «far rispettare da privati cittadini un nostro diritto che lo Stato, e in questo caso la Regione, non ci garantiscono». Perché la cannabis terapeutica, anche in Italia, è legale. Purché prescritta dal medico curante e acquistata nelle farmacie accreditate. I problemi che nascono, però, sono di diverso tipo: intanto perché non tutte le Regioni ne rimborsano il costo ai pazienti. E poi perché le farmacie che la vendono non sono tante. «In Sicilia ce n’è una soltanto, a Siracusa – dice Raudino – Io la compro lì, oppure me la faccio spedire da Ferrara».
La spesa, però, non è semplice da affrontare. «Io devo farne uso tutti i giorni e spendo tra i 32 e i 48 euro al giorno, se vado in farmacia. Dallo spacciatore, invece, il costo si abbassa sui 15 euro». Però si rinuncia anche alla tracciabilità del prodotto e alla sicurezza che sia pulito, senza additivi potenzialmente dannosi per persone che già hanno a che fare tutti i giorni con patologie, per lo più neurodegenerative o tumorali. «Per chi manifesta problemi fisici, il modo migliore di assumerla è vaporizzata: io ho una specie di aerosol che non porta a combustione il fiore e mi permette di inalare solo i principi attivi, soprattutto Thc e Cbd, i due più potenti. Chi invece ha malattie diverse, per esempio tumori, trova più sollievo a ingerirla perché l’effetto è più dilazionato nel tempo: si fanno gli olii, o i biscotti». Sono sconsigliati, invece, infusi e tisane perché i principi attivi sono lipo e non idrosolubili: cioè non vengono rilasciati in acqua.
«Abbiamo incontrato una delegazione del MoVimento 5 stelle alla Regione Siciliana per capire come mai a Palermo non recepissero la legge nazionale che permette di sostenere chi fa uso di cannabis terapeutica. La Regione, in pratica, potrebbe farsi carico dei preparati galenici e non che contengono la cannabis – continua Alessandro Raudino – Ma non lo fa. Grazie ai grillini abbiamo ottenuto un tavolo tecnico, il 15 febbraio, nel corso del quale ci è stato detto chiaramente che non si può fare perché in Sicilia non ci sono abbastanza soldi. Per curare i siciliani non ci sono abbastanza soldi, capisci? E per curare altri interessi invece sì?». La rabbia in lui e in altri nelle sue condizioni è tanta. «Assumendo cannabis e cambiando regime alimentare io sono passato da un livello di deficit 2.0 a 0 – conclude – I medici hanno certificato il mio recupero evidente. Non sono guarito, perché dalla sclerosi non si guarisce, ma la tengo a bada. Spero che tutti scelgano di piantare quel seme e che la nostra battaglia dia dei frutti: tagliamo le gambe alla mafia e a tutto quello che di sporco c’è in giro».
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