Direzione Pd: fratture, autocritica e lotte rinviate Primarie nei Comuni e priorità ai sindaci uscenti

Più che a una
lotta fratricida, anche se tra anime ormai sempre più lontane, quella che oggi serpeggia tra i corridoi del Partito democratico catanese sembrerebbe assomigliare a una guerra fredda. Messe da parte, almeno per il momento, le fratture che caratterizzano ormai da anni le segreterie etnee, i militanti che hanno partecipato alla riunione estiva della direzione provinciale si sono trovati stretti in un’unità posticcia. Benedetta dal livello nazionale, in nome della festa dell’Unità che, a fine agosto, sarà ospitata per la prima volta nel cuore della città. E, soprattutto, dall’acceleratore che il Nazareno ha imposto sui comitati che sostengono il sì al referendum costituzionale di settembre. 

Questo il
motivo conduttore dell’incontro, al quale si è unita un’analisi – ancora poco approfondita – di quella che da più ambienti, anche interni al partito, viene definita come una vera e propria batosta: l’esito delle consultazioni amministrative siciliane del mese scorso. Una seduta di autocoscienza rimandata soltanto di qualche mese, alla fine della quale, con molta probabilità, la polverizzazione della linea politica verrà risolta con lo strumento di un tempo: le primarie. In tutti i Comuni dell’Isola, con priorità – come confermano fonti interne ai democratici – ai sindaci uscenti, che dovranno essere sostenuti con forza

«La situazione in cui si trova oggi il partito catanese è il frutto di un
continuo rinvio dei problemi, operato ormai da tempo – spiega a MeridioNews il deputato nazionale Giuseppe Berretta – Si è deciso di non affrontare, di non scegliere, di tentare di esercitare la funzione politica delegando alle amministrazioni ciò che compete invece agli organismi interni». La crisi della provincia di Catania, secondo le parole dell’onorevole, rappresenterebbe un unicum, in discontinuità con altre realtà. «Le amministrative hanno messo in rilievo la difficoltà enorme del nostro gruppo dirigente, non connessa né al regionale né tanto meno al nazionale. Ma solo alla scarsa presenza di iniziativa politica sul territorio».

Una carenza che, secondo Berretta,  si riverbera a livello
amministrativo, portando a diversi problemi concreti: «Ci sono nodi irrisolti come la differenziata, i ritardi clamorosi per spiagge libere e solarium, la discarica di Motta, l’organizzazione dell’accoglienza dei migranti. Il Pd – conclude – riprenderà dignità e sarà appetibile solo se parlerà di questo e non delle divisioni». 

Una visione condivisa anche da un’altra importante figura di riferimento catanese, il parlamentare
Giovanni Burtone. Che sottolinea la necessità di riorganizzare il partito: «Dobbiamo superare le spaccature che ci sono state – dichiara a MeridioNews – e che hanno portato ai magri risultati a livello locale. Certo, le situazioni decentrate contano, però non c’è dubbio che non le abbiamo affrontate nella maniera giusta». L’onorevole lancia inoltre una stoccata che sembrerebbe essere rivolta al segretario provinciale Enzo Napoli: «Nessuno si può tirare fuori, dobbiamo fare un esame autocritico, ma certamente c’è chi ha più responsabilità di altri. Se ognuno pensa di poter camminare da solo, finisce per danneggiare un processo unitario. Questa strada solitaria non porta da nessuna parte. Non dobbiamo chiuderci in un fortino, abbiamo bisogno di unità». 

Anche
Adele Palazzo, segretaria del circolo Centro storico, pensa a un superamento delle fratture. «Credo che ai siciliani e ai catanesi poco importi delle nostre questioni interne – commenta a MeridioNews – Occorre piuttosto rafforzarci sul piano dei contenuti e delle questioni, e ridare forza alle regole. I personalismi – conclude Palazzo – rendono solo debole il partito». Un percorso, quello di ascolto, impossibile da attuare senza «valorizzare i circoli territoriali, coinvolgendoli nelle questioni politiche importanti». Intanto un laconico Enzo Napoli, forse a commento di questa giornata, posta sulla propria pagina Facebook un video intitolato La Sicilia del gattopardo


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