Dirigenti regionali: esposto del Dirsi alla Corte dei Conti. Dopo una sentenza a rischio le finan ze della Regione?

Una tempesta rischia di abbattersi sull’amministrazione regionale. Di scena i diritti dei dirigenti regionali. Riconosciuti, con tanto di sentenza, a un dirigente regionale lo scorso novembre.

Le notizie sono due. La prima è che il Dirsi, il sindacato dei dirigenti ha presentato un esposto alla Corte dei Conti chiedendo di perseguire chi ha provocato il danno erariale certificato dalla sentenza che, lo scorso novembre, ha dato ragione al dirigente regionale. La seconda notizia è che centinaia di dirigenti regionali, dopo i trasferimenti operati dal Governo di Rosario Crocetta, si troverebbero nelle stesse condizioni al quale la Giustizia ha dato ragione. Se ciò avverrà, salteranno definitivamente i già traballanti conti della Regione siciliana.

Proviamo a capire quello che potrebbe succedere leggendo assieme il comunicato del Dirsi. “Questa Associazione sindacale dei dirigenti della Regione siciliana, in data 23 luglio – si legge nella nota sindacale – ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti per chiedere di perseguire i responsabili dei danni erariali a seguito della sentenza definitiva sul caso Sagona, dirigente dell’assessorato Territorio e Ambiente che era stata pretermessa nell’incarico dirigenziale cui aveva diritto. Si tratta della sentenza della Corte di Appello di Palermo n. 2427 del 22/11/2012, che, in sede di riesame, dando applicazione al principio di diritto ribadito con ordinanza della S. C. di Cassazione n. 21088 del 21/09/2010, secondo il quale, in sintesi, “le previsioni di cui all’art. 19 del D. lgs. n. 165/2001…(che trovano applicazione anche in Sicilia) procedimentalizzano l’esercizio del potere di conferimento degli incarichi, rendendo con ciò necessario procedere a valutazioni anche comparative”, ha condannato il suddetto assessorato “al risarcimento del danno … che si liquida in complessivi € 38.734,28 oltre interessi legali con decorrenza dai singoli ratei fino al soddisfo ed alla regolarizzazione della posizione previdenziale e retributiva ai fini dei trattamenti di quiescenza e di fine rapporto”, nonché “ alla refusione delle spese sostenute… in tutti i gradi del giudizio che si liquidano, distintamente, in € 2.300,00 per il giudizio di primo grado, € 2.900,00 per il giudizio di appello, € 3.600,00 per il giudizio di cassazione ed € 3.100,00 per il presente giudizio di rinvio.”

Insomma, questo ‘scherzetto’ è costato alla Regione siciliana 47 mila euro circa. Che cosa succederà se i tanti dirigenti trasferiti dal Governo Crocetta vincessero una simile causa? Ci troveremmo davanti a un ‘bordello totale’. Va ricordato che i soldi, pronto accomodo, li sta ‘scucendo’ l’amministrazione regionale. Ma il Dirsi ha presentato un esposto alla Corte dei Conti perché, nel 2001, ‘qualcuno’, compiendo un atto amministrativo errato, ha danneggiato la dirigente dell’assessorato al Territorio e Ambiente. E adesso, secondo il Dirsi, dovrà risponderne personalmente, mettendo mano al proprio portafoglio. Ed è anche giusto: perché mai, per un errore commesso da ‘qualcuno’, dovrebbe pagare la collettività, cioè la Regione? Da qui il correttissimo esposto del Dirsi alla Corte dei Conti.

“L’esposto – si legge nella nota dell’organizzazione sindacale – è stato inviato, per doverosa conoscenza, al Presidente della Regione, agli assessori regionali, al Segretario Generale e a tutti i Capi Dipartimento, in quanto, anche se il caso specifico risale al 2001, la problematica resta di stretta attualità, a causa anche delle recenti ‘rotazioni crocettiane’ ed i conseguenti conferimenti dei nuovi incarichi dirigenziali, i quali hanno evidenziato diffuse ‘anomalie’, ossia il mancato rispetto delle procedure e dei criteri stabiliti dalla Legge, dal vigente Contratto collettivo per l’area della dirigenza e dalle stesse circolari del Dipartimento regionale della Funzione Pubblica. Tutto ciò, verosimilmente, darà luogo ad un enorme contenzioso da parte dei dirigenti danneggiati – molti dei costretti ad una duratura, forzata inattività – con ulteriori danni erariali, ragion per cui questa Associazione ha richiesto, se del caso, di rivalutare gli atti posti in essere, anche in autotutela”.

In realtà, il contenzioso c’è già. Sono tantissimi i dipendenti regionali che si sono rivolti agli avvocati. Sotto questo profilo – questo bisogna riconoscerlo – il Governo Crocetta sta fornendo un contributo importante per il rilancio delle ‘attività’ degli studi legali…

“Difatti – prosegue il puntuto comunicato del Dirsi – gli incarichi per la direzione delle strutture intermedie (Aree e Servizi) e delle Unità Operative di base, di competenza esclusiva di Dirigenti apicali (Capi Dipartimento) non sono fiduciari, essendo rivolta la normativa in materia alla scelta delle migliori professionalità. Invece, si tenta di attuare una sorta di ‘Spoil system’ mascherato, che già la Corte Costituzionale ha respinto per questi incarichi con una provvidenziale sentenza nel 2007 (bocciando una norma regionale siciliana), in quanto contrastante con i principi di buon andamento ed imparzialità dell’Amministrazione (art. 97 Cost.)”.

“Questa organizzazione sindacale – conclude la nota del Dirsi – continuerà a vigilare sulla regolarità delle procedure amministrative in questione, e a contrastare ogni abuso nelle decisioni delicatissime sugli incarichi dirigenziali”.

 

 


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