Quattro avvocati etnei, presto affiancati da altri esperti, forniranno la propria esperienza a supporto di associazioni e colleghi che operano nel campo dei diritti umani. «Perché spesso le prime non hanno gli strumenti giuridici adeguati e i secondi sono isolati», spiegano. Senza tralasciare l'analisi del corretto svolgimento delle manifestazioni cittadine. Politiche e non
Diritti umani, nasce l’Osservatorio catanese Tra denuncia sociale e consulenza legale
Una voce di denuncia sociale, uno sportello di assistenza legale e un occhio vigile durante le manifestazioni. Al fianco di avvocati e associazioni. E’ il neonato Osservatorio dei diritti catanese, nato dall’idea di due avvocati etnei, Goffredo d’Antona e Francesco Auricchiella, e che ha subito coinvolto altri due colleghi: Giuseppe Carnabuci e Cristiano Leonardi. «Un collettore di esperienze a supporto di quanti si occupano di diritti umani a Catania – spiega d’Antona – Perché ci siamo resi conto che c’era una necessità e adesso sappiamo come affrontarla».
Per tanti cittadini volontari e avvocati è il lavoro di ogni giorno. C’è chi si occupa delle richieste d’asilo dei migranti. Chi di lavoro e di violenza in famiglia. O ancora del rispetto del principio della rieducazione della pena a seguito di un reato e della libertà di manifestare il proprio pensiero. Tutti principi stabiliti dalla Costituzione, ma che spesso vengono «compressi». Anche a causa di «una legislazione miope incapace di coniugare il rispetto delle leggi con il doveroso rispetto dei diritti dell’uomo», si legge nel manifesto dell’Osservatorio. Chi se ne occupa, però, lo fa tra tante difficoltà. «Spesso le associazioni non hanno gli strumenti giuridici adeguati e devono ricorrere alle proprie amicizie spiega d’Antona mentre gli avvocati sono isolati». Come può, per esempio, un solo legale denunciare con efficacia le ore di attesa a cui è costretto all’interno del Cara di Mineo? Una situazione che conosce bene Auricchiella, già responsabile del settore immigrazione per l’Arci.
Denuncia sociale e consulenza legale permanente quindi. Ma anche conferenze, tavole rotonde e convegni. Come l’incontro, previsto per gennaio, proprio sulle violazioni della legge nel centro di accoglienza di Mineo. E’ questo il progetto dell’Osservatorio dei diritti catanese, che si propone anche di monitorare le eventuali violazioni durante le manifestazioni politiche e non. «Che succede se, ad esempio, un gay pride viene bloccato o i suoi partecipanti fatti oggetto di violenze?». La sola denuncia sociale delle associazioni specifiche potrebbe non bastare, continua l’avvocato. L’Osservatorio sarebbe invece pronto a farsi carico della segnalazione e a provvedere alla tutela di chi è coinvolto.
Per rispondere al meglio alle varie esigenze, il pool legale è già in espansione. Ai quattro avvocati del coordinamento si uniranno presto due colleghi esperti in diritto del lavoro. «Puntiamo a coordinare circa una decina di professionisti», conclude Goffredo d’Antona. E non necessariamente tutti uomini di legge.
[Foto di Dan4th]